Dal 1974 ad oggi, l'evoluzione delle norme antisimiche in Italia - QdS

Dal 1974 ad oggi, l’evoluzione delle norme antisimiche in Italia

Bartolomeo Buscema

Dal 1974 ad oggi, l’evoluzione delle norme antisimiche in Italia

venerdì 05 Settembre 2014

Uno sguardo a leggi, decreti e ordinanze adottate a vari livelli a scopo di prevenire il rischio latente. Il testo vigente risale al 2008: 428 pagine in cui sono contemplati aspetti tecnici

CATANIA – Tutti sappiamo che la nostra Penisola è caratterizzata da una sismicità diffusa con valori elevati specialmente nella nostra Isola. La sismicità indica la frequenza e la forza con cui si manifestano i terremoti, ed è una caratteristica fisica del territorio. Se conosciamo la frequenza e l’energia associate ai terremoti che caratterizzano un territorio, e attribuiamo un valore di probabilità al verificarsi di un evento sismico di una data magnitudo in un certo intervallo di tempo, possiamo definirne la pericolosità sismica. La pericolosità sismica sarà tanto più elevata quanto più probabile sarà il verificarsi di un terremoto di elevata magnitudo, a parità d’intervallo di tempo considerato.
è bene subito chiarire che le conseguenze disastrose di un terremoto non dipendono solo dall’energia che questo sviluppa, ma sono legate anche alle caratteristiche di resistenza delle costruzioni.
La predisposizione di una costruzione a essere danneggiata si definisce vulnerabilità. Quanto più un edificio è vulnerabile (per tipologia, progettazione inadeguata, scadente qualità dei materiali e modalità di costruzione, scarsa manutenzione), tanto maggiori saranno le conseguenze. Ecco, quindi, la necessità della prevenzione sismica che si può attuare tramite l’utilizzo di due strumenti: la classificazione sismica e la normativa antisismica.
Qui focalizzeremo e tracceremo una cronologia di tutte le norme, criteri e regole per costruire una struttura, sia essa un edificio o un ponte stradale, in modo da ridurre i danni a causa di un evento sismico.
Bisogna risalire al 1974 per leggere la prima legge che stabilisce che la classificazione sismica debba essere realizzata sulla base di comprovate motivazioni tecnico-scientifiche, attraverso decreti del Ministro per i Lavori Pubblici. è la legge n.64 del 2 febbraio 1974.
Poi, nel 1981 è stata adottata la proposta di riclassificazione del territorio nazionale in tre categorie sismiche predisposta dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, Progetto Finalizzato Geodinamica.
Con appositi decreti ministeriali, tra il 1981 e il 1984, il 45% del territorio nazionale risulta classificato ed è obbligatorio il rispetto di specifiche norme per le costruzioni. Metà del Paese, tuttavia, continua a non essere soggetta a quest’obbligo.
Ed è solo con la pubblicazione dell’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n.3274 del 20 marzo 2003 che l’intero territorio nazionale è stato classificato in quattro zone a diversa pericolosità. Un’ordinanza cardine che ha gettato le basi per la pubblicazione delle normative tecniche per le costruzioni in zona sismica.
Procedendo sempre in ordine cronologico si arriva al Decreto Ministeriale 14 gennaio 2008, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 29 del 4 febbraio 2008 – Suppl. Ordinario n. 30, nel quale il ministro delle Infrastrutture, di concerto con il ministro dell’Interno e con il capo dipartimento della Protezione civile, approva le nuove norme tecniche per le costruzioni: quattrocentoventotto pagine nelle quali sono contemplati tutti gli aspetti tecnici relativi alle costruzioni: dalle case, alle strade, ai ponti stradali. L’applicazione di tali norme è diventata obbligatoria dal 1° luglio 2009, come previsto dalla legge n.77 del 24 giugno 2009.

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