Termini Imerese, arrivano le ombre. Anche sul progetto Grifa non c’è certezza - QdS

Termini Imerese, arrivano le ombre. Anche sul progetto Grifa non c’è certezza

Rosario Battiato

Termini Imerese, arrivano le ombre. Anche sul progetto Grifa non c’è certezza

martedì 21 Ottobre 2014

Il gruppo che dovrebbe permettere l’aumento di capitale annuncia che niente è scontato. Settimane di attesa. Nuti (M5S): “Non bastano generiche assicurazioni, ora vogliamo vedere i 100 milioni promessi”

PALERMO – Il futuro di Termini Imerese viaggia sulle montagne russe. Nei giorni scorsi le dichiarazioni che arrivavano dal Mise e dall’assessore Lidia Vancheri, celebravano una possibile risoluzione per la reindustrializzazione dell’area con l’avvio di produzione di auto ibride grazie all’investimento di Grifa spa.
 
In questo progetto si è subito perso un pezzo: Kbo Capital, il cui ingresso in società era considerato strategico, secondo indiscrezioni di stampa, per l’aumento di capitale da 25 a 100 milioni, ha comunicato che non avrebbe investito nel rilancio industriale dell’ex impianto Fiat abbandonato dal 2011. Poi la stoccata del Banco Central do Brasil, della quale Kbo Capital è una partecipata, che annuncia come l’operazione di investimento si potrà fare se effettivamente deliberata, ma non c’è nulla di scontato. 
Ancora nessuna trasferta sicula. La comunicazione è giunta in una nota: “Con riferimento a recenti articoli di stampa secondo cui Kbo Capital avrebbe sottoscritto un aumento di capitale per rilevare una quota di Grifa S.p.A., Kbo Capital chiarisce che la notizia è priva di fondamento”. In particolar modo si sottolinea che non c’è mai stato “alcun interesse o volontà di investire in Grifa S.p.A a qualsiasi titolo”. Un vero e proprio macigno sulla strada per far risorgere Termini Imerese che prevede un investimento iniziale di 350 milioni di euro (250 finanziati da Invitalia).
La situazione incresciosa è stata chiarita in una comunicazione del Banco Central do Brasil, che tramite il procuratore generale Marcello Gianferotti, ha illustrato che “l’operazione d’investimento, se infine effettivamente deliberata, nelle prossime settimane, verrà eseguita direttamente da un fondo ancora non dichiarato, per motivi di ovvia riservatezza, partecipato ed amministrato dal Banco Brj Sa o chi per questa”.
Allarme rientrato? Per il M5S “c’è sempre più puzza di bruciato”. Riccardo Nuti, deputato stellato, ha attaccato il piano del ministero esponendo diversi dubbi sulla effettiva adattabilità dell’azienda al progetto Termini. “Ora si apprende che la società indicata come finanziatrice si dichiara estranea alla faccenda. A questo punto non bastano generiche assicurazioni, vogliamo vedere i cento milioni promessi”. In vista del prossimo incontro si affilano le armi. “Chiederemo all’assessore per le Attività produttive – ha spiegato il deputato all’Ars Giorgio Ciaccio – di venire a riferire subito in commissione. Siamo stanchi di progetti messi in piedi solo a fini propagandistici. Vogliamo le prove che non si stia giocando ancora sulla pelle della gente”.

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