Laurearsi al Sud non conviene: 7.000 euro in meno di stipendio - QdS

Laurearsi al Sud non conviene: 7.000 euro in meno di stipendio

Liliana Rosano

Laurearsi al Sud non conviene: 7.000 euro in meno di stipendio

sabato 18 Ottobre 2014

Osservatorio sulle retribuzioni realizzato da Jobpricing insieme a Repubblica.it su un campione di 6.600 studenti. Le università private garantiscono assegni più pesanti del 20% rispetto alle statali e ai Politecnici

CATANIA – Laurearsi conviene sempre ma ancora di più nel posto giusto e nell’università giusta. Scelta difficile, quella del percorso universitario. Dalla facoltà, dall’ateneo può dipendere il nostro futuro. E anche quello del nostro conto in banca.
Laurearsi al Nord, meglio se in un’università privata, garantisce uno stipendio più proficuo.
Lo dice il Rapporto di Jobpricing, osservatorio sulle retribuzioni, realizzato insieme a Repubblica.it, che ha interpellato 6.600 studenti degli atenei pubblici con più studenti (tra i quali Palermo) e di quelli privati (Bocconi, Luiss). Il risultato: chi si laurea al Nord guadagna di più.
Innanzitutto, l’Osservatorio evidenzia come i laureati in media guadagnano 10.700 euro in più di chi non è arrivato al fatidico traguardo. Le differenze sono però consistenti tra i vari gradi di specializzazione. Le Università private garantiscono assegni più pesanti del 20% circa rispetto a statali e Politecnici, e una grande differenza la fa la geografia: tra Nord e Sud la posta è fino a 7 mila euro di differenza nella remunerazione.
Quanto mettono in tasca i laureati e quelli che decidono di fermarsi? Secondo il report, la retribuzione globale lorda annua (parte fissa + variabile) passa da 42.182 euro per i non laureati a 52.912 euro per i laureati. Se si guarda alla progressione della carriera scolastica, si vede come sia cospicuo il salto tra le retribuzioni di chi si è fermato alla scuola dell’obbligo (31 mila euro) e chi si è diplomato alle superiori (43 mila). Il dottorato paga meno di un master, mentre la triennale non garantisce un livello retributivo superiore a quello dei diplomati.
Netta è poi la differenza di stipendio una volta conseguita una laurea magistrale (o di una laurea del vecchio ordinamento): in questo caso la retribuzione media è di 52.863 €. Per quanto riguarda i lavoratori in possesso di un diploma di Master (sia di I che II livello) si registrano retribuzioni medie più elevate rispetto a chi ha ottenuto la Laurea magistrale.
Per il Rapporto in questione non ci sono dubbi: aver frequentato un’università privata (con costi di iscrizione mediamente più elevati) dà un ritorno economico superiore del 21% rispetto all’aver frequentato un’università statale, e del 19% rispetto all’aver frequentato un Politecnico.
Ma allora quali sono le università dove investire? Partiamo da Palermo, l’ateneo siciliano in classifica, risulta non proprio tra quelli dove i laureati guadagnano di più una volta inseriti nel mercato del lavoro.
Chi si laurea nell’università palermitana guadagna in media tra i 29,4 mila euro se tra i 25 e 35 anni, che diventano in media 46 mila tra i 35 e i 44 anni (fase centrale della carriera) per poi arrivare a 64 mila euro l’anno in media tra i 44 anni e i 55.
In tutto quindi a Palermo la crescita dello stipendio medio annuale nelle varie fasi della carriera è del 120% contro il 208% della LUISS di Roma dovei i laureati passano da uno stipendio di 37 mila euro a inizio carriera per arrivare a 115 mila euro in media all’anno. A seguire i bocconiani che arrivano a 110 mila euro verso i 50 anni partendo da 44 mila euro. E chiudiamo ancora con il Nord. Questa volta un’altra università prestigiosa: la Cattolica di Milano.
Chi si laurea qui guadagna in media 37 mila euro l’anno per poi arrivare a 99 mila euro nella fase che va tra i 44 anni e i 55.
 


La Bocconi di Mi sforna più dirigenti di tutti
 
è nel destino di ogni bocconiano essere CEO o CFO di un’importante azienda o multinazionale.
Chi vuole essere un dirigente meglio che si indirizzi presso la celebre università Milanese che sforna dirigenti a go-go.
Male Palermo dove solo l’11 per cento dei laureati (in linea con i dati del Sud) diventa dirigente, il 33% rientra nei quadri e il 56% negli impiegati.
Questi ultimi sono soltanto il 42 per cento tra i laureati bocconiani.
Dirigenti anche alla Luiss che ne sforna il 23 per cento e al politecnico di Milano, da dove ne arrivano il 17 per cento. Scopriamo che molti profili, la cui università frequentata è una delle private analizzate, si collocano con maggior probabilità nelle aree dedicate alla finanza e alle banche, all’amministrazione e controllo di gestione, nelle aree del marketing e della comunicazione.
Le professionalità create dai Politecnici permettono invece ai propri laureati di collocarsi prevalentemente in aree legate alla ricerca e sviluppo e area tecnica, alla produzione e alla gestione della Supply Chain. Il Politecnico di Milano inoltre vede una quota significativa dei propri laureati collocarsi all’interno dell’area consulenziale.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017