Caltanissetta - Allarme dispersione scolastica - QdS

Caltanissetta – Allarme dispersione scolastica

Nicola Digiugno

Caltanissetta – Allarme dispersione scolastica

mercoledì 10 Dicembre 2014

A fotografare la situazione è la ricerca Lost, patrocinata dall’Autorità garante per l’Infanzia e l’adolescenza. Dato nisseno in crescita per un fenomeno che richiede maggiore attenzione

CALTANISSETTA – “La dispersione scolastica nella provincia di Caltanissetta ha raggiunto il 41,7%, superando addirittura il dato statistico della provincia di Palermo, fermo al 40,1%. Occorre contrastare con determinazione ed efficacia questo triste fenomeno, iniziando con il riunire  l’Osservatorio provinciale che da circa tre anni non viene convocato”. È quanto evidenziato nei giorni scorsi da Davide Chiarenza del Silp Cgil, soffermandosi sul triste dato che riguarda il cuore della Sicilia.
Il dato nisseno, che rientra in un contesto più vasto, arriva dalla ricerca “Lost-Dispersione scolastica: il costo per la collettività e il ruolo di scuole e terzo settore”, realizzata da Weworld intervita, associazione Bruno Trentin e fondazione Giovanni Agnelli, in collaborazione con Csvnet (il Coordinamento nazionale dei Centri di servizio per il volontariato) e patrocinata dall’Autorità garante per l’Infanzia e l’adolescenza.
Più in generale, il numero dei ragazzi che in Italia lasciano i banchi di scuola prematuramente è pari al 17%, nettamente più alto rispetto alla media europea dell’11,9%.
Per quanto riguarda la Sicilia, alle spalle di Caltanissetta ci sono la già citata Palermo con il 40,1% e Catania con il 38%. Negli ultimi 15 anni tale fenomeno ha interessato soprattutto il 31,9% di studenti delle superiori, legata soprattutto agli istituti professionali (37%) e, a seguire, le scuole a indirizzo tecnico.
“Nella scuola superiore – ha commentato ancora Chiarenza – la dispersione rimane da allarme rosso perché non si fa la dovuta prevenzione del disagio minorile nelle scuole primarie. Siamo davanti a un fenomeno che ha conseguenze sociali allarmanti, soprattutto se si considera come la devianza minorile abbia raggiunto livelli di guardia”.
“Docenti e dirigenti scolastici – ha aggiunto – sono impegnati a far crescere nelle regole gli alunni, ma se non cambia l’atteggiamento di coloro che sono preposti al controllo della Pubblica amministrazione, il lavoro delle Forze dell’ordine, del servizio sociale e della magistratura minorile sarà vanificato da un sistema omertoso di contiguità, falsità e connivenze che danneggia soltanto i minori sfortunati ovvero i figli degli ultimi”. 
Un richiamo forte alle istituzioni, dunque, nella consapevolezza che “sì può e si deve intervenire al più presto per voltare pagina”.

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