Regioni contro Governo sulla Legge di stabilità - QdS

Regioni contro Governo sulla Legge di stabilità

Oriana Sipala

Regioni contro Governo sulla Legge di stabilità

venerdì 17 Ottobre 2014

Chiamparino: “Manovra insostenibile, a meno di non incidere sulla sanità”

ROMA – A dispetto degli “slogan” ampiamente diffusi sulla legge di stabilità, che andrebbe a pesare di meno sulle tasche dei cittadini, imponendo una più lieve pressione fiscale, le Regioni sono invece sul piede di guerra e bocciano il documento varato dal Governo. “La manovra è insostenibile per le Regioni a meno di non incidere sulla spesa sanitaria – così ha infatti affermato il presidente della conferenza delle Regioni Sergio Chiamparino -. Abbiamo dato intesa sul Patto per la Salute e il Fondo sanitario: il Patto viene così meno. Il Governo fa delle legittime manovre di politica economica ma usando risorse che sono di altri enti: l’elemento incrina un rapporto di lealtà istituzionale e di pari dignità”. “Le regioni – continua – chiedono un incontro urgente al Governo per affrontare una serie di temi e ricostituire un rapporto di leale collaborazione”.
Da parte sua, Stefano Caldoro, vicepresidente della conferenza delle Regioni e presidente della Campania, ha dichiarato: “C’è un tema di affidabilità istituzionale che si pone: con questa misura vengono meno due patti e quindi, da parte del Governo, non si è affidabili. È come fare spesa con i soldi degli altri – ha continuato – è un problema di rapporti istituzionali e siamo pronti ad aprire un confronto con il governo”.
Critiche forti, basate sui numeri, arrivano anche da Roberto Maroni, presidente della Regione Lombardia: “Valutando il testo, sembra ci siano quattro miliardi di tagli alle Regioni, due dei quali sono i nuovi fondi alla sanità datici a luglio di quest’anno con un accordo tra Governo e Regioni e che adesso sarebbero inopinatamente tagliati”. “Non è che il Governo può prima fare un accordo – ha affermato Maroni – e poi togliere di mezzo questo accordo senza coinvolgere chi ha firmato”. Secondo il presidente della Lombardia, “come conseguenza ci sarà non una riduzione delle tasse ma, temo, un aumento delle tasse da parte delle Regioni perché questi tagli, soprattutto nella sanità, sono insostenibili”.
“Siamo chiamati a finanziare scelte politiche non nostre ma prese dal Governo, legittime, ma non richieste dall’Unione europea”, avrebbe invece affermato il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. “Semplice – ha detto – abbassare le tasse con i soldi degli altri. Le Regioni sono chiamate ora a condividere il raggiungimento di obiettivi di finanza pubblica dettati dall’Ue, a finanziare scelte che non abbiamo preso noi ma il governo”.
Netto e perentorio anche il giudizio di Luca Zaia, presidente del Veneto: “Per le Regioni, quelle virtuose per prime, questa manovra passerà alla storia come la legge del massacro. Tagli insostenibili, che stiamo subendo sin dal 2011, ma che stavolta avranno pesantissime conseguenze, perché alla gente con una mano si dà ma con l’altra si toglie e le Regioni sono stremate”. “Siamo pronti alla ribellione – conclude Zaia – in tutte le forme possibili purché legittime, ma sappiano i gabellieri di Roma che il Veneto non taglierà un euro del suo bilancio almeno, e men che meno toccherà la sua sanità di eccellenza finché non vedremo che altrove ne saranno stati tagliati 10 o 20. E allora non ci sarà bisogno d’altro”.
“È tecnicamente impossibile prevedere questi tagli senza incidere per il 70% sulla sanità: dei 4 miliardi di tagli, 3 saranno sulla sanità. Il resto ricade sul trasporto pubblico che si basa sulle entrate delle Regioni: non si regge tecnicamente. Con la rettifica fatta in Finanziaria non si vuole dire la verità: questi tagli sono su sanità e trasporti”. Così si è invece espresso il presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini. Non è mancato infine il commento di Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana: “Non tornano i conti: se proiettiamo questi dati nella mia regione si tratta di 400 milioni di tagli. A meno che non si taglia la sanità, bisogna azzerare gli altri servizi ed io i soldi per l’emergenza idrogeologica, per fare solo un esempio, non vorrei tagliarli”. Il governo, insomma, ha appena varato un Patto che, stando alle parole dei presidenti di Regione, è una vera e propria negazione del welfare e dell’efficienza dei servizi.
Dal canto suo il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan interviene a favore della legge di Stabilità tanto criticata: “Questa manovra è fortemente a favore dei lavoratori e creerà più lavoro”. “Ci saranno soldi a favore della scuola”, ha aggiunto, mentre i tagli saranno realizzati “laddove i soldi non servono”. La filosofia della manovra è dunque quella di “redistribuire le risorse,tagliarle laddove non servono”.

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