Legno bruciato, ma non a reddito - QdS

Legno bruciato, ma non a reddito

Rosario Battiato

Legno bruciato, ma non a reddito

giovedì 25 Settembre 2014

Nel 2014 la Sicilia, con 25mila forestali, prima per incendi nei boschi. La Regione non ha un piano per il prelievo sostenibile. Saldo import-export del settore mobili in negativo per quasi 13 mln di euro

PALERMO – Deve esserci stato un serio problema di comunicazione tra l’Unione europea e la Regione siciliana. La politica agricola comunitaria prevede la messa a reddito dei boschi degli Stati membri attraverso il prelievo di legname da lavoro e per uso energetico, senza per questo compromettere il delicato ruolo rivestito dalle foreste nel contenimento del rischio idrogeologico e nell’equilibrio climatico. Un prelievo, insomma, gestito da un piano di azione ben coordinato a livello centrale, senza improvvisazioni e scompensi ambientali. La Regione ha promesso, si è impegnata, e poi ha gettato la spugna, mantenendo uno dei prelievi più bassi d’Italia e d’Europa, mentre gli incendi continuano a bruciare i boschi con l’Isola al primo posto nazionale per superficie percorsa dal fuoco nel 2014. Un’altra occasione persa lungo il treno della green economy.

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