Giustizia lenta, soprattutto in Sicilia - QdS

Giustizia lenta, soprattutto in Sicilia

Pierangelo Bonanno

Giustizia lenta, soprattutto in Sicilia

giovedì 06 Novembre 2014

Rapporto del Fondo monetario internazionale sulla correlazione tra sistema processuale e crescita economica. Il “Judicial Reforms for Growth“ sull’Italia analizza un periodo di sei anni dal 2006 al 2012

PALERMO – La Sicilia è tra le regioni italiane con il sistema giudiziario più lento. Il dato emerge dal recente rapporto elaborato dal Fondo monetario internazionale dedicato al sistema processuale italiano e alla sua stretta correlazione con la crescita economica. Secondo il Rapporto sull’Italia, , che analizza il periodo 2006/2012, dal titolo “Judicial Reforms for Growth“, il sistema giudiziario italiano è tra i peggiori tra i paesi Osce sia in riferimento all’arretrato sia tenendo conto della durata media dei processi.
 
In particolare, l’Italia non rispetta il principio di  durata ragionevole del processo sancito dall’art. 6 della Convenzione europea dei diritti umani e per questo ha subito il numero maggiori di condanne da parte della Corte europea.
La cartina presente nella pagina rappresenta il divario tra Nord e Sud, dove la Sicilia si colloca tra le regioni con un sistema giudiziario tra i più lenti. Sulle difficoltà del sistema giudiziario italiano è anche intervenuta la  Banca Mondiale che nel suo rapporto Doing Business, espressamente menzionato nello studio del FMI, colloca l’Italia al 160° posto con una durata media di una controversia commerciale fino al completamento delle procedure di recupero del credito di 1.210 giorni ed un costo pari al 29,9% del valore della controversia. Appare utile ricordare che l’indagine della Banca Mondiale,  dimostra che tra i tredici tribunali italiani esaminati Palermo si colloca al 9°posto. In particolare, si evidenzia che presso il tribunale di Palermo per una controversia commerciale sono necessari 40 giorni per la notificazione del giudizio, 798 giorni per lo svolgimento del giudizio e l’ottenimento di una sentenza, 527 giorni per l’esecuzione della sentenza stessa per un dato complessivo di 1.366 giorni.
Nello studio elaborato dal FMI si evidenzia tra le varie regioni italiane una correlazione statistica tra l’efficienza del sistema giudiziario e la produttività del sistema economico.
 
Nel dettaglio la produttività del sistema industriale è il 44% più alta nelle prime tre regioni con il sistema giudiziario più efficiente. Il ministro della Giustizia Andrea Orlando nei mesi scorsi  ha presentato diversi provvedimenti di riforma della giustizia che, ancora, in gran parte sono oggetto del dibattito parlamentare, tra questi occorre menzionare: il processo civile veloce, decreto-legge sulle misure urgenti di degiurisdizionalizzazione ed altri interventi per la definizione dell’arretrato in materia di processo civile.
 
Il provvedimento prevede tra l’altro l’introduzione dell’istituto della negoziazione assistita, ovvero la conciliazione con l’assistenza degli avvocati e novità in materia di arbitrato, separazione e divorzio, compensazione delle spese, rito sommario e procedimento esecutivo ; l’introduzione della responsabilità civile dei magistrati, disegno di legge di riforma della disciplina che prevede l’ampliamento dell’area di responsabilità, il superamento del filtro, la certezza della rivalsa nei confronti del magistrato e il coordinamento con la responsabilità disciplinare; l’efficienza del processo civile, disegno di legge delega con l’obiettivo di migliorare efficienza e qualità della giustizia, dando maggiore organicità alla competenza del tribunale delle imprese, istituendo sezioni specializzate per la famiglia e la persona.
 

 
Il Fmi ha esaminato la riforma del Governo Renzi e ha raccomandato un uso più ampio della mediazione
 
Il Fondo monetario internazionale non tralascia l’analisi della riforma della giustizia presentata dal Governo Renzi. Nelle conclusioni il Fmi raccomanda un uso più ampio della mediazione.
Secondo il prestigioso istituto di Washington vi è spazio per miglioramenti significativi in termini di efficienza del sistema giudiziario italiano, con importanti e potenziai effetti macroeconomici. La riforma deve essere strutturale, globale e dovrebbe avere il necessario supporto istituzionale. Esso dovrebbe anche avere il coinvolgimento di tutte le parti interessate, in particolare giudici e avvocati. Secondo il Fmi la strategia dovrebbe seguire un approccio in quattro punti: ridurre l’arretrato; promuovere un più ampio uso delle procedure di risoluzione delle controversie alternativi, quali la mediazione; razionalizzare il sistema di ricorso, compresa la revisione da parte della Corte Suprema di Cassazione e il ruolo degli avvocati in questo contesto; e concentrandosi sulla gestione e la responsabilità tribunali. Tale pacchetto di riforme completo, se presi insieme ed efficacemente attuato, potrebbe contribuire a ridurre la disoccupazione e sollevare il potenziale di crescita, aumentando gli investimenti.

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