Modello Bolzano per la Formazione. Piano integrato e fondi dell’Ue - QdS

Modello Bolzano per la Formazione. Piano integrato e fondi dell’Ue

Michele Giuliano

Modello Bolzano per la Formazione. Piano integrato e fondi dell’Ue

giovedì 25 Settembre 2014

Presentato il disegno di legge che mira a rivoluzionare il settore: tutte le novità in dettaglio. Attività formative in collaborazione con Università ed enti pubblici: stop agli sprechi

PALERMO – Approda all’Ars il disegno di legge della giunta regionale guidata dal presidente Rosario Crocetta. Alla prova del fuoco il testo che ha già scatenato moltissime critiche perché punta a cambiare radicalmente assetto all’impostazione del mondo formativo, a cominciare dal fatto che viene mandata in soffitta definitivamente la legge regionale 24 del 1976. Una norma di salvaguardia occupazionale degli operatori della formazione che però nella sua impostazione è effettivamente paradossale: come si può garantire ad un docente di un corso lavoro a tempo indeterminato all’interno di un corso che, ipoteticamente, ogni anno dovrebbe variare la sua offerta formativa? Bella domanda a cui nessuno sa rispondere. L’obiettivo della proposta di legge è agganciare la formazione ai fabbisogni dei territori, che siano città metropolitane e Liberi consorzi dei Comuni, per creare occupazione e sviluppo.
Il testo di 32 articoli punta a prevenire la dispersione scolastica, rafforzare le possibilità occupazionali per i giovani siciliani con un sistema “duale”, prevedendo cioè formazione in aula e in azienda e valorizzando l’apprendistato. Ad assicurare i corsi saranno scuole, università o privati senza fine di lucro, che per statuto svolgono in via esclusiva attività formative. Tra le novità, anche, il voucher per gli studenti, il libretto formativo, i Poli formativi tecnico professionali di filiera (dovrebbero essere 14, anche se il testo non indica il numero esatto, definendoli accordi di rete tra almeno due istituti tecnici e/o professionali, collegati con un’istituzione formativa accreditata e almeno due imprese) insieme a criteri di valutazione delle “performance”.
Il sistema assegna alla Regione compiti di vigilanza, controllo, programmazione. Sarà la giunta a dare l’ok al piano integrato della formazione professionale (Prif che di fatto sostituisce il vecchio Prof), che avrà durata triennale, finanziato con fondi dell’Unione Europea, nazionali e regionali. Novità anche per i formatori. Il ddl, infine, prevede due elenchi “separati ed autonomi” di formatori. Il personale attualmente in servizio negli enti in base alla legge regionale del 1976, sarà inserito in una sezione “speciale ad esaurimento”, al quale dovranno attingere gli enti accreditati per svolgere i corsi. A questo si affiancherà un altro elenco “parallelo”, composto da formatori selezionati in base ai titoli.
Il modello a cui si ispira il governo regionale è quello adottato dalla Provincia Autonoma di Bolzano. Punto di forza l’obbligo di effettuare metà percorso della formazione nelle aule didattiche e l’altra metà in azienda. Quarantuno articoli pronti a rivoluzionare il sistema dei corsi con un catalogo dell’offerta formativa dal quale il disoccupato andrà a scegliere. Per l’alta formazione, l’Università in primo piano come ente di regia, per la formazione permanente svolgerebbero un ruolo primario gli enti , per la formazione iniziale le scuole e per quella continua le aziende. Inizia di fatto una nuova era.
 

 
Mantenuto in vita l’albo degli operatori
 
Sarà mantenuto in vita l’attuale albo che ha tra gli iscritti tutti gli assunti al 31 dicembre 2008. Chiunque organizzerà corsi di formazione dovrà attingere in via prioritaria da questo albo. “Avremo – dice l’assessore regionale alla Formazione professionale, Nelli Scilabra – più tavoli sul territorio che andranno a determinare le proposte che verranno inserite nel catalogo formativo. Un ruolo importante avranno le imprese, al cui interno si svolgerà una consistente parte della formazione. I giovani saranno dotati di un libretto formativo. Infine oltre alla tutela dei lavoratori inseriti in un albo ad esaurimento, ci sarà un sotto elenco di giovani laureati con possibilità di inserimento annuo fino al 20 per cento”. Per quest’anno, relativamente alla terza annualità dell’Avviso 20, i fondi ammontano a 150 milioni di euro: “Una cifra ben lontana dai 400 milioni spesi in passato – ha precisato Crocetta – e questo è uno dei motivi per cui difendo a spada tratta Nelli Scilabra”. Tante le novità, a cominciare dal fatto che chi parteciperà ai corsi di formazione non sarà retribuito: “Prima gli studenti si compravano – ha sostenuto il governatore – Abbiamo accertato casi in cui c’erano giovani che frequentavano fino a dieci corsi”.

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