Sta Nicchia di Fiorello e la Radio risorge - QdS

Sta Nicchia di Fiorello e la Radio risorge

Carlo Alberto Tregua

Sta Nicchia di Fiorello e la Radio risorge

mercoledì 08 Ottobre 2014

Il futuro c’è anche per la carta

Il 6 ottobre del 1924 nasce la Radio. Nell’etere vi è una novità accolta dagli ascoltatori con perplessità.
Il 3 gennaio 1954, la Televisione invia i primi segnali nell’etere, cioè trent’anni dopo. Per una coincidenza quest’anno si festeggiano i novant’anni della Radio e i sessant’anni della Televisione italiana.
La carta, invece, è stata utilizzata dai quotidiani molto tempo prima. Quei mezzi di informazione costituivano l’unico veicolo per comunicare con l’opinione pubblica.
Il destino della carta viene associato a quello della Radio. Infatti, quando nacque la Televisione, i benpensanti sancirono la morte della Radio. Per fortuna così non è stato ed oggi ci sono più ascoltatori che telespettatori. Non solo, ma il panorama delle emittenti radiofoniche si è ampliato, la qualità delle trasmissioni, leggere ed impegnate, è aumentata e, per conseguenza, anche la pubblicità, primaria fonte di finanziamento, sostiene i costi aziendali.

Fiorello e Baldini imperversano sul canale principale della Radio con il loro programma seguitissimo: “Radio Mamma”, la cui musica è diventata un logo, che viene inserito fra un programma e l’altro nelle 24 ore.
Il programma è divertente e ricalca il cazzeggio di Arbore e Boncompagni quando, un secolo fa, cominciarono la loro attività con Bandiera gialla. L’imitazione di Laura Boldrini, dell’ex ministro dell’Interno, Anna Cancellieri, e del presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, sono irresistibili.
Quando internet, che ha appena compiuto 50 anni, si è diffuso, (ma nel Meridione d’Italia solo un cittadino su due vi accede) i soliti benpensanti hanno cantato il miserere dei giornali, soprattutto dei quotidiani.
Obiettivamente le copie vendute sono calate da sei milioni al giorno di qualche anno fa ai 3,7 milioni del 2013. Al Sud e in Sicilia i quotidiani regionali a carta bianca hanno visto dimezzare le copie vendute, per due cause: la prima riguarda il costo annuale, pari a circa 500 euro, che molti siciliani non potevano permettersi; la seconda riguarda l’abitudine dei quotidiani generalisti di riprodurre, senza lavorarci, i comunicati di agenzia ed altre notizie che tutte le Tv nazionali e locali hanno già comunicato la sera prima.
 

Si è detto che la carta era morta anche per i libri. Invece, nonostante i gufi, i libri godono buona salute e le vendite ne danno una prova. Si diceva che il libro elettronico avrebbe sostituito quello cartaceo. Questo non può accadere nel medio e lungo periodo, perché leggere su uno schermo affatica la vista, non consente di prendere appunti, nè di sottolineare, funziona poco per la memorizzazione. Non molti sanno che l’immagine istantanea su video è composta da 50 immagini al secondo, ed è proprio questo fenomeno fisico che non consente di leggere con tranquillità.
E poi, il libro o il giornale si portano in giro per casa, si posano in cucina, in salotto, in bagno, sul comodino. Insomma è un compagno fedele che non rompe le scatole perché non parla, ma, contemporaneamente, trasmette informazioni.

Ed è proprio l’informazione la causa del declino momentaneo dei quotidiani, anche perché gli editori non hanno spinto sugli abbonamenti, dal momento che il servizio postale non funziona, non consentendo di consegnare la copia giornaliera alle sette di ogni mattino, come avviene in Germania e Norvegia, nel mondo anglosassone e dovunque la civiltà è arrivata.
Crediamo che i quotidiani possano risorgere, esattamente come è avvenuto per la Radio, se puntano su due importanti innovazioni: la prima riguarda l’informazione che deve essere diversa da quella televisiva e radiofonica, necessariamente breve.
L’informazione dei quotidiani si deve basare su inchieste approfondite e documentate con dati e date. Inoltre, deve entrare in profondità nel territorio, con lo stesso metodo dell’inchiesta, per evitare di farsi bruciare dal nugolo di televisioni e radio locali che trasmettono notizie, ma di norma non fanno inchieste e approfondimenti.
Poi, bisogna puntare sugli abbonamenti inducendo Poste a funzionare o approfittando del nuovo concorrente, Nexive, una multinazionale olandese che si sta organizzando.
La Radio era morta, ma rivive bene. La carta è morta, viva la carta!

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