Le magie della statistica Pil +60mld (+3,7%) - QdS

Le magie della statistica Pil +60mld (+3,7%)

Carlo Alberto Tregua

Le magie della statistica Pil +60mld (+3,7%)

sabato 13 Settembre 2014

Eurostat, nuove regole dall’1 ottobre

La statistica europea gestita da Eurostat ha stabilito, dal prossimo 1 ottobre 2014, nuove regole per il calcolo del Pil. Esse si trasferiscono agli istituti di statistica nazionali tra cui l’Istat italiano, oggi presieduto da Giorgio Alleva.
Quali sono le novità? L’inserimento nella ricchezza prodotta di tre voci: la prostituzione, la droga e la contraffazione. Perché queste tre voci non erano mai state calcolate? Perché esse sono frutto di attività illegali.
Purtuttavia, gli statistici europei hanno ritenuto che comunque si tratta di ricchezza prodotta che va quantificata, mediante stime più o meno attendibili. Cosicché la decisione è stata presa e ci ritroveremo le tre attività illecite inserite nel macro dato sintetico che viene denominato Prodotto interno lordo.
I relativi valori sono stati quantificati in circa 60 miliardi che saranno aggiunti al vecchio Pil e determineranno un incremento di poco più del 3%.
Siccome il Pil è il denominatore della frazione al cui nominatore c’è il debito pubblico, la magia produrrà un calo dell’indice che in atto si attesta intorno al 134%.

Ulteriore conseguenza di questa magia sarà un leggero ribasso della percentuale rispetto al tetto massimo di sforamento del 3% consentito dall’Europa, il che darà un po’ di respiro alla Legge di stabilità 2014 che potrà così avere più fiato.
Peccato che Eurostat non abbia calcolato ufficialmente l’ammontare del lavoro nero (e della conseguente evasione) che viene stimato da più istituti di statistica in 187 miliardi, che generano oltre 100 miliardi d’imposta evasa.
A proposito di contrasto all’evasione, vi è una recente circolare firmata da Rossella Orlandi, neo direttore generale dell’Agenzia delle Entrate, che reca il numero 25/E/2014.
Essa è diretta a tutte le agenzie territoriali e ribalta il metodo degli accertamenti.
Dice la Orlandi: abbandonare i rilievi di carattere meramente formali, di scarsa rilevanza e di minore sostenibilità. Aggiunge, quindi, che la lotta all’evasione si realizza solo se l’azione di controllo viene percepita dai contribuenti come corretta e proporzionale in modo da generare fiducia.

 
La nuova linea dell’Agenzia delle Entrate, che verosimilmente è sposata dal comando generale della Guardia di Finanza, è quella di non creare sfiducia ed inutile contrapposizione tra contribuenti e controllori che non aiuta il raggiungimento dell’obiettivo comune, il pagamento delle imposte nel rigoroso rispetto della capacità contributiva del singolo.
Questo indirizzo vuole agguantare l’evasione reale e non quella formale o interpretativa. è noto che spesso viene eccepito al contribuente una registrazione malfatta o fuori tempo o fuori rigo, una omissione formale e non sostanziale, un comportamento elusivo di difficile determinazione. Anche la Cassazione ha stabilito il principio che l’evasione deve essere provata senza ombra di dubbio.
Certo, la diminuzione delle aliquote, compatibilmente con la tenuta dei conti pubblici, per ciò conseguente al taglio della spesa pubblica improduttiva aiuterebbe molto, perché il contribuente, non più oppresso, sarebbe disponibile a pagare le giuste imposte. 

Che c’entra l’argomento dell’evasione fiscale con la magia della statistica? C’entra, eccome! Se infatti le imposte evase vengono determinate in modo puntuale e scientifico, migliorando la qualità dei controlli, saranno più numerosi gli atti di adesione e quindi la riscossione delle imposte non pagate.
A proposito di queste, sembra incredibile l’enorme ammontare di morosità sui ruoli, il che dimostra che Riscossione Italia e Riscossione Sicilia non usano efficacemente gli strumenti di cui sono dotati.
Male fa la campagna di chi, basandosi sul singolo caso del contribuente in seria difficoltà, alimenta la protesta contro la riscossione delle imposte, che sono dovute anche se di livello iniquo ed esagerato.
Contro le esose imposte dovrebbe essere levata la protesta, non contro la loro giusta riscossione. è una questione di equità. Ma, dall’altra parte è equo ed etico che chi spende tali imposte lo faccia per l’essenziale, tagliando clientelismi e favoritismi.

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