Jobs act: ecco le istruzioni per l’uso. Dalla Cig all’indennità di maternità - QdS

Jobs act: ecco le istruzioni per l’uso. Dalla Cig all’indennità di maternità

Serena Giovanna Grasso

Jobs act: ecco le istruzioni per l’uso. Dalla Cig all’indennità di maternità

domenica 07 Dicembre 2014

Incentivi per le lavoratrici con figli minori o disabili al di sotto di una certa soglia di reddito. Cassa integrazione ultima alternativa, impossibile in caso di cessazione di attività

PALERMO – Appena tre giorni fa, l’attesissima riforma “Jobs act” è diventata legge grazie ai 166 voti favorevoli (contro i 112 contrari ed un astenuto) del Senato. Entro giugno 2015 è prevista la traduzione da parte del Governo del suo contenuto in decreti. Ma vediamo nella pratica cosa cambierà per quel 40,4% della popolazione siciliana attiva che secondo l’Eurostat nel 2013 è stata costretta alla “mancata partecipazione al mondo del lavoro”, il 4% in più rispetto alla media del Mezzogiorno (36,6%), il doppio rispetto a quella nazionale (21,7%) ed infine il triplo rispetto al Settentrione (13,3%); ma anche per tutte quelle figure lavorative in bilico, per i nuovi assunti o per le donne che forse finalmente potranno conciliare famiglia e lavoro.

Riforma Cig
Secondo il comma 2 dell’unico articolo del Jobs act, si ricorrerà alla Cassa integrazione guadagni come ultima alternativa, solo dopo aver esaurito ogni possibilità contrattuale di riduzione dell’orario di lavoro. Inoltre, nell’erogazione della Cassa integrazione sia in forma ordinaria che straordinaria è richiesta una maggiore compartecipazione da parte delle imprese che di questa ne usufruiranno. In caso di cessazione di attività o di un ramo di essa viene meno qualsiasi possibilità di beneficiare della Cig.

Riforma Aspi
D’ora in poi, la durata del trattamento di Assicurazione sociale per l’impiego (Aspi) sarà calcolata tenendo debitamente conto della storia contributiva del lavoratore e massimizzando, rispetto ai termini legalmente applicabili, la durata del beneficio in favore dei lavoratori con carriere contributive più rilevanti. All’interno dell’Aspi verranno inclusi in via sperimentale biennale anche i lavoratori con contratto di collaborazione continuata e collaborativa, inclusione che passerà a regime una volta verificata la sufficienza delle risorse. Per le persone in situazione di disagio economico potrebbe essere introdotta dopo la fruizione dell’Aspi un’ulteriore prestazione eventualmente priva di contributi figurativi.

Incentivi all’occupazione  e all’autoimpiego
Prevista la razionalizzazione degli incentivi all’assunzione in relazione alle maggiori o minori probabilità statistiche di trovare un’occupazione. D’altra parte, si richiede anche di compiere la medesima forma di razionalizzazione sul versante dell’autoimpiego e autoimprenditorialità. Ad assumere questi compiti di razionalizzazione è prevista l’istituzione di un’Agenzia nazionale per l’occupazione, al cui funzionamento si provvederà con le risorse finanziarie, umane e strumentali già disponibili. Ulteriore compito dell’Agenzia sarà quello di provvedere allo snellimento delle procedure e degli adempimenti in materia di reinserimento lavorativo.

Indennità di maternità e  incentivi al lavoro femminile
Una grande novità è rappresentata dalla graduale estensione a tutte le categorie di donne lavoratrici dell’indennità di maternità. Beneficeranno della prestazione assistenziale anche le madri lavoratrici subordinate danneggiate dal mancato versamento dei contributi da parte del datore di lavoro. Inoltre, due ulteriori punti sembrerebbero finalmente mettere fine alla visione comunemente affermata che impedirebbe alla madre di lavorare: innanzitutto l’incentivazione di accordi collettivi volti a favorire la flessibilità dell’orario lavorativo, poi l’introduzione del tax credit, quell’incentivo che viene in soccorso alle donne lavoratrici anche autonome con figli minori o disabili che si trovino al di sotto di una certa soglia di reddito.

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