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Agrigento – Poligono Drasy: trasloco possibile

Calogero Conigliaro

Agrigento – Poligono Drasy: trasloco possibile

domenica 12 Ottobre 2014

Le associazioni ambientaliste hanno più volte chiesto di sfruttare in altro modo la zona di Punta Bianca. Sarà fondamentale individuare un altro sito adatto a ospitare le attività militari

AGRIGENTO – Non accenna a diminuire la tensione fra ambientalisti ed Esercito per la realizzazione della riserva di Punta Bianca e il trasferimento in altro luogo del poligono Drasy, utilizzato per le esercitazioni dei militari.
La questione è tornata alla ribalta nei giorni scorsi, quando una la pubblicazione di un video realizzato con un drone ha mostrato l’esistenza di alcuni crateri lungo i costoni del poligono militare. Secondo le associazioni ambientaliste Mare Vivo e Mareamico si tratterebbe delle prove che mostrano come le frane delle falesie lungo la costa siano da attribuire all’attività militare. Da qui la necessità di trasferire il poligono, da tempo evidenziata dalle stesse associazioni.
In tal senso, si è svolto nei giorni scorsi un incontro tra le associazioni e l’assessore regionale al Territorio e Ambiente, Piergiorgio Gerratana. Quest’ultimo, dopo aver visionato dossier, video e foto della zona e aver preso atto della disponibilità, sia da parte del Ministero della Difesa che dei militari, a trasferire in altro sito le esercitazioni, ha preso l’impegno per organizzare una riunione tra i tecnici dell’assessorato e i vertici dell’Esercito per trovare una nuova zona idonea alle esercitazioni. Un “trasloco” tutt’altro che facile, poiché per permettere ai militari di svolgere le loro attività occorrono spazi con determinate caratteristiche.
Intanto, nell’area di Drasy il IV reggimento genio guastatori di Palermo sta effettuando lavori di sistemazione delle strade per migliorare la circolazione nella località di Punta Bianca. Una zona effettivamente stupenda, salvata dalla presenza del poligono negli anni del boom dell’abusivismo edilizio, che ha invece deturpato la vicina costa di San Leone.
La speranza è che la vicenda possa a breve trovare una soluzione che soddisfi tutte le parti interessate.
 

 
Quei misteriosi crateri al centro delle ultime polemiche
 
AGRIGENTO – Intanto, i crateri apparsi lungo i bordi del costone roccioso sembrano sempre più un mistero. Dal Comando militare Sud di Palermo si apprende che tutte le attività di addestramento sul luogo avvengono con proiettili inerti, quindi non deflagranti, mentre di vero e proprio esplosivo non ne verrebbe usato da almeno trent’anni.
Non ci possono essere quindi certezze su quei crateri, mentre nessuna esplosione di tale portata è stata sentita nelle vicinanze di recente, in un’area costantemente monitorata dagli stessi ambientalisti.
Per i militari è da ritenere che i crateri siano stati causati quando ancora avveniva l’utilizzo di esplosivo, soprattutto per i fornelli di mina necessari per attività di bonifica e rimasti nascosti dalla vegetazione.
Per l’Esercito appare quindi chiara la mancanza di concausa, con le recenti frane di falesie peraltro presenti in molte altre parti della costa agrigentina.

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