Prestazioni termali, le regole - QdS

Prestazioni termali, le regole

Andrea Carlino

Prestazioni termali, le regole

venerdì 26 Settembre 2014

Con il decreto dell’assessore Borsellino del 25 agosto recepito l’accordo nazionale 2013-15. Ai direttori generali delle Asp la responsabilità sulla appropriatezza prescrittiva

PALERMO – Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana (la n. 39 del 19 settembre), il decreto del 25 agosto, a firma dell’assessore per la Salute, Lucia Borsellino, riguardo il recepimento dell’accordo nazionale per l’erogazione delle prestazioni termali per il triennio 2013-15. Le cure termali, più precisamente dette cure idro-fango-termali, sono quelle che utilizzano le acque termali o i loro derivati, come fanghi, muffe, vapori e nebulizzazioni, che hanno tutti una riconosciuta efficacia terapeutica per la salute nelle fasi di prevenzione, di terapia e di riabilitazione di alcune malattie.
Il decreto definisce che le aziende sanitarie provinciali, presso cui risultano operative strutture private che erogano prestazioni sanitarie di assistenza termale in regime di convenzione, siano tenute al recepimento di quanto previsto dal provvedimento e provvedano al conguaglio tariffario delle prestazioni già rese e validate dall’1 luglio 2013, previa acquisizione delle relative fatture integrative da parte delle medesime strutture che recepiscano l’integrazione tariffaria, verificando altresì che, a decorrere dal 2014 e per ciascuna struttura convenzionata, il valore complessivo delle prestazioni fatturate rispetti il limite di incremento del 3% del fatturato complessivo delle prestazioni dalle stesse strutture fatturate nel corso dell’anno 2012, richiedendo in caso contrario le relative note di credito di rettifica.
 
Sarà cura dei direttori generali delle aziende sanitarie provinciali, come definito all’articolo 4 del decreto firmato dall’assessore Borsellino, “attivare azioni gestionali sia di programmazione che di controllo e verifica consuntiva finalizzate a conseguire idonei livelli di appropriatezza sia prescrittiva che di erogazione delle prestazioni di assistenza termale secondo quanto previsto dal nuovo Patto della salute e dai documenti di programmazione nazionale e regionale”. Gli oneri che scaturiscono dal decreto trovano copertura nell’ambito delle risorse del fondo sanitario regionale assegnate, in sede di negoziazione, per quota pro-capite alle aziende sanitarie provinciali della Regione siciliana.
L’accordo prevede nel dettaglio che Regioni e Provincie autonome procedano al rinnovo della parte economica dell’accordo per l’erogazione delle prestazioni termali per il triennio 2013-2015, nei limiti delle risorse rese disponibili dall’art. 1, comma 178, della legge 24 dicembre 2012, n. 228 (legge di stabilità per l’anno 2013), che ha autorizzato la spesa di 2 milioni di euro per l’anno 2013 e di 4 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014 e 2015.
L’importo di 2 milioni di euro per l’anno 2013 e di 4 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014 e 2015 viene ripartito fra le Regioni e le Province autonome in proporzione al fatturato, al lordo del ticket, delle prestazioni, a carico del Servizio sanitario nazionale, prodotte in ogni Regione dagli erogatori di prestazioni termali. Inoltre, tenuto conto dell’andamento del fatturato registrato nell’ultimo triennio e dell’incremento dei costi di produzione, le tariffe massime per la remunerazione delle prestazioni termali erogate con oneri a carico del Servizio sanitario nazionale vengono incrementate, in modo uniforme e fisso, del 3%, per le prestazioni erogate a decorrere dall’1 luglio 2013. Si conviene che il volume finanziario complessivo, previsto a livello di singola Regione/Provincia autonoma, sarà incrementato, rispetto all’anno 2012, al massimo della quota spettante a detta Regione/Provincia autonoma a seguito della ripartizione dei fondi statali come riportato.
Eventuali superamenti dei tetti di spesa previsti per ciascuna regione daranno titolo alla stessa Regione ad ottenere l’emissione di nota di credito – fino a concorrenza dell’importo corrispondente – dalle aziende termali i cui volumi di attività e fatturato hanno concorso al superamento della spesa prevista a carico del servizio sanitario regionale.
 

 
Lo 0,30% del fatturato delle aziende termali in convenzione a sostegno della Fondazione per la ricerca scientifica termale
 
Ai fini della regolazione contabile degli addebiti per la compensazione della mobilità interregionale per le prestazioni termali, relativi agli anni 2013-2015, gli addebiti restano valorizzati secondo le tariffe previste dall’Accordo tra le Regioni, le Province autonome di Trento e di Bolzano e Federterme per l’erogazione delle prestazioni termali per il biennio 2008-2009 (rep. atti n. 121/CSR del 29 ottobre 2009), dal momento che l’incremento tariffario per i medesimi anni è coperto da ciascuna Regione per tutta l’attività a carico del Servizio sanitario nazionale, erogata sia ai residenti che ai fuori Regione dai produttori di prestazioni termali operanti nel proprio territorio, secondo le modalità di cui al presente accordo, con oneri totalmente a carico dello Stato. Inoltre le parti danno atto al sistema delle industrie termali italiane dei significativi risultati conseguiti negli ultimi anni nel campo della ricerca scientifica termale, validati secondo criteri riconosciuti dalla comunità medico-scientifica internazionale.
Inoltre l’accordo prevede che, in linea con quanto convenuto in materia negli anni precedenti, anche per il triennio 2013-2015 il finanziamento della Fondazione per la ricerca scientifica termale è stabilito nella misura dello 0,30% del fatturato annuo lordo che le aziende termali accreditate, che scelgono di sostenere la Fondazione medesima, hanno realizzato per le prestazioni termali erogate con oneri a carico del SSN. Le parti promuovono, presso la Fondazione, l’implementazione dell’attività di ricerca scientifica mirata a definire, anche in via sperimentale, nuove modalità di erogazione delle prestazioni termali e i relativi protocolli di inserimento nell’ambito di percorsi assistenziali integrati.
 

 
Dalla L. 228/2012 stanziati 181 mila euro per la Sicilia mentre all’Emilia Romagna vanno 1,3 milioni di euro
 
Il Servizio Sanitario Nazionale prevede un ciclo di cure termali all’anno, per contrastare alcune malattie, come quelle reumatiche. Le cure termali sono erogate da stabilimenti termali, alberghi, istituti termali o case di cura che hanno ottenuto dalla Regione una specifica autorizzazione per tale attività. Generalmente, i cicli di cura hanno una durata di circa 15 giorni, durante i quali i cittadini ricevono 12 o 24 prestazioni. Per esempio, al di là dell’osteoporosi e dei reumatismi, l’aerosol, i fanghi e gli altri trattamenti termali, curano alcuni tipi di dermatiti, le malattie ginecologiche e quelle dell’apparato otorinolaringoiatrico come la sinusite o la bronchite cronica, oltre ai problemi dello stomaco, del fegato e dell’intestino e ai calcoli che interessano l’apparato urinario.
Tutti i cittadini possono richiedere prestazioni o trattamenti termali per migliorare il loro benessere fisico e per mantenere il proprio corpo in perfette condizioni. Il ticket di 50 euro è previsto dal Servizio Sanitario Nazionale per le persone dai 6 ai 65 anni che non soggette a esenzioni. La quota copre le spese per un ciclo annuale di cure termali presso le strutture termali accreditate, a persone che hanno bisogno di riabilitazione motoria, neuromotoria ed uditiva, che hanno problemi cardiorespiratori o che soffrono di specifiche patologie. Sono esenti dal ticket le persone con invalidità totale e le persone che soffrono di malattie croniche o invalidanti. Le spese di viaggio e di soggiorno sono a carico dell’assistito. Le cure termali possono essere fatte soltanto per cinque anni consecutivi, tranne nei casi in cui è indicato diversamente dai medici dell’Inps.
L’accordo per il 2013-15 prevede una nuova ripartizione fra le regioni del contributo stanziato dalla legge di stabilità n.228 del 2012, art.1, comma 178, per il biennio in questione, in proporzione alla spesa del 2012. Per quanto riguarda la Sicilia, in base alla spesa al lordo (4,4 milioni), viene stabilito che per il 2013 viene stanziata la cifra di 60mila euro, per il 2014, invece, la cifra di 121mila euro così come per il 2015. Non si tratta della cifra più alta tra le regioni.

 La quota più grande va all’Emilia Romagna a cui vengono destinati 437mila euro per il 2013, 874mila euro per il 2014-2015 a fronte di una spesa di 32 milioni di euro nel 2012. Dopo troviamo il Veneto a cui verranno dati 318mila euro per il 2013, 637mila euro all’anno per il 2014-2015. Al terzo posto la Campania (267mila euro per il 2013, 534mila euro all’anno per il 2014-2015). Poi la Lombardia con 155mila euro per il 2013, mentre per il 2014-2015 viene destinata la somma di 310mila euro all’anno.

 
Dopo troviamo la Toscana con 138mila euro per il 2013, mentre per il 2014 verrà destinata la somma di 276mila euro così come per l’anno successivo. Poi il Lazio con 132mila euro per il 2013 e 265mila euro annui per il biennio 2014-2015. Subito dopo ecco la Puglia con 119mila euro per il 2013, mentre per il biennio 2014-15 la somma sarà di 239mila euro all’anno. Poi la Calabria con 87mila euro per il 2013, 175mila euro all’anno per il biennio 2014-2015. Dopo la Sicilia ecco le Marche con 57mila euro per il 2013 con 115mila euro per il 2014 così come nel 2015.  Poi troviamo il Piemonte con 51mila euro per il 2013 e poi la somma di 103mila all’anno per il 2014 e il 2015. Poi è la volta della Provincia autonoma di Trento con 44mila euro per il 2013, poi 89mila all’anno per il biennio 2014-15.
Quasi identico il contributo per Sardegna e Basilicata: per l’Isola la quota di 24mila euro per il 2013, poi 49mila euro all’anno per il biennio 2014-15. Alla regione lucana 23mila per il 2013, poi 47mila euro all’anno per il biennio 2014-15. 9mila euro per il 2013 al Friuli Venezia Giulia (18mila all’anno per il biennio 2014-15). 2,9mila euro per la Liguria per il 2013 (5,8mila euro all’anno per il 2014-15). Mille euro per la Valle d’Aosta (il doppio all’anno per il biennio 2014-15). 600 euro per la provincia autonoma di Bolzano (1,2 all’anno per il biennio 2014-15). Zero contributi per il Molise.

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