Ars, riformare presto l'art. 36 dello Statuto - QdS

Ars, riformare presto l’art. 36 dello Statuto

Raffaella Pessina

Ars, riformare presto l’art. 36 dello Statuto

sabato 06 Dicembre 2014

Il prof. Giuseppe Verde presente ieri al dibattito: “Lo Stato non ha gli 8 mld da versare”. Ardizzone: “Ci spettano le accise, da oggi non siamo più fessi”

PALERMO – La riforma dello Statuto siciliano è stata al centro di un dibattito che si è tenuto ieri a Palazzo dei Normanni. Si è trattato di un incontro tra parlamentari nazionali eletti in Sicilia e deputati regionali in Sala Rossa a Palazzo dei Normanni per parlare della riforma dello Statuto, già avviata dal Parlamento regionale con l’approvazione di una legge voto nel 2005, ma mai presa in esame dal Senato, e proseguita nel febbraio del 2014 con un’altra legge voto tesa alla modifica dell’articolo 36 dello Statuto.
Un riforma tesa ad ottenere che le imprese che producono nell’isola versino nelle casse della Regione invece che allo Stato le imposte, oggi calcolate in 8 miliardi di euro. Il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone ha più volte sottolineato l’importanza di tale argomento e l’ha sottoposto all’attenzione del presidente del Senato Piero Grasso e del presidente della commissione Affari costituzionali, Anna Finocchiaro.
 
Al dibattito, guidato da Ardizzone, hanno preso parte anche il presidente della Regione Rosario Crocetta, il senatore Giampiero D’Alia, presidente dell’Udc, e Vincenzo Gibiino, senatore e coordinatore regionale di Forza Italia, i docenti dell’Ateneo palermitano Giuseppe Verde e Salvatore Sammartino, e Salvatore Di Gregorio, studioso della materia statutaria, autore di un volume sulla genesi di una legislazione ritenuta fortemente penalizzante per la Sicilia e che lascia irrisolte le sue questioni finanziarie aperte con lo Stato centrale. Il primo ad intervenire è stato proprio Ardizzone che ha comunicato di aver parlato poco prima di cominciare il dibattito, con la senatrice Anna Finocchiaro che gli “ha raccomandato di sollecitare i senatori presenti a questo dibattito di sollevare la questione dei rapporti finanziari Stato-Regione e l’esame del ddl voto depositato al Senato affinchè si apra la questione in conferenza dei capigruppo e si avvii il dibattito sulla soppressione dell’articolo 36 anche in Senato”.
Un intervento a gamba tesa quello del presidente Ars: “Nonostante raffiniamo il 40% del fabbisogno italiano di petrolio, non ci vengono versate le accise che dovrebbero derivare dal consumo della benzina in Sicilia, mentre questo diritto è riconosciuto alle altre regioni a Statuto speciale. Ora, saremo anche siciliani sporchi, brutti e cattivi, ma sicuramente da oggi non siamo più fessi”. Giuseppe Verde, costituzionalista e componente della commissione paritetica per la riforma statutaria, ha detto che “Lo Stato centrale non può permettersi di versare otto miliardi l’anno. E’ impensabile che dal bilancio dello Stato possano essere sottratti questi importi da assegnare alla Sicilia. La commissione paritetica può approvare domani un atto amministrativo, se la Regione e lo Stato approvano i contenuti, ma sarebbe inutile, vista l’impossibilità di un’attuazione dei finanziamenti”.
Verde ha detto che ogni volta che la commissione paritetica presenta un documento, gli risponde dall’altra parte un impiegato che non si può fare nulla. Cosa che sta avvenendo per un  finanziamento per la fornitura idrica nelle isole minori: 30 milioni di euro per il 2015. “E’ necessario – ha detto Verde –  che  Stato e Regione si pongano il problema di come la Sicilia si debba sviluppare. E questo non è possibile se non stanziano risorse che mettano in moto meccanismo produttivo”.

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