Edilizia stretta nella morsa Stato-Regione - QdS

Edilizia stretta nella morsa Stato-Regione

Rosario Battiato

Edilizia stretta nella morsa Stato-Regione

sabato 11 Ottobre 2014

Durissima nota dell’Ance Sicilia: lo Sblocca Italia non risolve il problema, la Pa regionale ha un debito da 1 miliardo e mezzo. La crisi dà i numeri: 80mila licenziamenti tra diretti e indotto e 1,1 miliardi ancora congelati per la ripresa

PALERMO – La crisi edilizia non conosce stasi. Gli ultimi dati dell’Ance l’Associazione dei costruttori edili, diffusi in occasione del Comitato di presidenza siciliano che si è riunito a Palermo, riportano l’ennesima voragine di un sistema che subisce, in doppio attacco, il congelamento dei fondi pubblici per nuovi appalti e il credito vantato nei confronti della Pa da 1,5 miliardi di euro. “Nel settore edile in Sicilia i licenziamenti sono arrivati a quota 80.000 fra diretti e indotto” mentre continuano a restare bloccati “1.123 milioni di euro per il settore”. La nota dell’Ance certifica il fallimento dei tentativi finora compiuti per rianimare il settore. “Con queste politiche economiche non si riesce a vedere la luce in fondo al tunnel della crisi”.
Nel mirino gli esecutivi regionali e nazionali, guidati da Rosario Crocetta e Matteo Renzi. Per l’ex sindaco di Gela l’accusa è legata al miliardo e mezzo che la Pa isolana deve alle imprese per lavori già eseguiti e che, come ha certificato il ministero dell’Economia, vede la Sicilia piazzarsi all’ultimo posto nazionale tra le regioni per avanzamento dei pagamenti. Anche la via parlamentare sembra non aver risolto i gravi problemi del settore: “A sei mesi dal varo della legge all’Ars, – si legge in una nota dell’Associazione dei costruttori – non c’è ancora certezza sulla disponibilità di 340 milioni destinati alla copertura dei debiti contratti dalla Regione e dagli enti locali (il cui sblocco dipende da una firma, che non arriva, sull’accordo Stato-Regione); né sull’allargamento del Patto di stabilità che libererebbe risorse aggiuntive per 400 milioni”.
Un altro capitolo riguarda anche il disimpegno di 383 milioni di euro per infrastrutture viarie per garantire spese correnti che riguardano il Patto di stabilità. Il riferimento corre, ad esempio, alla Nord-Sud che l’assessore Nico Torrisi ha promesso di non abbandonare, recuperando le risorse tramite il contratto istituzionale di sviluppo da 2 miliardi da firmare con l’Anas entro l’anno.
Anche da Roma, nonostante le promesse dello Sblocca-Italia, non è arrivato molto. Il decreto del governo, infatti, ha messo a disposizione per tutto il Paese “solo 39 milioni per opere del 2013, 26 milioni per il 2014, 231 milioni per il 2015 e 159 milioni per il 2016”. In due anni fanno meno di mezzo miliardo per tutta Italia, cioè l’11,7% dello stanziamento complessivo di 3,890 miliardi.
Più ottimistica la previsione del presidente dell’Anas, Pietro Ciucci, durante un’audizione alla VIII commissione della Camera, che ha fatto riferimento all’inversione del “trend negativo degli ultimi anni” con lo sblocco di 45,5 milioni di euro per il completamento dell’intervento “Itinerario Agrigento – Caltanissetta – A19” per l’adeguamento a quattro corsie della SS 640 “di Porto Empedocle” dal km 9+800 al km 44+400, il cui importo complessivo è di 545 milioni di euro. Il completamento dell’intervento, con l’apertura al traffico di quest’ultimo tratto residuale, è previsto per luglio 2015.
Nel complesso il giudizio dei costruttori è negativo. “Questi problemi – hanno concluso i vertici dell’Ance Sicilia – andrebbero affrontati con un’energica politica economica capace di sostenere gli investimenti per lo sviluppo con valore anticiclico per la crisi”. Eppure “i provvedimenti messi in campo o annunciati dal governo nazionale appaiono ancora distanti dall’essere sufficientemente incisivi, mentre a livello regionale lo scontro politico sta paralizzando l’attività del governo e dell’Ars”.
 


Solo a Palermo fallite 172 imprese e persi 5.700 posti in 5 anni
 
PALERMO – “Nell’ultimo anno e mezzo sono fallite 73 imprese edili. Dal 2009 a luglio di quest’anno, sono 172 le aziende edili che hanno dovuto dichiarare fallimento. Numeri impietosi che dimostrano, dati alla mano, che la crisi del settore è tutt’altro che alle spalle e che gli allarmi lanciati ripetutamente in questi mesi, sono caduti nel vuoto”. Ad affermarlo è Fabio Sanfratello, presidente di Ance Palermo, che rilancia quanto affermato nei giorni scorsi da Ance Sicilia in merito alla crisi del settore e continua: “Siamo stanchi di ripetere che servono interventi immediati e determinati per il rilancio di un settore strategico. Ciò che vogliamo è che si passi dalle parole ai fatti”. Dal 2009 ad oggi sono 5.700 gli operai, solo tra gli iscritti alla Cassa Edile, che hanno perso il lavoro a Palermo. “Perché di queste persone – continua Sanfratello – non parla nessuno? Di questi disoccupati nessuno si preoccupa perché non appartengono a nessuna delle categorie che, per svariate ragioni, stanno a cuore a chi ci governa? Abbiamo siglato protocolli per la legalità, per il lavoro, per la sicurezza. Offriamo professionalità e manodopera specializzata. Interloquiamo con le varie amministrazioni. Ci facciamo portavoce del malessere della categoria che rappresentiamo ma nulla è mai abbastanza”.

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