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Catania – Tre anni di gestione “falsificata”? Fortissimi dubbi sui vecchi bilanci

Melania Tanteri

Catania – Tre anni di gestione “falsificata”? Fortissimi dubbi sui vecchi bilanci

sabato 20 Settembre 2014

Il giorno dopo gli avvisi di garanzia notificati a ex politici e dirigenti (molti attuali) del Comune. Discordanze vistose su debiti e residui attivi: fino al 2011 ora è tutto da chiarire

CATANIA – Un vero e proprio terremoto sembra si sia abbattuto sul Comune di Catania. La Guardia di Finanza ha infatti notificato 20 avvisi di garanzia, emessi dal procuratore aggiunto Michelangelo Patanè e dal sostituto procuratore Alessia Minicò, a politici e funzionari di Palazzo degli Elefanti, tra cui l’ex sindaco Stancanelli, l’ex ragioniere generale Giorgio Santonocito e l’attuale sindaco di Giarre, all’epoca dei fatti assessore al Bilancio, Roberto Bonaccorsi. Sono indagati, insieme a molti dirigenti (quasi tutti ancora dipendenti di Palazzo degli Elefanti) per falso ideologico in atti pubblici.
È stato loro contestato di aver concorso, a vario titolo, “a dissimulare la reale situazione economico – finanziaria del Comune di Catania alterando talune poste dei bilanci degli anni 2009, 2010 e 2011 allo scopo di evitare la dichiarazione dello stato di dissesto finanziario dell’Ente locale e lo scioglimento del consiglio comunale”.
Insomma, l’ipotesi su cui gli investigatori stanno indagando è quella che, per evitare di dichiarare il dissesto, gli amministratori dell’epoca abbiano inserito nei documenti di programmazione economica, voci non veritiere per chiudere in equilibrio i bilanci.
Nel corso delle indagini i militari del Nucleo di polizia tributaria di Catania hanno proceduto all’acquisizione di un’ingente mole di documentazione presso vari uffici del Comune e presso le sedi delle principali aziende dallo stesso partecipate, avvalendosi della consulenza di un professore ordinario di Economia ed Amministrazione delle Aziende Pubbliche dell’Università degli Studi di Palermo.
L’esame svolto avrebbe consentito di evidenziare quello che le Fiamme Gialle definiscono “significative anomalie nella formazione e nell’approvazione dei documenti contabili in argomento”, con specifico riferimento ai  “residui attivi ” risalenti nel tempo e di dubbia esigibilità, per un importo complessivi di oltre 270 milioni di euro; ai “debiti fuori bilancio ” per oltre 78 milioni di euro, la cui certezza in ordine alla manifestazione finanziaria avrebbe dovuto indurre l’Amministrazione comunale all’individuazione delle necessarie coperture; ai disallineamenti contabili emergenti tra i valori iscritti in bilancio dall’ente Comune di Catania, rispetto a quelli rilevati nei bilanci delle società partecipate per circa 34 milioni di euro; infine, alla classificazione di somme, pari a circa 20 milioni di euro, nell’ambito di voci di bilancio dalle quali non emergeva la loro natura di passività.
“Mi auguro che la magistratura definisca al più presto la vicenda e accerti come il lavoro di 5 anni al servizio della città da parte mia, dei miei collaboratori e dei dirigenti del Comune non possa essere definito una storia criminale”– ha commentato l’ex primo cittadino, Raffaele Stancanelli. Che sul suo profilo social poi si lascia andare e prosegue con grave rammarico: “Indagato… per aver rubato? Avere preso soldi? Aver chiesto od ottenuto tangenti? Aver truccato o pilotato appalti? Aver corrotto od essere stato corrotto? ecc.ecc. No!!! Indagato per avere evitato il dissesto di Catania!!! Da non crederci!! Ai miei amici, a chi mi stima, a chi mi vuole bene garantisco che difenderò con tutte le mie forze non solo il mio onore, ma anche quello di una limpida ed appassionata esperienza amministrativa nell’esclusivo interesse della città!”
Gli indagati dovranno, adesso, presentare le proprie memorie difensive.

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