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Catania – Non solo le palme: tutti gli alberi possono essere instabili e insicuri

Melania Tanteri

Catania – Non solo le palme: tutti gli alberi possono essere instabili e insicuri

martedì 04 Novembre 2014

Dopo la tragedia in piazza Cutelli, analisi delle possibili infestazioni e formazione del personale. Numerose segnalazioni, ricognizione in corso. Censite 440 piante a rischio

CATANIA – Continuano i controlli del Comune per verificare lo stato di salute delle palme che si trovano in luoghi pubblici. Dopo la tragedia che ha visto morire la signora Patrizia Scalora, schiacciata da una palma mentre era seduta su una panchina di piazza Cutelli insieme alla figlia, l’amministrazione ha disposto che il personale comunale, supportato dagli esperti del Digesa dell’Università, verifichi le condizioni delle piante colpite da punteruolo rosso e, in generale, il verde in città, con particolare attenzione proprio agli alberi.
 
Non sono solo le palme, infatti, a creare preoccupazione agli amministratori e alla cittadinanza: in alcune parti della città, come ad esempio nella zona di corso Indipendenza, il consiglio circoscrizionale da tempo segnala la necessità di mettere in sicurezza le piante che, in passato, hanno causato danni notevoli.
“Nel corso di una riunione operativa a Palazzo degli Elefanti – ha affermato l’assessore all’ambiente, Rosario D’Agata – a cui hanno partecipato il capo di Gabinetto, Massimo Rosso, gli esperti e i tecnici, abbiamo cominciato a lavorare per coinvolgere altri enti e organismi, oltre al Digesa e all’Orto Botanico, con il quale abbiamo già una convenzione. L’idea – ha spiegato – è quella di aumentare il numero di soggetti attivi per rendere più rapida la ricognizione anche sulla stabilità di tutti gli alberi di Catania, a cominciare ovviamente dalle palme”.
Prima di intervenire, è stato fatto un censimento delle palme presenti nel territorio di Catania: si tratta complessivamente di 983 piante ma, secondo gli esperti, solo 440 di queste sarebbero da tenere sotto controllo, visto che le altre appartengono alla specie Chamaerops humilis, ossia la palma nana, che non si sviluppa per più di due metri.
Le specie maggiormente a rischio sono infatti quelle alloctone, che appartengono ai generi Phoenix (canariensis, dactylifera e reclinata), Washingtonia (filifera e robusta) e poi le più rare Butia capitata, Trachycarpus fortunei e Brahea armata.
“Dedichiamo ovviamente maggiore attenzione alle Phoenix dactylifera – ha evidenziato Pompeo Suma, del Dipartimento di gestione dei sistemi agroalimentari e ambientali – perché bisogna confrontarsi con un comportamento nuovo del punteruolo rosso, che ha attaccato un tipo di palma con modalità tali da poter trasformare le piante infestate in un pericolo, senza che se ne colgano evidenti segnali esterni. In questo, come sottolineato, l’attività è per certi versi pionieristica. Pensiamo comunque di poter procedere con una certa celerità all’analisi delle possibili infestazioni, partendo dalle piante potenzialmente a maggior rischio”.
Nel frattempo, continua anche la formazione del personale comunale, giardinieri, vigili urbani, operai delle manutenzioni e operatori ecologici, che possa segnalare agli esperti eventuali anomalie sulle piante.

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