Stretta creditizia, finanziamenti rifiutati al 77,6% delle imprese siciliane - QdS

Stretta creditizia, finanziamenti rifiutati al 77,6% delle imprese siciliane

Serena Giovanna Grasso

Stretta creditizia, finanziamenti rifiutati al 77,6% delle imprese siciliane

mercoledì 15 Ottobre 2014

Secondo le rilevazioni di Confcommercio, al di qua dello Stretto solo il 2,3% delle aziende ha ricevuto il prestito richiesto. Nell’Isola si riducono le capacità di far fronte al fabbisogno finanziario (47%); peggio Sardegna (54%)

PALERMO – Crisi dilagante, imprese in difficoltà, accesso al credito ormai quasi impossibile: il solito ritornello di una canzone che noi gente meridionale siamo abituati a cantare da diversi anni a questa parte. E se oggi questi fattori sono facilmente imputabili alla recessione economica che dal 2008 non smette abbattersi sull’intero Paese, in passato la situazione non appariva per nulla differente.
 
Insormontabili difficoltà hanno sempre diviso il Nord dal Mezzogiorno, circoscrizione territoriale arrivata troppo tardi allo sviluppo industriale prima e tecnologico poi. Area che ha sempre messo in fuga migliaia e migliaia di cittadini anche con formazioni ineccepibili, contribuendo così al progressivo avanzamento del Settentrione e di conseguenza all’inesorabile arretramento del Meridione.
È così purtroppo che anche oggi continueremo a scrivere il medesimo grido tedioso di un Mezzogiorno ferito a morte. Secondo l’Osservatorio del credito di Confcommercio, nel secondo trimestre del 2014 resta critica la capacità finanziaria delle imprese siciliane operanti nel settore terziario, ovvero la capacità nel riuscire a far fronte ai propri impegni finanziari, a pagare i propri fornitori, le tratte in banca, a far fronte agli oneri contributivi e fiscali e così via dicendo.
 
Rispetto al primo trimestre dello stesso anno, le imprese dell’Isola nutrono una percezione peggiore sull’indicatore su menzionato nel 46,9% dei casi, tasso percentuale lievemente al di sotto rispetto alla media nazionale (48%). Ma ciò non deve certamente consolare, poiché i miglioramenti incamerati al di qua dello Stretto (13%) sono inferiori di ben otto punti percentuali rispetto a quelli italiani (21%). Tanto in termini di miglioramenti, quanto di peggioramenti della capacità finanziaria i risultati più deludenti si rilevano ai danni della Sardegna: infatti, solo il 5,6% delle imprese migliora la propria capacità (esattamente un quarto della media nazionale), mentre è ben il 54% in peggioramento (+6% rispetto al dato italiano). Al contrario, un dato del tutto esemplare è rappresentato dal Friuli Venezia Giulia con solo il 26,7% delle imprese in peggioramento (oltre 20 punti percentuali in meno rispetto alla media italiana) e il 26,1% di miglioramenti.
Spesso a determinare le evidenti difficoltà di adempiere ai propri doveri finanziari la si deve all’impossibilità di accesso al credito. Altrettanto spesso le imprese sono scoraggiate al punto tale da non avanzare neppure la richiesta di finanziamento. Solo il 5,9% delle imprese italiane ha chiesto un prestito nel secondo trimestre dell’anno, percentuale destinata a scendere al 12% in Sicilia. Rispetto alle imprese che hanno fatto richiesta di finanziamento, nel Paese risulta accolta solo una domanda ogni quattro (26,7%), mentre poco meno di una ogni cinque nell’Isola (19%). Ancora più deludente è la percentuale di imprese finanziate in Sicilia (2,3%). Più in generale, è il Mezzogiorno anche in questi casi ad incassare i risultati peggiori, mentre il Settentrione mantiene valori al di sotto della media nazionale.
L’Isola è la quarta regione per prestiti respinti o erogati con importi più bassi rispetto a quelli previsti (77,6%) con oltre 24 punti percentuali in più rispetto alla media nazionale (53%); segue solo a Basilicata (87,2%), Calabria (83%) e Puglia (78,9%). Per osservare più nel dettaglio l’andamento delle singole regioni è possibile consultare la tabella pubblicata a corredo dell’articolo.

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