Elettori schifati, politici condannati - QdS

Elettori schifati, politici condannati

Carlo Alberto Tregua

Elettori schifati, politici condannati

mercoledì 26 Novembre 2014

Alta astensione, forte protesta

Gli italiani non ne possono più di un ceto politico autoreferente, egoista, che non rispetta i valori etici, secondo i quali, prima viene l’interesse generale e poi quello personale.
Il ceto burocratico si è associato a tale comportamento egoistico. Se le guide del Paese sono bacate, non può che andare in malora. È vero che c’è stata una crisi internazionale, ma è anche vero che ha colpito duramente l’Italia e molto più duramente il Mezzogiorno per il debole tessuto sociale ed economico, gestito malissimo dai vertici burocratico e politico.
Non molto tempo fa un comico genovese ha fondato un movimento pentastellato che ha cominciato a protestare fortemente. Gli elettori italiani l’hanno votato abbondantemente. Ma quando si sono accorti dell’inutilità di tale movimento, incapace di contribuire a ribaltare la comatosa situazione italiana, l’hanno abbandonato. è crollato in Emilia, è crollato in Calabria e crollerà nelle prossime elezioni.
A questo punto gli elettori non sanno più a che santo rivolgersi e per conseguenza non sono andati più a votare. 

Il crollo del numero dei votanti in Emilia, passato dal 68 al 37 per cento, ne è un esempio, anche se in quella regione, in cui moltissimi cittadini legittimamente sono sinistri radicali, non hanno ritenuto di dare il loro suffragio al Pd di Renzi perché secondo loro non segue quello che pensano Vendola, Landini e Camusso, campioni della tutela dei privilegiati. 
Stefano Bonaccini è stato eletto col 18 per cento degli aventi diritto al voto in quanto ha ricevuto il 49 per cento del manipolo di votanti. Gli è andata meglio di Rosario Crocetta che il 28 ottobre 2012 è stato eletto con appena il 15 per cento dei votanti (il 30 del 50 per cento).
È questa legge elettorale per l’elezione dei presidenti di Regione (cafonescamente chiamati governatori) profondamente sbagliata. Per eleggere tali presidenti dovrebbe essere adottata immediatamente e senza dubbio la legge dei sindaci. In questo modo l’eletto dovrebbe necessariamente ricevere il suffragio di almeno la metà più uno dei votanti al secondo turno e non come sta accadendo in questi anni, quando si diventa presidente di Regione con i suffragi di una piccola minoranza che non rappresenta il popolo.

 
Matteo Renzi ha detto che la bassa affluenza è un aspetto secondario. Sbagliato. Se il popolo non partecipa al più alto punto della democrazia che sono le elezioni, vuol dire che condanna il ceto politico, senza appello, per il suo comportamento asociale, contrario ai cittadini.
Intendiamoci, questa non è una nota che alimenta l’antipolitica, un vergognoso alibi utilizzato da politicanti senza mestiere. è una nota che vuole sottolineare come il mediocrissimo ceto politico regionale e statale sia venuto meno al proprio dovere e alimenti quasi esclusivamente il proprio piacere. Renzi ha detto quello che ha detto per nascondere che moltissimi emiliani non votanti sono quelli che parteggiano per Bersani, Cuperlo e soci, e gli hanno voluto fare uno sgarbo palese.
Se il ceto politico è mediamente di scarsa qualità, ma ripetiamo che vi sono uomini politici di valore – onesti e corretti che non sempre occupano posti di responsabilità – anche quello burocratico è di scarsa qualità, fermo restando che anche in questo caso vi sono burocrati e dipendenti di valore che non si trovano però nei posti giusti. 

Nonostante il quadro a fosche tinte (alta disoccupazione, Pil negativo, piccoli imprenditori e artigiani allo stremo, decine di migliaia di cassintegrati) vi è un ceto sociale che non sta male. Quello dei pubblici dipendenti, che si lamentano per non avere ricevuto aumenti contrattuali quando milioni di cittadini sono andati indietro economicamente e vivono quasi sulla soglia della povertà.
I pubblici dipendenti, che hanno giurato di essere fedeli alla Costituzione ai sensi degli articoli 54 e 97, hanno dimenticato i loro giuramenti e si comportano in modo egoistico chiedendo per sè vantaggi che non possono essere dati perché altri cittadini sono sommersi dagli svantaggi. Inoltre non servono come dovrebbero e alimentano la corruzione estesa, i favoritismi e le raccomandazioni.
Anche questo spiega lo schifo dei cittadini per cattivi politici e burocrati. Il rimedio c’è: ribaltare questi nefasti comportamenti con onestà e competenza.

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