Tagli alle forze dell’ordine: l’Odissea di più di mille futuri servitori dell’Arma - QdS

Tagli alle forze dell’ordine: l’Odissea di più di mille futuri servitori dell’Arma

Mariaelena Casaretti

Tagli alle forze dell’ordine: l’Odissea di più di mille futuri servitori dell’Arma

martedì 18 Novembre 2014

Spending review 2012: per 1.000 Carabinieri in pensione impiegate solo 200 nuove risorse. La difesa dei cittadini non è più priorità? Monti, Letta e Renzi: tre governi e due anni in lista d’attesa per i giovani vincitori di concorso

ROMA – Nei secoli fedele. Giuramento a senso unico nei confronti di un’istituzione storica che è venuta meno ai suoi doveri nei confronti dei vincitori del bando di concorso, per esami e titoli, per il reclutamento di 1.886 allievi Carabinieri effettivi, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica – 4^ serie speciale, n. 15, del 24 febbraio 2012. Tutto regolare fino al 27 settembre dello stesso anno, quando a pochi giorni dalla pubblicazione della graduatoria finale, come previsto dal bando di concorso, viene reso noto, sul sito online dell’Arma dei Carabinieri, un avviso a firma del Gen. C.A. Leonardo Gallitelli che diminuisce i posti a concorso da 1.186 a 216 e una maschera di consultazione che lascia a casa i restanti vincitori dichiarati, per l’occasione, idonei non prescelti.
 
Taglio netto in adempimento al D.L 6 luglio 2012, n.95, convertito in legge, con modificazione, dall’art.1, co.1, L. 7 agosto 2012, n. 135, recante disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica e una conseguente rimodulazione del piano assunzioni su nuovi limiti numerici e finanziari. In soldoni: spending review, tagli alle forze dell’ordine, riduzione del personale addetto al contrasto della criminalità e duro colpo all’occupazione giovanile.
 
Per accedere al bando servono sei mesi di caserma, dunque non si tratta di semplici civili, i vincitori hanno già servito lo Stato con onore verso il nostro Paese e la nostra Bandiera. Hanno sostenuto spese in ticket sanitari a proprio carico per certificare il loro stato di salute e in viaggi e alloggi a Roma per svolgere le varie prove al Centro Nazionale di Selezione a Tor di Quinto, per poi vedere cambiate le carte in tavola alla fine dei giochi.
 
La spending review del Governo Monti prevede la riduzione del turnover al 20% e per i 1886 le possibilità di coronare il loro sogno si affievoliscono. Le leggi vanno rispettate, restano a casa 1670  giovani vincitori di concorso e l’Arma che denuncia il sotto organico tace.
I soldi per gli stipendi di questi giovani non ci sono, ma per tenere aperte tre scuole d’addestramento con poco meno di 250 allievi sì; Torino, Roma e Reggio Calabria ne ospitano più di 1.500, ma vengono preparate solo circa 80 brande per ciascuna scuola. Tra ricorsi collettivi al Tar e preghiere indirizzate al Co.Ce.R si ottiene per il 2013 uno scorrimento della graduatoria fino alla posizione 818 e finalmente ritorna la speranza. A febbraio viene bandito un nuovo concorso per arruolare 342 allievi da integrare ai restanti vincitori di concorso, ma a marzo del 2014 scade l’idoneità psicofisica duramente guadagnata e si ritorna a Roma per gli accertamenti.
Stress, ulteriori quattrini nella Capitale, altri investimenti da parte dell’Arma per riconfermare l’idoneità già attribuita 18 mesi prima e  il 10 settembre 2014 arriva la tanto attesa comunicazione: il 132 ° corso inizia il 29 settembre 2014.
 

 
Vincenzo Romeo, appuntato scelto e “Capitano” della battaglia dei 1.886
 
In quanto rappresentante Co.Ce.R (Consiglio centrale di rappresentanza) pensa di aver fatto il possibile per sostenere questi giovani aspiranti allievi carabinieri?
“Sono stato l’unico a sposare la problematica. Ho dato loro una divisa da carabiniere e il primo vero messaggio utile: essere sempre a servizio degli altri. Ho tolto del tempo a me stesso senza alcun ritorno se non in stima, affetto e gratificazione personale per aver condotto e vinto questa battaglia. Mi sono immedesimato nella loro situazione e non potevo che essere dalla loro parte e da quelle delle loro famiglie”.
Secondo il suo parere l’Arma dei carabinieri poteva fare di più per tutelare i 1886 vincitori di concorso?
“I vertici delle amministrazioni hanno potuto solo “obbedire” in silenzio “assenso”. Per salvare le dinamiche bancarie sono andati distrutti sogni e progetti, ma la legge è legge e va sempre rispettata”.
È stato chiesto lo scorrimento delle graduatorie, non era possibile magari, visto l’incorporamento a singhiozzi, chiedere un risarcimento danni o al più considerare loro questi anni di stop come anni utili all’avanzamento di carriera?
“Loro sono vincitori di concorso e non ancora carabinieri effettivi. L’unica richiesta lecita era lo scorrimento della graduatoria, per il resto, forse, in un secondo momento potranno cercare di capire se esistono gli estremi giudiziari per avanzare ulteriori proposte”.
Il 29 settembre doveva partire il 132° corso, per quale ragione è stato fatto quest’ulteriore slittamento?
“Renzi aveva comunicato l’esigenza di ulteriori tagli, dunque è stato slittato per quantificare le risorse non ancora impiegate nell’anno 2014 e per riuscire a mettere equilibrio nelle economie degli impegni di Governo. Non è stato certo la migliore delle decisioni. Ma un Comandante Generale dell’Arma, come si può dire, è lui che fa le scelte e i "suoi" uomini ne devono solo fare obbedienza”.
 

 
Stop alle partenze. Slitta tutto oltre il danno ecco la beffa
 
Pubblicato sul sito il calendario di convocazione con tanto di destinazione ai reparti d’istruzione e per i restanti vincitori del concorso 2012 le sventure sembrano arrivate al capolinea. Invece oltre il danno ecco la beffa. Slittano le partenze per motivi “organizzativi” e la comunicazione data giorno 10 viene smentita il 13. Una boccata d’aria di soli tre giorni e per i giovani futuri allievi riparte il countdown. Le partenze sono state rinviate a dicembre: una strategia per iniziare a pagare i loro stipendi da gennaio 2015. Finalmente la situazione pare davvero risolta, ma non credo sarà facile per loro dimenticare due anni in un limbo che non sembrava avere fine. Due anni di perdite in denaro, in avanzamento di carriera e in progetti falliti per questi giovani futuri carabinieri in attesa, che in occasione del bicentenario dell’Arma, ne testimoniano una caduta di stile e una perdita di garanzia.

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