Dispersione scolastica in Sicilia al 24,8 per cento - QdS

Dispersione scolastica in Sicilia al 24,8 per cento

Andrea Carlino

Dispersione scolastica in Sicilia al 24,8 per cento

mercoledì 15 Ottobre 2014

Secondo un recente studio costerebbe alla società dai 21 ai 106 mld. Caltanissetta record col 41,7% nel quinquennio 2009/14

CATANIA – Dai 21 ai 106 miliardi di euro viene stimato il costo della dispersione. A dirlo la ricerca “Lost-Dispersione scolastica: il costo per la collettività e il ruolo di scuole e terzo settore”, che è stata realizzata da WeWorld Intervita, Associazione Bruno Trentin e e Fondazione Giovanni Agnelli, in collaborazione con CSVnet.
Secondo la ricerca il numero dei ragazzi che in Italia lasciano i banchi di scuola prematuramente è pari al 17%, nettamente più alto rispetto alla media europea dell’11,9% (ma molto più basso del 28% calcolato da Tuttoscuola sul totale degli alunni iscritti alla scuola secondaria superiore statale). Il risultato italiano peggiora se si guarda al Sud e isole, dove ci sono regioni assai lontane dalla media europea (Sardegna 25,5%, Sicilia 24,8%, Campania 21,8% e Puglia 17,7%). Caltanissetta presenta un 41,7% di dispersione al termine del quinquennio 2009-10/2013-14. Segue Palermo con il 40,1%, quindi Catania con il 38%
 
Negli ultimi 15 anni si è disperso il 31,9% di studenti delle superiori, in pratica uno su 3. Dispersione che si concentra soprattutto negli istituti professionali, con un 37%, seguiti dagli istituti tecnici. Il Molise è, invece, la regione con più ragazzi che completano gli studi, con una percentuale di abbandono del 10%. Per contrastare il fenomeno, WeWorld Intervita ha deciso di ampliare il programma Frequenza 200, network che lavora con insegnanti, bambini e famiglie sul territorio nazionale e online con l’obiettivo di riportare a scuola 6.000 ragazzi entro il 2016.
Il rapporto tuttavia conclude che scuole e terzo settore continuano ad operare in modo indipendente e non coordinato fra loro per arginare insieme il fenomeno, nella convinzione che siano soprattutto le scuole “responsabili della disaffezione e della demotivazione dei ragazzi maggiormente esposti al rischio abbandono a causa di un deficit di attenzione rispetto ai loro bisogni”. Per la Flc-Cgil i dati sulla dispersione scolastica in Italia continuano ad essere molto gravi e sono il frutto di una “politica scolastica sbagliata, inconcludente e a favore degli interessi dei soliti noti.
Persino l’attivazione del Sistema nazionale di valutazione, che doveva avere come primo obiettivo quello di ridurre i tassi di abbandono scolastico, è stata piegata verso una deriva tutta ideologica fatta di classifiche ed esclusioni”.

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