Burocrati anonimi i nomi dei responsabili - QdS

Burocrati anonimi i nomi dei responsabili

Carlo Alberto Tregua

Burocrati anonimi i nomi dei responsabili

sabato 01 Novembre 2014

Presidente e sindaci l’inchiodino

La Vetocrazia contro cui si è scagliato Matteo Renzi dicendo che le avrebbe fatto una lotta violenta, si nasconde dietro l’anonimato per una sorta di vigliaccheria congenita derivante dal fatto che i burocrati hanno scheletri negli armadi. Il dirigente pubblico, di Stato, Regione, Comune e altri enti, quando è bravo (caso sovente) ci mette la faccia, si assume le proprie responsabilità perché non è ricattabile, invoca e applica la legge sulla sua autonomia che impedisce al politicante senza mestiere di mettere le sue sporche mani per combinare malaffari e altre nefandezze. I politici onesti e corretti non si azzardano mai a fare raccomandazioni o a dire ai propri dirigenti cosa fare e come devono agire, né se debbano trasferire un loro dipendente da un posto all’altro o da una mansione all’altra. Sono i politici disonesti che usano questi mezzucci. È stata approvata la Legge 114/14 sblocca Italia che prevede due innovazioni: il demansionamento dei pubblici dipendenti, che tradotto in italiano significa che ad ognuno di essi può essere affidato un incarico di minor rilevanza funzionale, fatto salvo il trattamento economico. Il secondo riguarda la mobilità e cioè che un pubblico dipendente (o un dirigente) può essere spostato nell’ambito della stessa amministrazione o da un’amministrazione ad un’altra nel raggio di 50 km.
 
Non si capisce perché, a titolo di esempio, il Comune di Catania – che da parecchio chiede ai propri dipendenti di passare nel dipartimento dei Vigili urbani, trovando solo sordi – non procede, con provvedimento del capo del personale, a spostare 100 o 200 dipendenti in quel dipartimento, di cui l’amministrazione ha bisogno, togliendoli da altri dipartimenti dove sono inutili. Ricordiamo che Catania ha oltre 3.000 dipendenti contro i 1.600 di Bari, città con maggiore popolazione. Tornando ai dirigenti pubblici, che costituiscono l’architrave della pubblica amministrazione, sarà bene che inizi quel processo di selezione, in base al quale vengono valorizzati imigliori ed emarginati, maneggioni ed incapaci, che usano il loro incarico non per servire i cittadini ma per servire i lori amici, i loro clienti e, perchè no?, le proprie tasche.
 
Semolti dirigenti, disonesti e incapaci, si comportano in questo nefando modo, la responsabilità è dei vertici politici. Nel nostro caso il presidente della Regione e 390 sindaci sono oggettivamente responsabili della disfunzione della propria amministrazione. Ovviamente tra i sindaci ve ne sono parecchi bravi, e la loro bravura si riflette nelle proprie cittadine che sono linde, pulite, infiorate, illuminate, con le strade lisce come biglie e con l’amministrazione composta da dirigenti e dipendenti pronti alle richiestedi cittadini e imprese. Ma sono pochi. Purtroppo la maggioranza di essi non è capace di tenere in ordine la propria amministrazione con i requisiti prima descritti. Ha esubero di personale inutile emagari vacanza di figure professionali indispensabili. Cio è accaduto perché le pubbliche amministrazioni hanno immesso dipendenti per raccomandazione enon perché vi era un effettivo fabbisogno. Un mal costume che si è accentuato in questi ultimi 30 anni.
 
Certo, se per proprio conto, presidente di Regione e sindaci sono degli incapaci, risulta evidente che trasferiscono a valle la loro incapacità. Ed è altrettanto evidente che non sceglieranno mai bravi dirigenti ma altrimediocri come loro epossibilmente che abbiano gli scheletri negli armadi, e perciò ricattabili, e disponibili a fare qualunque porcheria pur di conservare ilposto. La questione che descriviamo da decenni sembrava fosse una nostra visione. Invece, noi vedevamo quelli che altri non vedevano o non volevano vedere. Oggi la Vetocrazia è sotto gli occhi di tutti e nelle televisioni e nei quotidiani sono numerosissime le proteste dei cittadini che si sentono vessati da pubblici dipendenti i quali non osservano l’articolo 54 della Costituzione secondo il quale i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore (…). Vorremmo chiedere a tanti dirigenti regionali e comunali, nonché dipendenti regionali e comunali, se hanno la coscienza di poter affermare che adempiono le funzioni pubbliche loro affidate con disciplina ed onore. Molti confermerebbero, ma molti altri dovrebbero sprofondare per la vergogna.

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