Il partito dei sindaci al servizio dei siciliani - QdS

Il partito dei sindaci al servizio dei siciliani

Carlo Alberto Tregua

Il partito dei sindaci al servizio dei siciliani

venerdì 10 Ottobre 2014

Si faccia pressione su Regione e Ars

Abbiamo assistito all’Assemblea straordinaria dei sindaci siciliani, svoltasi a Palermo mercoledì 8 ottobre, e preso atto di una virata dell’Anci che, per bocca del suo presidente Leoluca Orlando, ha detto con chiarezza a Crocetta di andare a casa, data la sua inutile attività, che sta facendo peggiorare fortemente la grave malattia in cui versa la Sicilia.
Non resta, ha detto Orlando, che interloquire solo con l’Assemblea regionale, perché di propria iniziativa, mediante le Commissioni, metta in campo quelle riforme indispensabili, in materia istituzionale ed economica, per tentare di mettere in moto economia e occupazione siciliane.
Quattro i temi concreti affrontati dai sindaci: rifiuti, acqua, fondi Ue, legge sui Consorzi di Comuni. Hanno poi discusso sulla questione dei precari -privilegiati perché raccomandati – che col 31 dicembre prossimo dovranno uscire per legge dalle amministrazioni comunali, senza più rinvii.

È emersa una gravissima situazione finanziaria, perché a mercoledi, il presidente della Regione e il suo assessore all’Economia non hanno ancora comunicato l’entità dei trasferimenti ai Comuni, con la conseguenza che essi non possono chiudere il bilancio preventivo 2014 (sic) che è una bestemmia contabile. Come si può ancora denominare preventivo un bilancio annuale già trascorso per dieci dodicesimi?
La situazione peggiora giorno per giorno, ora per ora, e questo ceto politico-istituzionale regionale si comporta in modo socialmente criminale, salvo promettere di pagare inutili stipendi a gente che non lavora, anziché mettere in moto l’economia, facendo spendere tutti i fondi Ue e quelli statali disponibili, che hanno bisogno ovviamente del cofinanziamento regionale.
I sindaci si sono lamentati che la Regione vuole ancora tenere concentrato il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti (Srr), che come all’età della diligenza ancora vengono portati alle discariche. Abbiamo indicato al presidente Orlando l’esempio di Greensky, un impianto per la produzione di energia e biokerosene che un’impresa italiana sta costruendo alla foce del Tamigi e che smaltirà 500 mila tonnellate di Rsu.

 
Quando Greensky entrerà a regime, il biokerosene, che non paga accise perché da fonti rinnovabili, sarà utilizzato dalla British Airways per i propri aerei, con risparmi notevolissimi.
Abbiamo suggerito ai sindaci di consorziarsi, per insediare in Sicilia dieci impianti analoghi, che utilizzino tecnologie modernissime, basate sulla scomposizione molecolare. Basta discariche e inquinamento dell’aria e del sottosuolo. Nel Nord Italia e nei Paesi europei le discariche non esistono più dal Duemila.
Sulla questione dell’acqua, alcuni sindaci hanno ribadito l’antica cantilena che essa è pubblica, non rendendosi conto della ovvietà. Mentre rimane in piedi tutta l’attività economica e organizzativa necessaria per costruire nuove infrastrutture di trasporto e mantenere quelle esistenti. In altre parole, il servizio di adduzione, distribuzione e somministrazione dell’acqua, pagato dai cittadini, dev’essere gestito in modo efficiente, con costi ridotti all’osso.

Un sindaco ha detto che ognuno di essi ha un colore politico: si tratta di mentalità anacronistica e superata dai tempi. Molti altri, invece, hanno detto: “Noi, 390 sindaci, siamo il partito più grosso della Sicilia”. Eureka! È vero, perciò devono trovare un modo per esercitare forte pressione su Regione e Assemblea regionale, affinché facciano il proprio lavoro e il proprio dovere.
I sindaci sono i primi attori della politica siciliana. Sono i destinatari delle proteste (molte) e degli encomi (pochi). Sono cittadini che mettono la faccia e quindi caricati di grossa responsabilità. Ecco perché hanno il dovere (e devono trovare la forza) affinché la Regione si metta a funzionare in modo ordinario, come non fa da vent’anni, dilapidando risorse a destra e a manca, per accontentare famelici clienti e mantenere quella cultura del favore che ha rovinato la Sicilia.
Dal 1° gennaio 2015, nel quadro dell’armonizzazione contabile, i Comuni dovranno formulare i bilanci secondo i principi di cassa e competenza. Chi tardasse, sarà penalizzato.
Viva i bravi sindaci. Al rogo gli altri.

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