Non si ferma la battaglia per il "No" alle trivellazioni - QdS

Non si ferma la battaglia per il “No” alle trivellazioni

redazione

Non si ferma la battaglia per il “No” alle trivellazioni

mercoledì 19 Novembre 2014

Prosegue l’impegno dell’AnciSicilia contro le trivellazioni nel Canale di Sicilia. Leoluca Orlando: “Intendiamo proseguire il nostro cammino in difesa delle coste siciliane”

Prosegue l’impegno dell’AnciSicilia contro le trivellazioni nel Canale di Sicilia. L’associazione dei Comuni siciliani, in piena sintonia con i territori interessati, Greenpeace e le altre associazioni ambientaliste ha ribadito, anche nel corso dell’Audizione in IV Commissione all’Ars, la propria posizione sul cosiddetto “Sblocca Italia” (convertito in legge n. 164 dell’11 novembre 2014) che, all’articolo 38, consente una procedura amministrativa eccessivamente semplificata per le società che chiedono l’autorizzazione ad avviare le prospezioni petrolifere anche nel territorio siciliano, con i conseguenti rischi per l’ecosistema dei nostri mari e delle nostre coste.
 
Analisi presentate da multinazionali come la Schlumberger, non evidenziano  adeguatamente come lo sviluppo di prospezioni petrolifere nella zona dello Stretto di Sicilia possa rappresentare una gravissima minaccia alla biodiversità e alle attività economiche siciliane legate al mare quali il turismo e la pesca. Autorizzare le trivellazioni vuol dire compromettere la vita dei nostri mari e le prospettive di sviluppo per il nostro territorio.
“Abbiamo già espresso ampiamente – hanno dichiarato Leoluca Orlando e Paolo Amenta, rispettivamente presidente e vice presidente Anci Sicilia – qual è la nostra posizione e intendiamo continuare  nella difesa delle coste della nostra Isola, proseguendo in questa battaglia contro le trivelle. Procederemo anche per vie legali, anche con appositi esposti e diffide. La specialità del nostro Statuto attribuisce alla Regione competenza esclusiva in materia ambientale e paesaggistica nel nostro territorio e pertanto siamo in presenza di un sopruso che non può passare inosservato. Purtroppo, ancora oggi si assiste a un’eccessiva superficialità nelle approvazioni di Via (Valutazione impatto ambientale) e Vas (Valutazione ambientale strategica) che è accompagnata all’assenza di una strategia rispetto alla pianificazione dello sviluppo del territorio e dell’utilizzo delle risorse comunitarie”.
Sicuramente  c’è la volontà di tutte le componenti istituzionali regionali di intervenire per scongiurare questa grave minaccia ambientale. Lo scorso 12 novembre, infatti, l’Ars ha votato due emendamenti e una mozione che impegnano il Governo Crocetta a sospendere tutte le autorizzazioni di ricerca e di prelievo di idrocarburi sul territorio regionale attualmente in corso di Via, nonché quelle già rilasciate. Se entro il 31 dicembre, però, queste non daranno risposte alle richieste di autorizzazione giacenti, la documentazione andrà inviata al Ministero dell’Ambiente per “i seguiti istruttori di competenza”.
Lo Stato, quindi, minaccia di subentrare alle Regioni nell’iter autorizzativo sulle concessioni e non è possibile dare nulla per scontato.

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