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Catania – Palazzo degli Elefanti “opaco”. La trasparenza è un optional

Melania Tanteri

Catania – Palazzo degli Elefanti “opaco”. La trasparenza è un optional

venerdì 26 Settembre 2014

Il Comune non specifica i nomi dei beneficiari del maxi bonus di 700 mila € destinati all’Ufficio Tributi. Lo ha denunciato Manfredi Zammataro, presidente dell’associazione Codici

CATANIA – Un Ente poco trasparente nonostante le imposizioni di legge. È la denuncia di Manfredi Zammataro, presidente dell’associazione Codici, nei confronti del Comune di Catania che, martedì scorso, ha organizzato una conferenza stampa per segnalare la mancanza di trasparenza di Palazzo degli Elefanti.
Alla richiesta dell’associazione per i diritti del consumatore di avere gli atti per conoscere i nomi dei beneficiari del maxi bonus produzione, oltre 700 mila euro, destinato ai dipendenti in servizio all’Ufficio Tributi, infatti, dal Comune non solo hanno risposto oltre il termine di 30 giorni, ma ha consegnato un elenco pieno di omissis. Da qui, la denuncia di Zammataro che ha annunciato la volontà di presentare un esposto al procuratore dell’Authority anticorruzione, Raffaele Cantone, e di rivolgersi al Tar.
“Abbiamo pensato che ci potessero essere motivi di riservatezza o privacy alla base della scelta dell’amministrazione di non inserire i nomi – aggiunge Zammataro – ma poi abbiamo trovato documenti pubblicati che riportavano regolarmente i nomi di chi ha beneficiato di bonus produzione. A questo punto – conclude – è lecito domandarsi il motivo del silenzio sulle generalità di chi ha guadagnato il bonus e del perché non sia allegato il verbale sindacale nel quale siano indicati gli obiettivi e la ripartizione delle somme tra i dipendenti”. Come ha spiegato l’avvocato Mario Campione, con Zammataro in conferenza stampa. “Manca il verbale della riunione sindacale – afferma – che riporta gli obiettivi da raggiungere e i criteri di distribuzione del bonus. In altri progetti invece c’è”.
Nulla di tutto questo per il Comune. “Zammataro chiese di ricorrere al vicesegretario Francesco Gullotta, titolare del potere sostitutivo previsto dalla legge, perché il provvedimento venisse tempestivamente pubblicato – scrivono in una nota da Palazzo degli Elefanti. In realtà però, poiché la legge non prevede alcun termine perentorio per la pubblicazione, non ci fu bisogno di esercitare alcun potere sostitutivo perché il provvedimento fu inserito, martedì 9 settembre, sul sito istituzionale del Comune di Catania”. Sui nominativi, specifica la nota, “non sono stati inseriti i nomi dei 75 dipendenti. E questo, semplicemente, perché la legge sulla privacy non lo consente. È anzi espressamente sottolineato come i dati riguardanti questo tipo di provvedimento vadano pubblicati aggregati e non disaggregati, garantendo la privacy dei singoli lavoratori”.
Una risposta che non soddisfa Zammataro. “Il comunicato diramato dal Comune di Catania – replica – è un collage di dati e di notizie errate con il rischio di generare confusione nei lettori sul fatto e sulle cifre che ruotano attorno a questa vicenda dai contenuti omissati. Basta infatti dare una rapida occhiata alla legge sulla trasparenza (dlg. 33/2013) per rendersi conto che la norma dice altro da ciò che sostiene il Comune”. Adesso comunque la discussione si sposterà nelle sedi preposte dove l’ultima parola spetterà all’Autorità giudiziaria e all’Autorità nazionale anticorruzione.

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