Bravi sindacalisti no ai privilegiati - QdS

Bravi sindacalisti no ai privilegiati

Carlo Alberto Tregua

Bravi sindacalisti no ai privilegiati

giovedì 04 Settembre 2014

Applicare in Sicilia la legge nazionale

Il decreto Renzi, che ha tagliato alla metà i distacchi sindacali, con un risparmio per i datori di lavoro pubblici e privati di milioni e milioni di euro, è entrato in vigore lunedì 1 settembre, anche per effetto della circolare del ministro della Funzione pubblica, Marianna Madia.
L’assessore regionale al ramo e il dg competenti, però, si sono subito affrettati a comunicare che tale norma non viene automaticamente applicata in Sicilia e, quindi, tutto continua come prima, senza alcun risparmio.
Questo comportamento fa il bis con quello tenuto dall’allora assessore Chinnici la quale, con la circolare 1/11, comunicò che la legge Monti sul taglio di consiglieri comunali e circoscrizionali, nonché il taglio delle relative indennità non si applicavano in Sicilia.
I privilegi sono sempre supportati da una classe dirigente che non ha ancora capito come questa sia la strada della morte sociale e di come essi facciano montare sempre di più l’indignazione e la protesta dei siciliani.

Un ulteriore decreto Renzi prevede la semplificazione completa di lavori per ristrutturazioni nei propri immobili. Ci auguriamo che anche in questo caso una burocrazia folle ed egoista, nonché la Giunta di governo  regionale fuori dalla realtà, non impediscano che tali norme vengano applicate in Sicilia, a tutela di ulteriori privilegi.
Qui si continua a parlare di precari, dei loro stipendi, indipendentemente da cosa facciano e dalla necessità di utilizzare il personale solo se vi è stretta necessità.
Altri privilegiati tutelati dai sindacati sono i pensionati regionali, i quali percepiscono assegni molto superiori a quelli che dovrebbero avere se il calcolo avesse tenuto conto “esclusivamente” dei contributi effettivamente versati.
Ribadiamo il principio, ai sensi dell’articolo 3 della Costituzione, sull’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, secondo cui non è più tollerabile che persone percepiscano pensioni molto al di sopra di quanto dovrebbero.
Non abbiamo sentito la voce dei sindacati siciliani sul caos del Piano Giovani, la cui responsabilità oggettiva e politica decade sull’assessore Nelli Scilabra.

 
Per altro, cosa ci si può aspettare da una persona che non ha un adeguato curriculum professionale e non ha portato referenze su risultati conseguiti nella sua attività precedente a quella politica?
Nulla di personale contro la Scilabra. Il discorso è valido per qualunque altro assessore o dirigente regionale che non possa dimostrare adeguata competenza per l’incarico che deve svolgere. Se chi è al vertice del potere burocratico non ha competenze, si capisce che le cose non possono funzionare.
Ma torniamo al sindacato. è saltata la norma che prevede la regolamentazione delle commissioni a Caf e Patronati. è saltata anche la norma che prevedeva l’obbligo per i sindacati di un bilancio consolidato (conto economico e patrimoniale), perché di fatto nessuno sa qual è l’ammontare delle loro proprietà. Si fanno delle stime sommarie che determinano in cinquemila gli immobili detenuti da tutti i sindacati.
 
Conosco bravissimi sindacalisti nazionali, regionali e locali, nei confronti dei quali ho stima. Ma quando gli chiedo perché non difendano i loro iscritti del settore privato contro i privilegi dei loro iscritti nel settore pubblico, mi sorridono imbarazzati.
Invece, dovrebbero intervenire per stabilire un principio di equità secondo il quale tutti gli iscritti, pubblici e privati, hanno gli stessi diritti e gli stessi doveri.
Il discorso che andiamo facendo riguarda l’etica di ogni organismo che agisce nella Società, nessuno escluso. Abbiamo più volte ribadito che la maggior parte della classe dirigente è sana, onesta e fattiva. Però, nel momento in cui tace sul comportamento disonesto ed egoista dell’altra parte, assume una responsabilità oggettiva nel non denunziare quelle malefatte. Cosicché l’opinione pubblica fa di tutta questa erba un fascio.
La crisi ha messo a nudo le responsabilità di tutti i soggetti che agiscono nella Società. è arrivato il momento di distinguere il grano dal loglio. Cittadini, professionisti, imprenditori e altri onesti e corretti si distinguano da quelli che non lo sono.
È ora di finirla con quelli che tengono famiglia e sostenere chi consegue risultati.

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