Jobs Act, resa dei conti tra Renzi e sindacati - QdS

Jobs Act, resa dei conti tra Renzi e sindacati

redazione

Jobs Act, resa dei conti tra Renzi e sindacati

martedì 07 Ottobre 2014

Oggi l’incontro con parti sociali e imprese. Camusso: “Renzi come Thatcher”

ROMA – Alta tensione sulla riforma del lavoro, mentre è in programma per stamattina l’incontro del premier Matteo Renzi con i sindacati e le imprese. Due appuntamenti caldi, alle 8 e alle 9 del mattino, mentre a increspare un rapporto già complicato tra governo e parti sociali sono le voci che circolano sulla volontà di Palazzo Chigi di porre la fiducia sul Jobs act.
Durante il vertice sindacale europeo che si è svolto ieri a Roma, ancora una volta Susanna Camusso è tornata a puntare il dito contro il premier. “Il sindacato italiano – ha detto il segretario generale della Cgil – è stato sempre pronto al confronto con il governo, ma è anche pronto al conflitto, a contrastare politiche ritenute sbagliate”. Camusso ha ribadito un concetto già espresso: che l’atteggiamento di rifiuto di dialogo sociale e di confronto che ostenta a suo dire il governo ha un unico precedente in Europa: “Quello di madame Thatcher”. E sull’incontro di oggi ha detto: la speranza è di un serio ripensamento “perché invece l’idea del Jobs act è di diritti poco estesi in cambio di una riduzione dei diritti per chi ha un lavoro stabile”, accompagnata ad una politica di “ridimensionamento salariale”.
“La preoccupazione – ha sottolineato il leader della Cgil – è che l’idea del Governo sia invece di voler decidere i confini dell’azione sindacale, restringendola alla sola contrattazione aziendale. Se così fosse lo interpreteremmo come un esplicito attacco alla contrattazione tra le parti e all’autonomia del sindacato”.
Il ricorso alla fiducia potrebbe essere giustificato con la volontà del governo di far votare dal Senato il Jobs act prima del vertice europeo sul lavoro, in programma mercoledì. Ma la minoranza Pd con Stefano Fassina avvisa che se il governo ricorrerà alla fiducia ci saranno “conseguenze politiche”.
Un avvertimento arriva anche dal lettiano Francesco Boccia. Il presidente della commissione Bilancio della Camera, in realtà rassicura sulla tenuta dei Democrat in tema di riforma del lavoro e superamento dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori: “Finisce che il Pd voterà questa delega, ma il problema di fondo non lo risolviamo screditando la rappresentanza sindacale.
 
Con l’attuazione di quella delega, prima devi recuperare le risorse, e quindi cancellare le casse integrazioni esistenti, e poi creare la nuova Aspi o come si chiamerà”. Ma aggiunge: “L’importante è che sia chiaro che quando si fanno le cazzate si deve sapere chi ha deciso. Se questa è la terapia per uscire dalla deflazione, modifica dell’articolo 18 e Tfr in busta paga, sono preoccupato, vedo il muro davanti. Poi io sono uno di quelli che, se la maggioranza del partito vota una linea, voto secondo quella linea. Ma deve essere chiaro chi ha deciso”.

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