Pil e disoccupazione condannano Crocetta - QdS

Pil e disoccupazione condannano Crocetta

Carlo Alberto Tregua

Pil e disoccupazione condannano Crocetta

venerdì 14 Novembre 2014

In tv sbeffeggiata la Sicilia

Nell’anno 2012, il 10 novembre,  quando Crocetta si è insediato, il Pil della Sicilia era pari a 73,3 miliardi di euro, i disoccupati 319 mila, il tasso di disoccupazione totale 18,60 per cento, la disoccupazione giovanile  (18-29 anni) al 35,70 per cento, l’indice di dotazione infrastrutturale totale era l’84,9 sulla media nazionale.
Da questa fotografia si parte per accertare se nel 2013 l’azione del Governo regionale abbia prodotto miglioramenti o peggioramenti. Si sa che i dati obiettivi possono avere valutazioni diverse, ma non mentono. A tutti i bla bla bla essi possono essere opposti e difficilmente qualcuno li può contestare, a meno che non contengano errori.
Vediamo quali sono state le variazioni nel 2013 : il Pil è sceso a 70,5 miliardi (-2,8 miliardi), in compenso i disoccupati sono aumentati a 352 mila, cioè 33 mila in più, il tasso di disoccupazione è passato al 21 per cento, cioè il 2,4 in più, la disoccupazione giovanile (18-29 anni) è schizzata al 45,4 per cento, cioè il 9,70 per cento in più. Del tasso infrastrutturale totale nulla vi possiamo dire perchè Unioncamere non ha ancora pubblicato il dato relativo al 2013.

Dai pochi indici descritti si evince che Pil e disoccupazione condannano il presidente della Regione, il quale ha sprecato un anno in vuote parole senza mettere in atto programmi efficaci per migliorare i quattro parametri elencati. Potrete trovare spiegazioni e dettagli nell’inchiesta pubblicata all’interno.
Del peggio c’è il peggiore. Secondo l’Istat i disoccupati nel 2014 sono ulteriormente aumentati di 27 mila unità, passando a 379 mila e portando il tasso di disoccupazione totale al 22,50 per cento. Il Pil è retrocesso ancora, anche se non abbiamo il dato definitivo, ma possiamo affermare che nel periodo di crisi 2008/13 è retrocesso di 14 punti, contro la media nazionale che è andata indietro di 8 punti.
La forbice si è allargata, la Sicilia non solo non recupera, ma perde terreno, indietreggia seminando disperazione nella società, la quale non vede come fare per riprendere la strada dello sviluppo e dell’occupazione.
In questo marasma, le entrate tributarie della Regione diminuiscono, i trasferimenti dallo Stato diminuiscono, i crediti inesigibili (avanzo di amministrazione) aumentano.
 

Una situazione nera, che più nera non si può. è tutta responsabilità del presidente della Regione? Non solo, ma anche dei 90 consiglieri-deputati regionali, molti dei quali bravi e onesti, ma altri che pensano ad arricchirsi o a galleggiare.
La responsabilità è anche della Classe dirigente che ha consentito a politicantisenzamestiere e a burocratisenzaprofessione di non opporsi al degrado che, invece, hanno contribuito a far aumentare.
In Regione vi è una irresponsabilità generale, ognuno fa per se (e qualche altro per tutti). Nessuno risponde a nessuno, ma qualcuno nel caos generale lucra mazzette. I fascicoli restano fermi sui tavoli dei dirigenti, 400 dei quali non hanno incarichi e non dirigono nessuno, altri 600 sono inutili alla produzione ed erogazione dei servizi, ricordando che la Regione Lombardia ha appena 217 dirigenti e 2.951 dipendenti.

Il presidente della Regione (per questa analisi non ci interessa la persona fisica) è stato invitato numerose volte in diversi talk show televisivi nazionali. Non ci ha rappresentato bene. Senza farlo apposta, ha consentito a conduttori di varia estrazione di sbeffeggiare la Sicilia, perché non ha saputo mettere in evidenza una condotta luminosa e chiara, un tragitto inequivocabile per ribaltare la situazione comatosa quando egli si è insediato, col risultato evidenziato dagli indici prima illustrati.
Non è un presidente di cui possiamo andare orgogliosi come vorremmo, anche perché eletto da appena il 15 per cento degli aventi diritto al voto. Ecco una legge elettorale che andrebbe rapidamente modificata, sostituendola con un’altra analoga a quella dei sindaci, che funziona molto bene.
A parte la cattiva figura che il presidente ha fatto fare a tutti i siciliani, vi è la questione di sostanza più volte evidenziata: non ha compiuto nessuna azione per fare aumentare il Pil nel 2014, fare diminuire i disoccupati, fare diminuire la disoccupazione giovanile e fare aumentare il tasso infrastrutturale totale.
Un bel risultato, non c’è che dire: avanti così e la Sicilia cadrà nel baratro!

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