Chi vede sempre nero insopportabile ignorante - QdS

Chi vede sempre nero insopportabile ignorante

Carlo Alberto Tregua

Chi vede sempre nero insopportabile ignorante

venerdì 12 Settembre 2014
Otto persone su dieci hanno l’abitudine di fare osservazioni alle proposte o ipotesi che altri espongono. Si capisce la ratio. Chi ha un bagaglio culturale vuoto o semivuoto, si muove dicendo No agli altri o rilevando negatività, perché non ha un briciolo di capacità propositiva, conseguente ad un know how che ogni persona civile, degna di questo nome, dovrebbe portare figurativamente in un sacco appeso alle proprie spalle.
Quando volete tacitare uno di tali ignoranti (perché ignorano, non perché sono deficienti), stoppate le loro osservazioni negative e invitateli a proporre soluzioni ai problemi, migliori delle vostre.
È così che si dovrebbero misurare le persone discretamente colte: sulle soluzioni, in modo da trovare quella più efficace al problema che si presenta o al grappolo di problemi che ci vengono incontro, anche nostro malgrado.
Ed è lì che casca l’asino. Quando qualcuna di queste persone viene invitata a parlare esclusivamente in modo positivo, si blocca oppure reagisce, spesso con violenza, perché  viene messa con le spalle al muro di fronte alla propria insipienza e incapacità di affrontare la vita costruttivamente.

Quello che precede non deve sembrare un ragionamento estremo. Tutt’altro. è un ragionamento che punta alla crescita civile, sociale e professionale di tutti i cittadini, mettendo alla gogna quelli che cittadini non sono perché si lamentano, dicono di no agli altri, non avendo le qualità necessarie per pensare come si fa a costruire il futuro, quali debbano essere gli strumenti per edificarlo e come convivere il meglio possibile in un regime di solidarietà.
Il ragionamento che precede vale anche nel Terzo settore, quello della solidarietà, appunto. Essa non si può dimostrare se non facendola. Non si può fare se non si è organizzati, cioè se non si mettono insieme mezzi e strumenti per ottenere dei risultati.
Occorre porsi obiettivi per assistere i cittadini deboli e bisognosi. Occorre avere le idee chiare sul come agire. Occorre che il volontariato sia effettivo e non parolaio, attività di cui sono campioni i Club service: parlano, parlano, ma fanno ben poco.  Così sono inutili alla Comunità.
 

Come fare per essere costruttivi nei versanti in cui ognuno di noi opera? La risposta è semplice, l’esecuzione complessa. Intanto, occorre che ognuno di noi abbia letto almeno mille libri nella propria vita, per formarsi un piccolo letto di conoscenze indispensabili per capire i problemi.
Poi, deve allenare la propria mente a vedere positivo e a fare positivo. Se non si è capaci in modo naturale si può prendere ogni sera una compressa di serotonina da 10 mg, ormone che fa vedere la vita in rosa.
La nostra è una macchina formidabile, produce tanti ormoni e altre sostanze chimiche che servono per il nostro equilibrio psicofisico. Il tutto deve essere gestito dalla mente che comanda il cervello, il quale comanda in modo automatico tutti gli apparati del corpo.
è la mente che mette insieme i dati di un problema e che, attingendo al proprio bagaglio di esperienze e di conoscenze, elabora soluzioni, soluzioni, soluzioni.
***
La sfida che ognuno di noi deve fare agli incapaci e agli incompetenti è di chiamarli nell’agòne per un confronto, escludendo tassativamente osservazioni negative. Tutti, nella sfida, devono fare proposte concrete e realizzabili per risolvere i problemi che ci vengono, vivendo.
Va da sé che il confronto si deve fare fra persone per bene, perché quando c’è malafede, esso non è più realizzabile. Con i delinquenti non ci può essere confronto perché agiscono in preda al male, anche se, spesso, è meglio avere a che fare con un delinquente intelligente che con un cretino, la cui madre è sempre gravida.
Il confronto su più soluzioni dello stesso problema può essere anche aspro, anche se è meglio che sia pacato. L’asprezza non deve avere nulla di personale perché bisogna oggettivizzare le questioni. Dal confronto, purché onesto, scaturisce sempre la migliore soluzione e, spesso, quando si lavora in squadra, è perfino utilizzabile il meglio di ciascuna soluzione, che costituisce il massimo per affrontare e risolvere un problema.
Forza, Signore e Signori. Non è più tempo di lamenti. Costruiamo insieme. Sul serio, senza inutili chiacchiere!

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