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Messina – Una rete unica di monitoraggio contro l’inquinamento a Milazzo

Lina Bruno

Messina – Una rete unica di monitoraggio contro l’inquinamento a Milazzo

giovedì 23 Ottobre 2014

Mettere a punto un Piano di emergenza tra più enti ed eseguire esami tossicologici sulla popolazione. Servono controlli comprensoriali e interventi tempestivi dopo l’incidente a Milazzo

MILAZZO (ME) – Antiche paure, risvegliate da un serbatoio in fiamme e che nessuna rassicurazione riesce ancora a placare. Dalla notte dell’incidente alla raffineria di Milazzo si sono susseguiti incontri, riunioni, tavoli tecnici i cui risultati però non hanno convinto gli abitanti dei comuni della Valle del Mela, area dichiarata ad elevato rischio di crisi ambientale con un Decreto della Regione Sicilia del 2002. Ne sono la prova la grande manifestazione organizzata qualche settimana fa dalle Associazioni ambientaliste del comprensorio che ha coinvolto migliaia di persone e i numerosi comitati spontanei nati proprio dopo l’incendio del serbatoio T513.
Il denso fumo che ha infestato l’aria di Milazzo e dei comuni vicini avrà effetti sulla salute e sull’ambiente ma soprattutto qual è il rapporto tra inquinamento e alcune patologie in un area caratterizzata da tanti insediamenti industriali? Le risposte continuano ad essere confuse e discordanti con istituzioni che in questi anni non sono riusciti neppure ad approntare dei piani di emergenza e un idoneo sistema di informazione  per la popolazione.
La notte dell’incendio la gente è uscita di casa nel panico, disinformata sulla reale  gravità di quello che stava succedendo. Qualche giorno dopo il prefetto Stefano Trotta ha istituito l’Unità di crisi e a dieci giorni dall’incidente l’Asp ha concluso che non vi erano “elementi da far pensare nell’immediato a condizioni di pericolo per la salute pubblica”.
Nella nota dell’Arpa dei giorni 4-5-6 ottobre infatti “le centraline della rete di monitoraggio della qualità dell’aria non hanno rilevato valori di concentrazione degli inquinanti superiori ai limiti di legge”. Ma nella comunicazione inviata dalla stazione di Messina dell’Agenzia regionale ai sindaci del comprensorio tirrenico, alla Prefettura e alla Provincia relativa alla qualità dell’aria del 9 ottobre si evidenzia invece che i valori di Benzene riscontrati nella media oraria sono superiori anche fino a tre volte quelli consentiti dal D.Lgs 155/10. C’è un problema di monitoraggio ma “l’iniziativa del gruppo di cittadini che ha affittato una centralina per verificare i dati dell’Arpa non colma i vuoti esistenti – ribadiscono Beniamino Ginatempo e Egidio Maio dell’associazione Zero Waste – la scadente funzionalità e la scarna credibilità del sistema di controllo attuale, dicono, deve essere rivisto prevedendo il monitoraggio di tutte le sostanze inquinanti emesse/immesse nell’ambiente”.
Viene proposta quindi una rete unica di monitoraggio gestita direttamente dai comuni interessati con l’utilizzo della strumentazione e del personale dell’Arpa. Ma il problema centrale forse è quello che succede, anzi, che non succede dopo la segnalazione di sforamento di alcuni valori. Provincia e Comuni avrebbero delle azioni in carico ben precise, compreso il coinvolgimento degli organi sanitari competenti, nella sostanza però disattese. Allo stesso modo non hanno prodotto atti consequenziali i rapporti regionali sulla salute dei residenti nelle aree a rischio malgrado evidenziassero aumenti allarmanti di alcune patologie.
Le Amministrazioni locali adesso però vogliono essere più incisive nella salvaguardia dei propri territori così come gli ambientalisti rilanciano le loro proposte in raccordo con i Comuni. “Non vogliamo fare da stampella ai sindaci – spiega Peppe Maimone, presidente del Coordinamento delle associazioni ambientali Milazzo -Valle del Mela – ma rendere più forte il comprensorio ai tavoli regionali e nazionali”.
Nel corso de dibattito promosso da padre Peppe Trifirò, parroco di Archi, sindaci e associazioni hanno quindi concordato sulla necessità di un piano d’emergenza comprensoriale, della vigilanza sanitaria sulla popolazione e di controlli tossicologici sulla catena alimentare, di finanziamenti per la bonifica del territorio e del miglioramento della normativa ambientale.

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