Ragusa - Le trivellazioni contro il turismo - QdS

Ragusa – Le trivellazioni contro il turismo

Stefania Zaccaria

Ragusa – Le trivellazioni contro il turismo

sabato 20 Settembre 2014

Un’interrogazione della senatrice Padua (Pd) dopo le recenti richieste di nuove perforazioni. La continua ricerca di petrolio stride con la salvaguardia dei siti Unesco

RAGUSA – “L’istruttoria tecnica riguardante lo sviluppo del giacimento Vega, distante 20 chilometri dalla costa di Ragusa, si è conclusa con un decreto di autorizzazione con prescrizioni, mentre la procedura di Via per l’istanza di perforazione di un pozzo esplorativo denominato Vesta al largo delle province di Siracusa e Ragusa, ad una distanza di 45,9 chilometri dalla costa, non si è ancora conclusa e la commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale Via-Vas sta ancora svolgendo l’istruttoria tecnica”.
Il sottosegretario di Stato per i beni e per le attività culturali e per il turismo, Ilaria Borletti Dell’Acqua, ha risposto così alle preoccupazioni avanzate in merito alle piattaforme petrolifere dai cittadini ragusani. È stata la senatrice del Pd, Venera Padua, a presentare un’interrogazione in aula al fine di porre una maggiore attenzione sulla salvaguardia del patrimonio Unesco del sud-est siciliano e della provincia di Ragusa in particolare. Si discute infatti da anni sul problema delle trivellazioni anche perché la ricerca di giacimenti di idrocarburi si inscrive in un’area molto vasta ed è veramente prossima alle città.
“Abbiamo espresso una crescente preoccupazione – ha sottolineato la senatrice Venera Padua – per il nostro ambiente, per il nostro territorio che è stato riconosciuto dall’Unesco, per le nostre falde acquifere e per una zootecnia che è un settore produttivo brillante e importante per la nostra economia. In questo senso – ha aggiunto Padua – considero molto importante la disponibilità del Mibact (ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, nda) per bocca del sottosegretario di Stato in risposta alla mia interrogazione, ad affiancare le amministrazioni locali al fine di assicurare una migliore gestione dei siti Unesco perché quando una comunità viene riconosciuta come patrimonio dell’umanità non la si ha per sempre, ma va mantenuta. Quindi – ha concluso – dobbiamo rafforzare questa immagine e il continuo cercare petrolio dalle nostre parti non ci aiuta”.
Il primo passo concreto, secondo quanto riferito dal sottosegretario Borletti, è una verifica su un eventuale impatto visivo delle installazioni delle nuove opere attinenti alle ricerche. Importante è anche il Piano di gestione redatto dai diversi siti culturali, ossia uno strumento finalizzato  alla corretta protezione e valorizzazione del sito che deve essere costantemente aggiornato e rivalutato.

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