Tassa di soggiorno "indigesta" - QdS

Tassa di soggiorno “indigesta”

Michele Giuliano

Tassa di soggiorno “indigesta”

sabato 06 Dicembre 2014

A Mazara del Vallo è stata appena introdotta, nella città dei Templi diverse associazioni fanno “muro”. Agrigento ribadisce il suo “no”, il trapanese invece “costretto” per salvare l’aeroporto

PALERMO – Resta un nodo alla gola quella tassa di soggiorno per gli albergatori siciliani che sanno bene che in questo periodo di crisi anche qualche spicciolo da risparmiare fa sempre comodo agli avventori.
 Il coro dei “no” resta sempre quello più sostanzioso mentre cresce anche quello di chi accetta l’introduzione dell’obolo più che altro perché necessita fare cassa.
Caso quest’ultimo che riguarda la provincia di Trapani ed in particolare Mazara del Vallo, la città del famoso “Satiro danzante”.
Qui è stata appena introdotta la tassa di soggiorno ma con sofferenza: “L’amministrazione comunale ha varato il regolamento della disciplina della tassa di soggiorno – spiega l’assessore comunale al Bilancio Vito Billardello – con la quale il Comune si andrà a dotare di uno strumento economico che servirà a concretizzare la collaborazione con l’Airgest per tentare di mantenere e potenziare i collegamenti aerei da e per l’aeroporto di Birgi con soluzioni che coinvolgano il territorio mazarese e belicino.
Nel redigere il bilancio 2014 e gli esercizi finanziari del prossimo triennio – prosegue Billardello – prevediamo 120 mila euro annui di stanziamenti in favore di Airgest che saranno finanziati dall’introduzione di una tassa di soggiorno a carico di turisti e visitatori che pernotteranno per una o più notti nelle nostre strutture ricettive”.
Ed in effetti i numeri sul turismo sono positivi, almeno il dato parziale. Da gennaio a luglio di quest’anno gli arrivi sono stati 18.515, in aumento rispetto allo stesso periodo del 2013. In sostanza l’obolo servirà a recuperare i soldi necessari extra per l’aeroporto.
Ad Agrigento invece si continua a dire “no” a questa soluzione.
Lo hanno detto a chiare lettere Confcommercio, Federalberghi, Assohotel e Confesercenti: “Il comparto turistico – sostengono – si trova oggi ancora più unito per dire no alla tassa di soggiorno che molto spesso viene usato per coprire buchi determinati dall’incapacità gestionale del settore economico di ogni singolo Comune”.
Secondo le organizzazioni di categoria il regolamento comunale appena varato dall’ente municipale agrigentino è un “copia-incolla” e l’intenzione sarebbe quella di introitare circa 500 mila euro, cosi da far quadrare i conti di bilancio, mentre nessun cenno viene fatto alla naturale destinazione di tali somme.
“Nessuna programmazione, nessuna promozione, nessuna valorizzazione e commercializzazione della città” attacca la categoria.
 


A Palermo incassati oltre 700 mila euro
 
Nel capoluogo siciliano la tassa di soggiorno ha fruttato qualcosa come 734 mila euro. Ora la palla passa all’Authority sul turismo istituita dal Comune che dovrà programmare la spesa di tale incasso. L’imposta, istituita dal consiglio comunale lo scorso aprile, dovrà servire a rendere Palermo più attraente da un punto di vista turistico: l’80 per cento dell’incasso va infatti in un capitolo di bilancio per finanziare interventi per turismo e cultura, nonché di manutenzione e recupero di beni culturali e dei servizi pubblici locali; il restante 20 va invece agli albergatori, metà per gli oneri e metà per finanziare interventi di recupero e abbellimento delle strutture. A conti fatti, nel secondo e terzo trimestre del 2014, Palermo ha ottenuto dai turisti 733.979 euro, frutto di 646.030 pernottamenti, per l’88 per cento incassato dagli alberghi e per il restante 22 da ostelli, campeggi, B&B, case vacanze, case per ferie, residenze turistiche e affitta-camere.

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