Politici e burocrati rovina d’Italia - QdS

Politici e burocrati rovina d’Italia

Carlo Alberto Tregua

Politici e burocrati rovina d’Italia

sabato 29 Novembre 2014

Magnacci, parassiti e speculatori

Il ceto politico ha fatto come i roditori: si è mangiato l’Italia come il formaggio. Ovviamente, vi è una parte di politici (che non sono politicanti) onesti e corretti. Ma hanno il difetto di non denunciare le malefatte dei loro colleghi disonesti ed egoisti.
Il ceto burocratico ha contribuito al sacco d’Italia per interessi personali, per lucrare mazzette, favori ed altri vantaggi. Anche in questo caso è doveroso rilevare che vi è una parte di dipendenti e dirigenti pubblici, forse maggioritaria, che tiene in piedi la macchina amministrativa pubblica. Ma anche questi benemeriti servitori dello Stato hanno il difetto di non denunciare la malaparte della burocrazia, quella che blocca autorizzazioni e concessioni, che ritarda le procedure, che nega tutto al solo scopo di ottenere vantaggi, e così via.
In ogni caso, tutta la categoria dei dipendenti pubblici ha la faccia tosta di chiedere aumenti quando vi sono tre milioni e mezzo di disoccupati, tre milioni di piccoli imprenditori e artigiani che si dannano l’anima per andare avanti, nove milioni di poveri.

Il danno maggiore che ha fatto la burocrazia è di non far funzionare con efficienza l’organismo, che rende dieci e costa cento. Perché? Perché è malato. Ma non c’è nessun medico che si è sbracciato per dargli la giusta terapia. Cosicché, la malattia peggiora e il danno per cittadini e imprese aumenta considerevolmente.
A monte della burocrazia, vi è un legislatore astruso e incompetente, che scrive norme incomprensibili, in palese violazione della legge 400/88, la quale prescrive tassativamente la chiarezza dei testi normativi.
Non è un caso che le leggi siano scritte in maniera ingarbugliata, perché consentono controversie di tutti i tipi, di cui beneficia la categoria degli avvocati, e ritardi di tutti i tipi perché i ricorsi alla magistratura, amministrativa e ordinaria rallentano fino a fermare tutti i procedimenti, non per colpa propria.
Se il territorio italiano è in queste disastrose condizioni, la responsabilità è interamente del ceto politico e di quello burocratico. Infatti, Regioni e Comuni che dovrebbero effettuare opere di risanamento idrogeologico, non l’hanno fatto. Peggio, hanno rilasciato concessioni per cementificare dove non si doveva.
 

Mentre creava questi danni forse irreparabili, il ceto politico si auto-approvava leggi per ottenere vantaggi economici e finanziari di ogni tipo e approvava norme e contratti a favore del ceto burocratico che ha straguadagnato in relazione agli scarsi risultati raggiunti.
La valutazione è proprio in questo rapporto fra costo dei servizi e qualità degli stessi. In qualunque organizzazione aziendale, pubblica o privata, non si dovrebbe fare a meno di commisurare le spese ai servizi prodotti, senza un euro di più.
Il ceto politico e quello burocratico hanno ribaltato questa regola di efficienza e di prudenza: hanno stabilito spese a piè di lista, indipendentemente dagli obiettivi da perseguire. Con questo comportamento hanno diffuso una irresponsabilità a tutti i livelli e impedito di misurare il merito, cosicché i peggiori sono andati avanti e i migliori sono rimasti al palo, con un danno per i cittadini conseguente.

Il Ceo di Ernst & Young (una famosa società internazionale di revisione e organizzazione di aziende pubbliche e private), Mark Weinberger, ha dichiarato una santa verità: “La tassa peggiore è la burocrazia”. Fa sorridere che siano gli stessi burocrati a dire che la burocrazia è il cancro dell’Italia, come se essa fosse disgiunta da loro stessi, come se la burocrazia albergasse nella stratosfera mentre i burocrati, poverini, che stanno con i piedi a terra e straguadagnano, non c’entrassero nulla.
La drammatica situazione dell’occupazione e dell’economia italiana ha messo con le spalle al muro ceto politico e ceto burocratico. Ma entranbi resistono a tagliare tutto il superfluo e continuano a godere privilegi come se nulla fosse. Non hanno capito che i tempi degli sperperi sono finiti, perché è urgente utilizzare la spesa pubblica per investimenti e non per pagare magnacci, parassiti e speculatori.
Ribadiamo che è indispensabile un ribaltamento del comportamento di quei politici e burocrati bravi e onesti, che mettano in funzione gli anticorpi delle loro categorie per debellare la grave malattia dei loro colleghi infingardi e corrotti, da espellere fuori dal consesso.

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