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Catania – Il caso dell’amianto di Pozzillo. A rischio la salute dei cittadini

Chiara Borzi

Catania – Il caso dell’amianto di Pozzillo. A rischio la salute dei cittadini

giovedì 16 Ottobre 2014

Rifiuti speciali pericolosi, il caso dell’ex stabilimento delle acque minerali e l’obbligo della bonifica. Coperture in fibrocemento, prime pronunce giudiziarie per la rimozione

ACIREALE (CT) – La Sidoti Acque, società che ha in proprietà lo stabilimento della Pozzillo,è ufficialmente obbligata a rimuovere e smaltire i rifiuti speciali, pericolosi e non pericolosi, rimasti nel sito che sino al 2008 ha ospitato il noto impianto di produzione di acqua minerale. La questione era diventata annosa ed era emersa più di un anno fa quando le copertura dello stabilimento Pozzillo, composta principalmente in amianto, ha cominciato a destare allarme per lo stato di degrado in cui cominciavano a versare.
In realtà è poi tutta la zona della frazione acese ad essere caratterizzata da una presenza di amianto che allarma la popolazione e rende ancora oggi necessario un intervento massiccio di smaltimento. Procedere all’eliminazione completa dell’amianto è costoso per i cittadini ed oggi anche per le amministrazioni, risultato è la persistenza di micro discariche che nella zona si moltiplicano e vanno a riempire pericolosamente i territori vicini alle abitazioni.
La Sidoti Acque si era opposta quest’anno inoltrando ricorso alla sentenza del Tar di Catania che si era pronunciato a favore della rimozione degli elementi di amianto presenti nell’ex stabilimento Pozzillo. Una rimozione che è stata resa necessaria dopo la scoperta presenza di amianto avvenuta attraverso le rilevazioni effettuate dall’Uos Biofisica negli Ambienti di Vita e di Lavoro dell’Asp di Palermo, che hanno appurato la presenza nell’atmosfera di micro-particelle di amianto. Naturale conseguenza è stata l’intimazione alla rimozione dei manufatti in fibrocemento ritenuti pericolosi per la salute pubblica, rimozione successivamente mai avvenuta. Con ordinanza cautelare n. 52 del 29 gennaio 2014, il Tar di Catania ha rigettato il ricorso della “Sidoti Acque”, la quale però era ricorsa in appello innanzi proprio al Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana.
Il 24 luglio è stata ultima data di trattazione della questione: il Cga con ordinanza n. 394/2014, ha respinto l’appello proposto dalla società proprietaria dello stabilimento, ponendo fine alla questione ormai rinominata “Amianto di Pozzillo”.
Il caso ha coinvolto anche il Comune di Acireale che successivamente alla sentenza del Cga si è espresso con una nota dell’assessorato all’Ambiente: “L’assessore all’ Ambiente ed al Contenzioso del Comune di Acireale, Francesco Fichera, rende noto che il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana, con ordinanza n. 394/2014, ha respinto l’appello proposto dalla società proprietaria dello stabilimento sito a Pozzillo, destinataria della nota ordinanza di rimozione e smaltimento rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, meglio nota come questione ‘Amianto di Pozzillo’. L’Amministrazione del Comune di Acireale, difesa nelle due fasi del giudizio dall’avvocatura comunale e segnatamente dall’avv. Agata Senfett, provvederà a dare pronta esecuzione alla predetta ordinanza”.

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