Catastrofismo meteo per distrarre i cittadini - QdS

Catastrofismo meteo per distrarre i cittadini

Carlo Alberto Tregua

Catastrofismo meteo per distrarre i cittadini

martedì 11 Novembre 2014

Sempre Panem et circenses

In queste ultime settimane, dopo le esondazioni di Genova, Parma ed altre città, è arrivata la psicosi generata dalle previsioni meteorologiche: sono diventati gli argomenti di cui la gente parla in continuazione.
Questa psicosi è stata causata anche da un’informazione martellante: radio e televisioni, pubbliche e private, cominciano sempre con l’argomento meteo. Ci sembra di essere diventati britannici, i quali, quando s’incontrano, per prima cosa parlano del tempo.
I sindaci debbono fare ordinanze per chiudere le scuole, eventualmente anche gli uffici pubblici, e consigliare i cittadini di non andare in giro, è un obbligo. Obbligo perché ricevono dalla Protezione civile il livello dell’allarme, quando è rosso. La Protezione civile, a sua volta, si basa sulle previsioni meteorologiche che dovrebbero essere fatte da esperti, i quali spesso sembrano astrologi e non meteorologi.
È noto che la meteorologia non è una scienza esatta. Ma oggi gli strumenti di previsione sono molto avanzati.

Diffondere allarme tra i cittadini, per non assumere responsabilità, non è corretto, perché l’allarme comporta il rallentamento o il fermo delle attività, con caduta del Pil e riflessi negativi sull’economia. è giusta la prudenza, ma fuori luogo l’eccesso di prudenza.
è vero che quando la commissione presieduta dal professore Enzo Boschi, che rassicurò gli aquilani affermando che non vi sarebbe stato il terremoto, quando questo, invece, si verificò, ricevette una condanna in primo grado a sei anni. Proprio ieri, in appello è arrivata l’assoluzione per tutti gli imputati.
Tuttavia, non è possibile che i meteorologi-astrologi e dirigenti della Protezione civile nel dubbio annuncino catastrofi. Sembra che lo facciano per distrarre i cittadini dai veri problemi, ricordando il Panem et circenses adottato come soporifero per il popolo romano dell’epoca.
Con i pesanti problemi che gravano sulla Sicilia, il farfugliante presidente della Regione annunciava il gravissimo pericolo del ciclone, di tipo tropicale, che avrebbe colpito l’Isola, soprattutto la parte sud-orientale, con catastrofici danni. Un flop clamoroso, per fortuna, che ha smentito il traballante Crocetta.
 

In ogni caso, i danni che si sono verificati nel territorio nazionale, conseguenti ad abbondanti precipitazioni, con qualche bomba d’acqua, ha denudato la responsabilità di politicanti senzamestiere e burocrati senzaprofessione, che non hanno fatto il loro lavoro di messa in sicurezza del territorio. Questa situazione è stata aggravata dalla irresponsabilità e malafede di tanti sindaci, che hanno consentito l’edificazione di fabbricati in posti dove non si sarebbero dovuti costruire.
Ovviamente la responsabilità è anche per quella parte della Classe dirigente (professionisti, imprenditori, sindacalisti, ambientalisti, consumatori, Club service member), venuta meno al proprio ruolo di controllo dei responsabili delle Istituzioni.
In pratica, questi hanno avuto mano libera per fare di tutto, soprattutto per riempire le proprie tasche, fare favori, alimentare la prostituzione pubblica.
Politicanti senzamestiere e burocrati senzaprofessione hanno maggiore colpa nel momento in cui, pur avendo disponibili cospicue risorse, non le hanno utilizzate per mettere in sicurezza il territorio. Cosicchè, negli ultimi vent’anni, sono stati spesi per risarcimento dei danni e ristrutturazioni circa 30 miliardi. Se ci fosse stata prevenzione, con la stessa cifra si poteva mettere in sicurezza cinque volte di più di territorio.
L’infingardagine dei vetocrati, l’insipienza degli irresponsabili delle Istituzioni, l’incuranza della Classe dirigente, hanno ridotto l’Italia, anche in questo versante, nelle condizioni di un Paese del terzo mondo.
È giunta l’ora della svolta, è giunta l’ora in cui governo e ministri, presidenti e assessori regionali, sindaci e assessori locali, divengano soggetti responsabili, compiano il loro dovere facendo tutto il loro lavoro.
In questa direzione deve spingere l’opinione pubblica, e per essa la Classe dirigente, indignandosi ed incazzandosi, facendo pressione perché la vetocrazia diventi Burocrazia (cioè la sana amministrazione della cosa pubblica), e i pubblici dipendenti si ricordino in ogni momento dell’art. 54 della Costituzione: il dovere di adempiere le funzioni pubbliche con disciplina ed onore.

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