Le religioni in mezzo fra Dio e le persone - QdS

Le religioni in mezzo fra Dio e le persone

Carlo Alberto Tregua

Le religioni in mezzo fra Dio e le persone

martedì 25 Novembre 2014
Le religioni monoteiste (ebraica, islamica e cristiana), nonché quelle con molti Dei, per esempio Brahma, Shiva e Visnu, esistono perché le persone umane hanno bisogno di sapere che cosa accadrà quando cesseranno.
L’ignoranza crea paura, associata all’istinto di conservazione che naturalmente mette nelle condizioni di forte instabilità le persone.
Da che l’uomo è nato ha avuto bisogno di sapere (o di voler sapere) di più rispetto alla propria vita ultraterrena. Nessuno mai ha potuto dare risposte provate a questo bisogno. Ecco perché le religioni, di qualunque tipo, si sono radicate dentro la mente dei viventi ed hanno cercato di spiegare quali debbano essere i comportamenti per meritarsi un posto piacevole nell’aldilà.
I pellerossa credevano nel loro Dio, Manitou. Se fossero morti combattendo sarebbero andati nelle celesti praterie, sempre indossando i loro amuleti. Se qualcuno glieli avesse tolti, sarebbero finiti negli inferi: per loro cosa tremenda.

Di per sé le religioni sono cosa buona, il guaio si verifica quando uomini malevoli le vogliono utilizzare a proprio uso e consumo. Quanti esponenti dell’ebraismo, dell’islamismo e della religione cristiana hanno tradito i principi etici di tutti i tempi a cui le stesse religioni si sono ispirate. Basta andare indietro; fino a re Salomone (non si sa se sia esistito), per trovare tanti principi etici, che tutti dovrebbero osservare, indipendentemente da quelli religiosi.
In nome di Allah vengono trucidate barbaramente persone innocenti, donne e bambini, in nome del Dio cristiano per oltre duecento anni la Santa Inquisizione ha ammazzato trecentomila persone e, in nome del Dio ebraico i popoli hanno fatto carneficine.
La Bibbia, vecchio e nuovo testamento, non fa differenza fra i due, ma nell’applicazione delle due religioni le differenze sono profonde e non sarà certo un giornalista che scrive brevi note a poterle evidenziare.
Quando i capi delle religioni non si comportano in modo etico, commettono reati morali più gravi degli uomini comuni perché hanno maggiore responsabilità e, soprattutto, speculano sulla ignoranza e la credulità delle persone.

 
In che modo speculano? Esercitando il potere temporale, fatto di cose materiali, fra cui i piaceri della vita che compongono la natura umana. Tentare di cassarli con una norma è quasi sempre un esercizio vano.
I miracoli esistono? Non si sa, vi sono delle procedure, nelle diverse religioni, che in tempi più o meno lunghi confermano o escludono il loro verificarsi. I Santi esistono? Chissà! Certo, fra tante cattive persone vi sono moltissime sante persone, ma non per questo possiedono (o hanno posseduto) capacità miracolistiche.
Le liturgie delle religioni hanno lo scopo di inquadrare i fedeli che, ripetendo parole e musiche, dovrebbero avvicinarsi al loro Dio, qualunque esso sia. Ma, spesso, la meccanicità e la ripetitività delle cose che dicono non provengono dall’anima, ma dall’abitudine. Le liturgie sono utili alle gerarchie, perché irreggimentano i fedeli e coloro che ci credono. Non sappiamo se le avvicinano al Supremo architetto.

Dio esiste? È il titolo di un bel libro di Hans Küng di 1096 pagine che ho avuto il piacere di leggere e che sto rileggendo. Quando ha cominciato a scriverlo, il più grande teologo cattolico vivente, insieme a Joseph Ratzinger, non aveva posto il punto interrogativo, che aggiunse alla fine. Perché? Perché è giusto che ogni persona si ponga questo interrogativo, in modo da darvi una risposta compiuta e consapevole.
Credere per fede, a mio avviso per quello che vale, è riduttivo. Spiegarsi che tutto quello che esiste non può che essere frutto di un soggetto superiore, dovrebbe convincere molti a credere che Dio esiste almeno per questa ragione. Per cui, bisognerebbe comprendere che le intermediazioni fra ogni essere vivente (cosciente e sapiente) con Dio, sono del tutto inutili, perché il Creatore ha rapporti diretti con ciascuno dei viventi.
Sperare che egli intervenga nei fatti e misfatti quotidiani degli uomini è inutile, perché nel suo progetto e nella sua realizzazione è previsto che essi decidano liberamente del proprio destino e della propria vita.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017