Formazione professionale e scandalo dei rimborsi d’oro: adesso si rischia il dissesto alla Regione - QdS

Formazione professionale e scandalo dei rimborsi d’oro: adesso si rischia il dissesto alla Regione

Michele Giuliano

Formazione professionale e scandalo dei rimborsi d’oro: adesso si rischia il dissesto alla Regione

venerdì 12 Settembre 2014

Intanto sindacati e lavoratori sono tornati in strada a protestare: inizia una nuova stagione di lotta
Dopo la sentenza shock del Cga, ora si attendono una valanga di ricorsi degli enti

PALERMO – Ora rischia davvero grosso la Regione: a tremare sono le sue finanze dopo il ricorso al Cga vinto da un ente di formazione tra quelli a cui erano stati decurtati i fondi relativi ai rimborsi d’oro del periodo compreso tra il 2007 e il 2010. Ora se tutti gli enti coinvolti in questa faccenda faranno ricorso (ed è scontato che lo faranno per riavere i soldi che gli sono stati decurtati lo scorso anno dal finanziamento dovuti per l’organizzazione dei corsi, ndr) il buco in bilancio potrebbe diventare una voragine.
“Si prende atto – commenta Ugl Scuola e Sinalp Sicilia – che il Consiglio di Giustizia Amministrativa ha sospeso il recupero delle somme extrabudget concesse per la Formazione Professionale tra il 2007 ed il 2010, dando ragione anche alle nostre organizzazioni di categoria. Da tempo infatti avevamo denunciato alle competenti autorità l’errata gestione della Regione Siciliana. Tale atto permetterà di avere ulteriore chiarezza sulle somme da erogare agli enti ed al pagamento delle retribuzioni spettanti ai lavoratori del comparto”.
 
Dichiarazione che ha tutto il sapore dell’inizio di una lunga battaglia giuridica, l’ennesima per quanto concerne il mondo formativo negli ultimi anni. Una vicenda, che è recentemente finita anche in un’indagine della Corte dei Conti che ha condannato per danno erariale, tra gli altri, l’attuale segretario generale Patrizia Monterosso (a 1,3 milioni), l’ex governatore Raffaele Lombardo (220 mila euro) e un gruppo di ex assessori: Santi Formica (dovrà restituire 379 mila euro), Carmelo Incardona (830 mila euro), Luigi Gentile (224 mila euro), la dirigente Alessandra Russo (378 mila euro), Maria Carmela Di Bartolo (474 mila euro), Salvatore di Francesca (108 mila euro) e l’ex dirigente del servizio Rendicontazione, Nino Emanuele (365 mila euro).
 
Questi soldi finiti nel contenzioso dei rimborsi d’oro non sono altro che la prassi utilizzata negli anni passati di concedere agli enti di formazione fondi extrabudget rispetto all’iniziale finanziamento. La prassi però usata dalla Regione di tagliare in questo modo quanto dovuto agli enti è stato definito illegittimo dal Cga. Intanto gli operatori degli enti di formazione ed i sindacati sono tornati a protestare in piazza per tentare di sensibilizzare le istituzioni e l’opinione pubblica sulla drammatica situazione in cui versa attualmente il settore.
 
Dito puntato sull’amministrazione regionale che, a detta degli addetti ai lavori, avrebbe disatteso tutti gli accordi raggiunti e buona parte delle leggi che regolano il settore, ed in particolare quelle a tutela del personale di tutte le tre filiere della Formazione (interventi, Servizi ed Obbligo Formativo), creando  situazioni di particolare e grave disagio personale e familiare a agli operatori del settore. “Le inadempienze dell’amministrazione Crocetta – commenta Giuseppe Milazzo, coordinatore regionale dello Snals Confsal – hanno condotto a quello che oggi possiamo definire un grave disagio sociale, il quale può sfociare, se irrisolto dalle istituzioni, in disordini sociali di vasta portata”.

All’orizzonte persino una class action contro la Regione

Tantissimi gli strumenti di battaglia, ora spunta persino l’iniziativa dello Snals Confsal che parla dell’attivazione di una class action di tipo risarcitorio “per la colpevole inerzia dell’amministrazione in relazione al mancato pagamento delle retribuzioni già maturate da oltre un anno (oltre i 2 anni in qualche caso). Inoltre si sono già attivati numerosi avvocati, incaricati sempre dai sindacati, per verificare quali siano i profili penalmente rilevanti del comportamento dell’amministrazione regionale. “Il movimento che si è messo oggi in moto – sostiene il segretario regionale della Cisl, Maurizio Bernava – era inevitabile e bisogna incalzare adesso il governo regionale sulle cose da fare con immediatezza mettendo al centro della discussione il ritorno al lavoro di tutti gli operatori del sistema formativo regionale. Questa è la partita più seria ed il governo regionale ha la responsabilità di averlo volutamente ignorato. Gli assessori Bruno e Scilabra se ne facciano una ragione: o danno risposte entro la fine del mese di settembre alle tre filiere del sistema formativo regionale, pagando gli stipendi arretrati e restituendo il lavoro a tutti gli operatori, oppure se ne vadano a casa”.

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