Crocetta tra i due fuochi di rimpasto e censura - QdS

Crocetta tra i due fuochi di rimpasto e censura

Raffaella Pessina

Crocetta tra i due fuochi di rimpasto e censura

giovedì 04 Settembre 2014

Il viceministro Bubbico: “Legge regionale su testimoni giustizia farà da modello”. Lupo (presidente direz. reg. Pd): “Abbassare i toni”

PALERMO – Ieri mattina il presidente della Regione, Rosario Crocetta, ha ricevuto a Palazzo d’Orleans il viceministro dell’Interno Filippo Bubbico, accompagnato dal Prefetto di Palermo, Francesca Cannizzo. Nel corso dell’incontro sono stati affrontati diversi temi, tra i quali quello relativo all’applicazione delle leggi per i testimoni di giustizia. Il viceministro ha espresso parole di apprezzamento nei confronti della legge, che intende proporre anche alle altre regioni italiane. Nei prossimi giorni si svolgerà presso il Ministero dell’Interno un incontro per pervenire a un protocollo di intesa tra Ministero e Regione, finalizzato ad accelerare l’assunzione da parte della Regione dei testimoni.
Intanto sul fronte politico prosegue il braccio di ferro tra il Partito democratico ed il governatore sul rimpasto dell’esecutivo. Crocetta ieri mattina si è incontrato con il Partito dei riformisti per raggiungere un accordo su un programma condiviso. Nel corso dell’incontro a cui ha partecipato anche Salvatore Cardinale, presidente onorario, è stata ribadita la necessità di rilanciare l’azione di governo e di raggiungere una maggiore coesione nella maggioranza tra le forze parlamentari. Rivolgendosi al proprio partito Crocetta ha avvertito che la sua giunta è inamovibile. “Ritengo più utile – ha detto Crocetta – anzichè parlare di rimpasto affrontare priorità e emergenze con un cronoprogramma preciso”.
Sulla raccolta di firme avviata per un referendum tra gli iscritti del Pd sul sostegno al suo governo, Crocetta ha commentato che è “legittimo che i partiti facciano proposte però il tema è che il dibattito sul rimpasto si trascina da un anno e mezzo. Siamo disponibili a una sfida sui fatti: si poteva fare di più se non ci lasciavano una Sicilia devastata – ha concluso – ma questa devastazione ce l’ha lasciata proprio la politica che dice che abbiamo fatto poco”. Sulla situazione è intervenuto Davide Faraone, della segreteria nazionale del Pd, che ha criticato il comportamento dei partiti siciliani. “Siamo tornati alla più bieca partitocrazia, vertici, lottizzazioni compiute o represse, delegazioni di partito. E nonostante il ridicolo balletto che abbiamo messo in scena, i siciliani, hanno continuato a seguirci”.
Proprio con Faraone se la prende un altro esponente del Partito democratico, Antonello Cracolici, e lo ha indicato come regista del governo bis che doveva rilanciare la Sicilia e che invece l’ha gettata nel pantano e nel caos. “Non si possono fare dichiarazioni roboanti sulle riforme – ha detto Cracolici – stabilire cronoprogrammi, poi far finta di tirarsi fuori e nello stesso tempo godere dei benefici della gestione di piccolo cabotaggio quotidiana di assessorati e gabinetti”. Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia all’Ars ha detto che il rimpasto sarà l’ennesimo buco nell’acqua. “E’ ora che il presidente prenda atto di ciò che veramente è necessario fare per superare lo stato d’emergenza in cui l’Isola versa – ha detto Falcone – Crocetta si guardi allo specchio, abbia il coraggio di agire per il bene della Sicilia o, diversamente, tragga le dovute conclusioni”. Forza Italia in questi giorni sta preparando una mozione di sfiducia al governatore.
Getta acqua sul fuoco il presidente della direzione regionale del Pd Giuseppe Lupo che chiede di abbassare i toni e di occuparsi delle “mille emergenze della Sicilia”. “L’unica strada possibile  – ha detto Lupo -per ridare slancio alla coalizione e al governo della Regione è quella dell’unità interna e della collaborazione. Altrimenti a pagarne le conseguenze saranno i siciliani”. Infine l’assessore alla formazione professionale Nelli Scilabra in commissione Lavoro dell’Ars ha letto una relazione in risposta all’annuncio della presentazione futura di una mozione di censura nei suoi confronti. “Chi ha sostenuto i vari assessori che mi hanno preceduto, oggi chiede la mia testa e presenta una mozione di censura”. Scilabra non fa mistero di un possibile consenso del suo partito, il Pd, alla mozione che il centrodestra insieme con il M5S si apprestano a presentare prima in commissione e poi in Aula. Il sostegno arriverà da “quella parte che ha convocato organismi e vertici politici sul click day e che non ha mai affrontato la questione morale e politica derivante dagli scandali della formazione professionale in Sicilia”.

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