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Palermo – La Protezione civile provinciale: “Il rischio esondazione è alto”

Luca Insalaco

Palermo – La Protezione civile provinciale: “Il rischio esondazione è alto”

mercoledì 14 Ottobre 2009

La zona del Papireto è quella maggiormente a rischio: l’obiettivo è evitare quanto accaduto nel 2005. Lo afferma il responsabile Calogero Foti, che parla di interventi necessari

PALERMO – Ogni volta il film si ripete: basta mezz’ora di pioggia per mettere in ginocchio la città. Strade percorribili solo con canotti o mezzi di fortuna, abitazioni ed edifici pubblici allagati, centralini dei vigili del fuoco in tilt, tombini che saltano e relitti di automobili a fare da boe galleggianti.
 
Disagi dovuti a “incuria e impreparazione tutte umane, attribuibili all’indolenza con cui l’attuale Giunta governa”, accusa il consigliere del Pd Salvatore Alotta, che ha presentato un atto ispettivo per comprendere “quale attività di prevenzione voglia mettere in atto l’amministrazione comunale per tutelare la sicurezza della popolazione”.
“Non bastano le passerelle – rincara la dose il deputato regionale democratico, Pino Apprendi – e le rassicurazioni degli amministratori a risolvere i problemi. Servono piani di prevenzione, meccanismi di pronto intervento e studi appropriati che invece sono stati del tutto ignorati: gli allagamenti nei sottopassaggi o la frana di Belmonte Chiavelli sono la punta di un iceberg, e soltanto il caso, o il destino, ha evitato che ci fossero vittime”.
Lo sa bene l’ingegnere Calogero Foti, responsabile del Dipartimento regionale di Protezione civile per la provincia di Palermo.
“In occasione delle ultime piogge – ricorda – a Partanna Mondello si sono raggiunti 80 centimetri di acqua e gli allagamenti si ripetono anche sulla Circonvallazione, con l’aggravante che quest’arteria rappresenta un’indispensabile via di fuga per la collettività, oltreché il collegamento per tutti i presidi ospedalieri. Quando si verificano questi eventi, insomma, anche i nostri soccorsi vengono ostacolati. Il Comune ci ha spiegato che l’allagamento di alcuni sottopassaggi è dipeso dall’occlusione delle caditoie causata dai rifiuti non raccolti e da altri materiali”.
“Oltre ai lavori di manutenzione del Papireto – spiega Foti – e alla pulizia delle caditoie, occorre, ad esempio, un collettore fognario in via Messina Marine. Se non interviene il rischio di esondazione è molto alto”.
Nei giorni scorsi, l’amministrazione comunale, a corto di risorse, ha consegnato alla Regione un piano con gli interventi più urgenti di manutenzione e pulizia dei canali per evitare nuovi allagamenti. L’ultima esondazione in città risale al 2005. Allora, il Papireto si riprese quello che un tempo era il suo spazio e senza chiedere il permesso ai bottegai del piano superiore.
 

 
L’appello. Tutelare l’incolumità dei cittadini
 
PALERMO – “La città – ha detto Giuseppe Messina, portavoce regionale del Movimento Difesa del Cittadino – soffre sempre degli stessi problemi. Viene messa in ginocchio a causa della cattiva gestione del deflusso delle acque meteoriche. Palermo paga il prezzo di non avere condotte separate e in alcuni casi nei canali di scarico gravano anche i reflui civili. L’abusivismo generale e la cementificazione delle nostre colline, la mancanza di tutela delle zone di esondazione comporta lo sfracello che ormai è sotto l’occhio di tutti. L’effetto climatico si tocca costantemente ed eventi meteorici significativi si alternano ad alte temperature. Si attivi subito una commissione di incarico amministrativo per verificare se le politiche adottate siano commisurate alla gestione dei servizi collegati al sistema dinamico delle acque meteoriche”.
“Il tutto – ha concluso il rappresentante dei consumatori – a tutela della pubblica incolumità”.

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