Lo strano caso della sparizione dei biglietti Ast a Catania - QdS

Lo strano caso della sparizione dei biglietti Ast a Catania

Adriano Zuccaro

Lo strano caso della sparizione dei biglietti Ast a Catania

mercoledì 19 Novembre 2014

Cristina Finocchiaro, titolare dell’impresa che si occupava della distribuzione dei ticket: in un mese l’azienda ha fornito solo 10 punti vendita. I piccoli esercenti penalizzati da una decisione improvvisa, imposta una soglia di acquisto minima dei tagli pari a 2.000 euro

CATANIA – I biglietti Ast a Catania, e ancor di più nell’hinterland, sono ormai introvabili. Perdoniamo all’Azienda siciliana trasporti il peccato (grave) di non aver mosso un passo in avanti in direzione del “biglietto elettronico” ma almeno il cartaceo dovrebbe essere alla portata di tutti. Le cose non stanno così, purtroppo.
La signorina Cristina Finocchiaro, titolare dell’impresa “Seven” ci aiuta a svelare il “mistero della sparizione” improvvisa dei biglietti Ast: “Per ben 16 anni abbiamo distribuito i biglietti per conto dell’Ast, riuscendo a raddoppiare il  numero di punti vendita forniti. È subentrato un nuovo direttore a Catania e, dal mese scorso, l’Ast si occupa autonomamente di distribuire i biglietti ai punti vendita. Prima che accadesse ciò, avevamo noi l’appalto e mettevamo in campo quattro persone per rifornire di biglietti i clienti, sette giorni su sette di mattina e pomeriggio. L’Ast, invece, ha una sola vettura con un solo impiegato, che si sposta per mezza giornata da lunedì a venerdì: ecco perché molte zone sono sfornite”.
I problemi non investono solo la distribuzione…
“Da quando l’Ast ha preso in gestione la distribuzione, dal 18 ottobre, s’impone ai clienti di comprare almeno 250 biglietti urbani e almeno 100 suburbani per ogni taglio; i tagli sono quattro (sei in alcuni paesi). Un punto vendita, per avere tutti i tagli, dovrebbe spendere circa 2.000 euro. Quando pensavamo noi alla distribuzione, i punti vendita potevano fare anche ordinativi frazionati da 300 euro”.
Questa scelta penalizza i punti vendita più piccoli?
“Certo, penalizza i più piccoli che, naturalmente, non stanno facendo ordinativi a tali condizioni. Così, però, ci sono punti vendita forniti a grandi distanze con conseguente disagio per gli utenti. Inoltre, dal 18 ottobre al 14 novembre, cioè ad un mese dall’avvio della gestione Ast, sono almeno un centinaio i punti vendita che hanno fatto ordinativi ma non hanno ricevuto i biglietti! E questo io lo posso affermare in virtù di una raccolta di firme che ho avviato (mettendo a fianco lo scontrino del negozio attestante la data della visita). Questo materiale lo spediamo all’Ast di Palermo”.
Voi, dunque, siete stati messi alla porta dall’Ast.
“Sì, dall’oggi al domani. Il contratto scadeva il 31 luglio ma è sempre stato rinnovato perché abbiamo svolto un ottimo lavoro. A un mese da questa data, il direttore, furbescamente, prima di comunicarmi la sua decisione, mi ha chiesto la lista dei clienti. L’appalto di Gela, invece, è rimasto a noi perché la città fa capo a Modica (con un altro direttore) e non ci sono stati stravolgimenti”.
Nell’hinterland catanese dove è possibile trovare i biglietti?
“In un mese l’Ast ha fornito solo 10 punti vendita. Ad Aci Sant’Antonio non si trova un biglietto, a Viagrande è fornito un solo punto vendita. A Mascalucia ho visitato nove punti vendita e solo uno è possiede i biglietti, a Gravina di Catania su otto nessuno. Stesso discorso per Belpasso, San Pietro Clarenza, Ficarazzi, Aci Castello ed Acitrezza. A Zafferana un solo punto vendita ha biglietti”.
Il biglietto, dunque, si può acquistare quasi esclusivamente sul bus?
“Sì, ma in alcuni casi gli utenti sono invitati a scendere dalla vettura perché sul bus non sempre si ha la disponibilità del resto”.
Qual è il suo giudizio sul servizio informazioni che l’azienda riserva agli utenti?
“Non rispondono quasi mai al telefono ed anche noi, a volte, ci vedevamo costretti ad andare a San Giuseppe La Rena per le comunicazioni. Gli orari delle fermate degli autobus li consegnavano in copia singola; eravamo noi ad occuparci di fotocopiare per i clienti queste informazioni. A Catania ci sono 20 autobus inutilizzati per problemi di manutenzione e ci sono debiti pure con i rifornimenti di benzina. Ho dato la vita per questa azienda e con un calcio mi hanno mandato via”.
Per due settimane abbiamo tentato, tramite mail e telefono, di metterci in contatto col direttore dell’Ast di Catania e di chiedere informazioni al centralino, ma tutte le nostre richieste di chiarimento (nelle poche occasioni che qualcuno ha alzato la cornetta) sono cadute nel vuoto.
Gli utenti continuano a subire enormi disagi e dall’altro lato della cornetta un silenzio che “profuma” tanto d’indifferenza.

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