Esempio dal Papa: fa arrestare i vescovi - QdS

Esempio dal Papa: fa arrestare i vescovi

Carlo Alberto Tregua

Esempio dal Papa: fa arrestare i vescovi

martedì 30 Settembre 2014

Così si lotta la corruzione

L’arresto dell’ex nunzio di Santo Domingo Jozef Wesolowski e la rimozione del vescovo di Ciudad del Este (Paraguay), monsignor Rogelio Ricardo Livieres Plano, sono due segnali forti che Papa Bergoglio sta dando a tutto il mondo: tolleranza zero nei confronti di tutti coloro che all’interno della Chiesa violano i principi religiosi, quelli etici e quelli canonici.
Precedentemente, Papa Francesco aveva dato un altro segnale forte in materia di corruzione, mandando a casa quasi tutti coloro che avevano bazzicato lo Ior (Istituto per le opere religiose) approfittando delle cospicue risorse finanziarie a disposizione del Vaticano, per atti contrari alla legge e favorevoli alle tasche di chi operava.
Ricordiamo che lo Ior fu invischiato nello scandalo di Michele Sindona (Banca privata italiana), un verminaio il cui coperchio fu tolto dall’avvocato Giorgio Ambrosoli, ucciso per le sue indagini.
Quante ne combinò, allora, monsignor Paul Marcinkus in nomine dei, coperto dai Papi dell’epoca. Ci voleva un Papa venuto dalla fine del mondo per ribaltare una situazione incancrenita.

Curia e gerarchie operano secondo criteri non sempre cristiani, ma in forza del potere temporale che, bene o male, lo Stato indipendente del Vaticano esercita in tutto il mondo.
Del resto, l’1,2 miliardi di cattolici, quantità quasi uguale a quella del mondo islamico, sono una forza, anche finanziaria, veramente notevole. Non è un caso che il Vaticano abbia Nunziature apostoliche, cioè ambasciate in circa duecento Paesi del mondo. Ogni Nunziatura ha una struttura con spese rilevanti, che comprendono anche i numerosi viaggi da e per Roma di prelati che occupano posti di responsabilità.
Cosicché Bergoglio ha impresso una svolta ai comportamenti, promuovendo anche indagini per scoprire chi abbia coperto nel passato atti di pedofilia e corruzione. Sembra che, ad oggi, vi siano centinaia di preti sospesi dal loro incarico per colpe diverse.
Ancora più forte è stato il segnale consistito nell’arresto, seppure domiciliare, dell’ex vescovo implicato nella pedofilia.
Ogni uomo è fatto di carne, ha tutti gli impulsi conseguenti ed è quindi probabile che ceda a essi anche con azioni scorrette.
 

Si può essere vicino alle religioni, cristiana, ebraica e islamica fra quelle monoteiste. O vicino ad altre religioni, come quelle indiana o cinese. Ma per essere una persona umana degna di questo nome basterebbe comportarsi in maniera adeguata, rispettando il prossimo all’insegna dei valori etici di tutti i tempi.
La corruzione e la prostituzione fanno parte del Dna della persona umana. Ma i due vizi debbono essere tenuti sotto controllo e in limiti fisiologici, in modo da evitare sproporzioni dannose alla convivenza civile.
L’allora Stato democristiano, sotto l’impulso di Papa Pacelli, Pio XII, nel 1958, approvò la legge presentata dalla senatrice Lina Merlin con cui dal 20 settembre 1958 tutte le case chiuse furono chiuse. Il risultato fu che la prostituzione, fino ad allora controllata dal punto di vista sanitario e sociale, passò sulle strade e nei luoghi privati, con danni sociali non indifferenti.
 
In tutti i Paesi evoluti essa è controllata dallo Stato e le persone che la esercitano pagano regolarmente le imposte. Chissà se Papa Bergoglio svolterà anche in questo senso e non ostacolerà un ritorno alla normalità, consentendo una prostituzione legale e controllata, seppure in appositi quartieri, come accade ad Amburgo, Amsterdam, Londra e altrove.
Ritornando alla pedofilia, essa è figlia dell’obbligo alla castità di preti e suore, che è un divieto innaturale, con la conseguenza di deviazioni compiute con atti a carico di giovani e giovanissimi.
Anche in questo caso non sappiamo se Papa Francesco stia prendendo in esame la possibilità di consentire il matrimonio a preti e suore, evitando un’astensione dall’attività sessuale che può comportare squilibri anche psichici.
La Chiesa di Roma è conservatrice per definizione: mentre non può e non deve discutere i principi morali su cui si fonda. Forse è venuto il tempo per cercare di adeguare le proprie linee di politica religiosa all’evoluzione dei nostri giorni. Senza per questo cedere alle violazioni di tali principi etici che comportano problemi per tutta la società.

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