In manette l’ambasciatore di Matteo Messina Denaro - QdS

In manette l’ambasciatore di Matteo Messina Denaro

redazione

In manette l’ambasciatore di Matteo Messina Denaro

mercoledì 19 Novembre 2014

Il nipote del boss, Luca Bellomo, tra gli arrestati in un’operazione dei Cc

TRAPANI – Operazione antimafia dei Carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Trapani nei confronti del clan capeggiato dal boss Matteo Messina Denaro. Gli investigatori hanno eseguito 16 ordini di custodia cautelare in carcere, emessi su richiesta della Procura distrettuale antimafia di Palermo, per associazione di tipo mafioso, estorsione, rapina pluriaggravata, sequestro di persona e altri reati aggravati dalle finalità mafiose.
Le indagini dei Carabinieri hanno confermato il ruolo di vertice tuttora rivestito dal capomafia latitante nella provincia trapanese, documentandone i diversificati interessi illeciti. Sono stati accertati dagli inquirenti anche i collegamenti funzionali a progetti criminali comuni con le famiglie palermitane e, in particolare, con quella di Brancaccio guidata dai fratelli Graviano.
In manette anche il nipote di Messina Denaro, Girolamo Bellomo, detto Luca, 37 anni, uomo d’affari e marito dell’avvocato Lorenza Guttadauro. Secondo i Carabinieri del Ros sarebbe stato Bellomo a curare gli interessi del boss in questi ultimi anni. Il procuratore aggiunto Teresa Principato e i sostituti Maurizio Agnello e Carlo Marzella lo accusano di essere l’ultimo ambasciatore di Matteo Messina Denaro.
“Esprimiamo un apprezzamento a Magistratura e Forze dell’ordine per l’ennesimo duro colpo inflitto alla mafia di questo territorio, a Matteo Messina Denaro e ai suoi fiancheggiatori” hanno scritto in una nota i rappresentanti di Confindustria Trapani.
“L’odierna operazione – si legge ancora nel documento dell’associazione degli industriali – se da un lato conferma la bontà delle indagini investigative poste in essere finora, dall’altro evidenzia come persista nel territorio trapanese, specie in alcune aree, il controllo forte e devastante della criminalità organizzata”.
“Ancora una volta – è scritto al termine della nota – la società civile deve prendere atto come occorra intensificare lo sforzo di un’intera collettività che insieme alle istituzioni operi quotidianamente per l’affermazione della legalità contro il crimine e il malaffare. In questo senso agli imprenditori spetta un compito importante, di non cercare né scorciatoie, né facili arricchimenti, ma di operare sempre e comunque nel rispetto delle regole e secondo i principi dell’etica e della democrazia economica”.

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