La conoscenza è la chiave del successo - QdS

La conoscenza è la chiave del successo

Carlo Alberto Tregua

La conoscenza è la chiave del successo

venerdì 31 Ottobre 2014
Il più grande patrimonio di cui dispone la persona umana è la conoscenza. Con la conoscenza il processo di evoluzione della razza umana è costante, senza, si arresta. La questione riguarda la capacità di acquisire conoscenza, che non è un processo automatico, ma va attuato secondo regole.
Tuttavia si acquisisce anche in modo istintivo. Quando apro gli occhi e vedo la luce, so che il sole è sorto. Se di notte non vedo la luna, so che essa è nascosta dalle nuvole oppure che non è visibile dal punto ove io mi trovo.
La conoscenza genera crescita sociale ed economica delle popolazioni. Quelle più evolute, però, sono egoiste perché preferiscono dare aiuti piuttosto che portarla ad altre popolazioni che non la possiedono.
L’egoismo delle popolazioni evolute deriva dal fatto che se quelle non evolute crescessero, aumenterebbe la competizione e la concorrenza, con il risultato di fare abbassare i compensi e le utilità, cui non vogliono rinunziare.

In questi macro meccanismi rientrano le attività di sfruttamento di materie prime, di cui tanti paesi poveri sono possessori, ma che non sono in condizione di sfruttare perché, appunto, non possiedono conoscenza. Oro e argento, rame ed altri metalli, diamanti e pietre preziose, petrolio e gas, si trasferiscono dai Paesi poveri a quelli ricchi che li pagano poco, con la conseguenza che i primi diventano più poveri e i secondi più ricchi.
La conoscenza proviene dalla ricerca, che dovrebbe essere sostenuta e potenziata in tutti i paesi del mondo. Questo non avviene, in buona misura, perché l’utilità è differita nel tempo e molti preferiscono l’uovo oggi alla gallina domani, perché l’avidità umana non permette sovente di capire che vivere per l’oggi è sbagliato, mentre l’oggi dovrebbe essere la premessa per un domani migliore.
L’egoismo ha portato la profonda recessione che ha colpito il mondo occidentale in questo settennio che si conclude. L’egoismo è stata la causa per cui tutto il settore dei dipendenti e dirigenti protetti e garantiti non hanno ceduto alcunché a favore di quelli che non avevano alcuna copertura. Al dipendente tranquillo non importa nulla del cittadino disoccupato.

 
Per essere competitivi occorre che la conoscenza si trasformi in competenza. è proprio in base a questo requisito che dovrebbero essere valutati tutti coloro che lavorano. Solo la competenza produce risultati perché consente di organizzare nel modo più efficiente le strutture (imprese e no profit), e raggiungere ed ottenere risultati che non si discostino molto dagli obiettivi.
Tutti cercano l’efficienza, ma pochi sono in condizione di ottenerla, proprio perché bisogna essere competenti, lo ripetiamo continuamente per evitare che qualcuno se ne scordi. Chi è competente può raggiungere il successo, chi non lo è quasi sempre resta al palo.
Con la conoscenza si possono fare i quattrini o si possono attivare azioni di solidarietà. Con i quattrini non si fa la conoscenza individuale, a meno che essi non servano per l’apprendimento e per fare esperienza, anche andando a battere, in qualche caso, la testa contro il muro. Le ferite aiutano molto.

Si dice che la Cina abbia rallentato il suo processo di crescita, ma quest’anno il suo Pil è in aumento di oltre sette punti. Se lo paragoniamo alla locomotiva del mondo (Usa), in aumento di circa il 2,5%, risulta essere tre volte superiore. Altro che rallentamento. Nel Paese orientale, il Governo centralista sta spingendo a tutta birra sulla conoscenza, insediando decine e decine di nuove università, potenziando veri corsi di formazione e  sostenendo fortemente la ricerca.
Ricerca e formazione sono i due più importanti elementi della crescita e del futuro. Chi non capisce questo processo, o è un cretino, o è in perfetta malafede.
Non può essere un discorso teorico quello che facciamo, ma deve avere le gambe dell’azione per camminare e produrre risultati. Ecco dove dovrebbe intervenire l’azione della Classe dirigente di una Comunità:  una Classe dirigente illuminata e altruista, che sia al servizio dei cittadini e dell’interesse generale. Dalla Classe dirigente deriva il ceto politico che ha la più alta responsabilità della guida di una Comunità. Ma spesso se ne dimentica.

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