Mare nostrum ha ucciso 2000 migranti - QdS

Mare nostrum ha ucciso 2000 migranti

Carlo Alberto Tregua

Mare nostrum ha ucciso 2000 migranti

sabato 04 Ottobre 2014

Fare accordi con i Paesi d’origine

In nome di una falsa pietà, l’azione di soccorso a decine di migliaia di migranti caricati su barconi come bestie da infami trafficanti, ha avuto come tremenda contropartita la morte di migliaia di altri migranti. Chi parte è come se giocasse a tombola: si può fare terno o cinquina, ma si può anche perdere tutto. Chi è morto ha perso tutto.
In nome di un soccorso umano sacrosanto, le modalità di attuazione hanno l’oggettiva responsabilità di avere consentito la morte di migliaia di vite umane. Non è così che andava affrontata l’ondata di persone che hanno tentato di venire in Europa. Bisognava intervenire a monte, spiegando con chiarezza che nessuno sarebbe entrato in Italia, come nessuno entra in Spagna, in Francia, in Grecia, né in Turchia.
Questo è un Paese-colabrodo, dove in virtù di non si sa bene quale pietà, si commettono atti contrari all’umanità, com’è quello di consentire indirettamente la perdita di migliaia di vite umane.

Cosa si sarebbe dovuto fare, invece? Intanto completare l’arco degli accordi con Egitto, Gaza e Siria, come quelli già fatti con Tunisia, Marocco e Algeria, da dove non parte nessuno, in modo da evitare il traffico organizzato da banditi col pelo sullo stomaco.
Il Paese debole è la Libia, che non ha un governo né punti di riferimento. In quel caso, le navi della Marina militare potevano pattugliare le coste ai limiti delle acque territoriali (12 miglia) ed evitare che i barconi partiti superassero tali 12 miglia , ovvero stipulare degli accordi con le autorità territoriali della Libia, in assenza di un governo centrale. Con tali accordi, si sarebbe evitato lo scempio del traffico di merce umana.
L’impotenza che ha mostrato il ministro Alfano e la retorica di Renzi sull’argomento hanno contribuito a quanto prima descritto. Ma ora non è più consentito che altre decine di migliaia di persone arrivino, lasciando per strada migliaia di morti, con l’avvicinarsi della cattiva stagione.
Sembra una favola il fatto che Frontex 2 sostituisca Frontex 1, perché quella piccola agenzia europea non ha mezzi finanziari né personale adatto a svolgere una sorta di accoglienza dei migranti.
 

Altra favola ci sembra quella relativa alla cessazione dell’operazione Mare Nostrum, perché verrà sostituita, appunto, da Frontex 2.
È da credere che nessuno, né Italia né Europa, sia in condizione di fermare l’ondata dei migranti se non cambia il metodo dell’approccio. Non basta più, infatti, riceverli, seppure in mezzo al mare, ma occorre intervenire alla fonte, come appunto abbiamo scritto prima.
Sarà forse il caso, come deterrente, di riprendere i voli mediante i quali chi sbarca viene ricondotto al Paese d’origine.
Non si capisce perché Renzi, come presidente semestrale dell’Unione, non chieda a tutti i Paesi del Mediterraneo un comportamento uguale, evitando così all’Italia un sovraccarico organizzativo e finanziario che il Paese non si può più permettere e che costa un mld l’anno.
Demagogia e inefficienza sono due caratteristiche deleterie di chi non sa o non vuole fare. Ma sono scoperte e vanno emarginate.

Un’importante azione che l’Europa potrebbe fare, sarebbe di portare nei Paesi del Sud e Sud-Est del Mediterraneo gli strumenti di sviluppo, quali formazione e macchinari, nonché concordare con tutti i Paesi investimenti in infrastrutture, anche immateriali, come la banda larga, che costituiscono il motore dello sviluppo.
Questi accordi si potrebbero fare con tutti i Paesi, salvo la Libia, almeno per il momento. Ma là sono solo in sei milioni mentre gli abitanti di quell’area sono oltre 150 milioni.
È vero che in Egitto vi sono insediamenti, per esempio italiani, come Sharm El Sheikh. Questo potrebbe essere un esempio di come portare la ricchezza nei Paesi sottosviluppati, creando in loco nuovo lavoro e condizioni di vita umane.
Non è pensabile infatti che tutta la gente che va via lo faccia con piacere. 
Ognuno è attaccato alla propria terra ed è lì che vorrebbe restare per crescere. Alla parte sviluppata del mondo compete di procurare ciò che serve con atti concreti, senza parole inutili, non solo per un’azione umanitaria, ma anche di convenienza economica a risultati differiti.

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