Il Fisco ostacolo alla generosità, detassare subito la beneficenza - QdS

Il Fisco ostacolo alla generosità, detassare subito la beneficenza

Patrizia Penna

Il Fisco ostacolo alla generosità, detassare subito la beneficenza

giovedì 02 Ottobre 2014

A differenza di quanto avviene negli Stati Uniti, in Italia le donazioni non sono totalmente detraibili. Attualmente la detrazione fiscale è pari al 10% fino ad un massimo di 70 mila €

ROMA – Una delle conseguenze più tangibili della crisi economica senza precedenti che stiamo attualmente vivendo è sicuramente la sostituzione delle associazioni di volontariato alle istituzioni nell’erogazione dei servizi di sostegno sociale alle famiglie.
Il lavoro, un tempo discreto e silenzioso, quasi invisibile ma pur sempre determinante, dei volontari è adesso per forza di cose sotto gli occhi di tutti. Necessario per vivere, necessario per andare avanti.
Un lavoro divenuto giorno dopo giorno fondamentale e che rappresenta l’unica voce di solidarietà in un contesto di generale povertà e bisogno  avvolto dal silenzio assordante delle istituzioni, alle prese con l’atavico problema dei bilanci in rosso e delle casse vuote. Tanto clamore mediatico ha suscitato l’iniziativa dell’Icebucketchallenge finalizzata alla raccolta fondi a favore della ricerca sulla Sclerosi laterale amiotrofica. Ma i problemi e le contraddizioni del no profit vanno ben oltre l’effetto virale del personaggio noto che si rovescia in diretta un secchio di acqua gelata. Esistono meccanismi tali da incentivare i gesti generosi dei tanti donatori italiani sensibili alle problematiche sociali? La risposta è no.
 
Il Fisco italiano, purtroppo, di certo non viene in aiuto a tutti coloro i quali investono tempo ed energia nell’aiutare il prossimo. La riforma fiscale è un tema sempre attuale in Italia. Buoni propositi, tanti. Proposte concrete, poche. La tax compliance, ovvero il rapporto “amichevole” di collaborazione reciproca tra cittadino e Fisco, sembra ancora un’utopia.
 
Ma la giungla degli adempimenti fiscali non è l’unica contraddizione del Fisco italiano. A differenza di quanto avviene ad esempio negli Stati Uniti, in Italia le donazioni liberali ad enti no profit non sono completamente detraibili dalle tasse: il limite per la detrazione fiscale delle donazioni dal reddito complessivo, infatti, è pari al 10% fino ad un massimo di 70 mila euro.
Come se non bastasse, le associazioni onlus non possono detrarre l’Iva su progetti destinati al bene comune. Ergo, risparmio fiscale sulla generosità pari a zero. Edoardo Patriarca membro della commissione Affari sociali e presidente del Centro Nazionale per il Volontariato, ha detto: “La riforma del terzo settore, annunciata alla Camera, prevede la razionalizzazione e la semplificazione del regime di deducibilità e detraibilità delle erogazioni liberali per il non profit”, aggiunge Patriarca. “Per me ‘razionalizzare’ significa abbattere l’Iva e raggiungere la detrazione totale delle donazioni, senza prevedere alcun tetto massimo”. La necessità di incentivare la buona pratica di donare, non è un’urgenza solo italiana. è l’Europa, infatti ad aver fissato paletti rigidi nella determinazioni dei (rari) casi in cui sono possibili le esenzioni.
Non è sopportabile l’idea di uno Stato che sta a guardare mentre sono altri ad ottemperare ad obblighi che gli competono. Men che meno, è sopportabile l’idea di uno Stato che anziché incoraggiare la beneficenza, per giunta rema contro.

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