Servizi materno-infantili, i requisiti - QdS

Servizi materno-infantili, i requisiti

Andrea Carlino

Servizi materno-infantili, i requisiti

martedì 09 Settembre 2014

Linee guida per la rete regionale di 190 consultori (181 pubblici e 9 privati convenzionati) nel decreto dell’assessore Borsellino. Dotazione organica standard e unità di personale proporzionale alla popolazione del bacino servito

PALERMO – Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana (la n. 36 del 29 agosto) scorso il provvedimento del 24 luglio scorso, a firma dell’assessore alla Salute, Lucia Borsellino, riguardo la revoca del decreto 28 agosto 2012 e approvazione delle linee di indirizzo “Riordino dei Servizi materno infantili territoriali. Nuove modalità organizzative”.
La rete regionale comprende attualmente 190 consultori (181 pubblici, 9 privati convenzionati), secondo quanto previsto dal D.A. n. 28110 del 5 dicembre 1980 che incrementava il loro numero da 116 inizialmente previsti.
Nel 1996 la legge 34 introduceva il criterio di legare il numero dei consultori alla numerosità della popolazione residente considerando ottimale il rapporto di 1 consultorio ogni 20.000 abitanti, ma in Sicilia il rapporto è di 1:26.000. I Dipartimenti materno infantili di tutte le Asp, ad eccezione di Palermo, sono di tipo funzionale e svolgono prevalentemente un ruolo di indirizzo, programmazione e monitoraggio. In tutte le Asp, tranne quelle di Caltanissetta e Messina, è presente una funzione formalizzata aziendale di coordinamento dei servizi consultoriali. In cinque Asp sono presenti servizi aziendali o dipartimentali per attività materno infantili territoriali di secondo livello (1 servizio per adolescenti -1 servizio per la menopausa – 1 servizio territoriale di ecografia ostetrica – 3 servizi di colposcopia – 4 servizi per le vittime di abuso).
Le Aziende sanitarie dovranno considerare come standard minimo di dotazione organica per un bacino d’utenza di 20.000 abitanti la seguente équipe: 1 ostetrico; 1 assistente sociale; 1 operatore socio sanitario o altra figura di supporto all’attività ambulatoriale; 1 ginecologo; 1 psicologo. Sarà quindi necessario dotare i consultori di personale in misura proporzionale alla popolazione del bacino servito, tenendo conto anche di eventuali necessità scaturenti da condizioni oro geografiche o socio-ambientali particolari (ad. es. zone isolate o ad alta densità di immigrati). Sarà comunque necessario rideterminare i limiti di dotazione organica assegnati alle Asp in seguito alla rimodulazione della rete di punti nascita e alla successiva eventuale riallocazione del personale sul territorio.
Tutto il personale in servizio presso i consultori dovrà partecipare a specifici corsi di aggiornamento organizzati ad hoc dalla Regione per un numero minimo di crediti formativi da definire.
La più piccola unità funzionale della rete territoriale materno infantile non sarà più quindi il singolo consultorio ma l’aggregato di più consultori, che disponendo dell’insieme delle risorse dei consultori che la compongono, in collaborazione ed integrazione funzionale con le unità ospedaliere di ginecologia e ostetricia ospedaliere e/o con altre aggregazioni territoriali, avvalendosi eventualmente dei ginecologi convenzionati interni, potranno assicurare le attività di I e II livello.
All’interno delle aggregazioni territoriali dovrà essere garantita, con idonea turnazione del personale dei diversi consultori ad essa afferenti e compatibilmente con la dotazione organica presente, l’apertura nei pomeriggi e il sabato mattina. Il coordinamento delle attività delle aggregazioni territoriali sarà affidato al responsabile di una unità di coordinamento aziendale materno-infantile territoriale, operante in seno al Dipartimento materno infantile. Tale unità di coordinamento svolgerà funzioni di coordinamento organizzativo dei singoli aggregati di consultori afferenti, in stretta collaborazione con i Distretti, di programmazione e monitoraggio delle varie attività, di raccordo con gli altri servizi aziendali ed extra-aziendali per i percorsi integrati, di indirizzo sulla gestione dei finanziamenti destinati alle attività consultoriali, di raccordo con gli organismi giudiziari ed il privato sociale.
 

 
Orientamento, segretariato sociale, counseling, ambulatorio ostetrico, colloqui di sostegno
 
Fermi restando i criteri previsti dalle norme sull’accreditamento delle strutture sanitarie, tutti i consultori attivati nella Regione devono potere assicurare: accoglienza e/o orientamento dell’utenza, segretariato sociale, attività di counselling per le varie tematiche materno infantili per gli ambiti sanitario, sociale e psicologico con adeguate garanzie di tutela della privacy, attività ambulatoriale ostetrica e ginecologica di primo livello, colloqui sociali di valutazione e di sostegno, colloqui psicologici di valutazione e di sostegno, attività di gruppo per almeno 15 partecipanti. II consultorio deve essere preferibilmente ubicato in una zona facilmente accessibile e ben collegata. L’accesso ai locali deve essere privo di barriere architettoniche.
Tutti i locali devono essere adeguatamente illuminati, arieggiati, climatizzati e arredati dignitosamente secondo quanto previsto dalla normativa vigente sull’accreditamento. Le Aziende sanitarie provinciali definiscono e trasmettono a questo Assessorato per la validazione un Piano di riorganizzazione della Rete che prevede, in step successivi definiti in un cronoprogramma, la rimodulazione della rete dei servizi, l’adeguamento degli organici e della dotazione dei consultori, la realizzazione dei percorsi. Il piano deve prevedere indicatori di processo e di esito e valori attesi, che saranno sottoposti a monitoraggio da parte dell’Assessorato della salute.

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