Monete false dalla Cina, sequestrati 306 mila pezzi - QdS

Monete false dalla Cina, sequestrati 306 mila pezzi

redazione

Monete false dalla Cina, sequestrati 306 mila pezzi

venerdì 12 Dicembre 2014

È stato eseguito il più importante recupero di monete false dall’introduzione dell’euro: è stato sequestrato, infatti, un container con monete da uno e due euro per un importo complessivo di 556 mila euro

PALERMO – I Carabinieri del capoluogo siciliano e della Sezione operativa del Comando Carabinieri Antifalsificazione monetaria di Roma hanno provveduto a eseguire un provvedimento di fermo, emesso dalla Procura di Palermo, nei confronti di 12 persone accusate di associazione a delinquere finalizzata alla falsificazione, introduzione nello Stato e spendita di monete false.
Si tratta di una vasta operazione realizzata nelle provincie di Palermo, Napoli, Salerno e Cosenza che fa luce su un’associazione criminale che si occupava dell’approvvigionamento e della distribuzione di monete metalliche contraffatte di altissima qualità che venivano importate dalla Repubblica popolare cinese.
Nell’ambito dell’indagine è stato eseguito il più importante recupero di monete false dall’introduzione dell’euro: è stato sequestrato, infatti, un container con 306 mila monete, da uno e due euro, per un importo complessivo di 556 mila euro.
L’indagine ha permesso di ritenere che il ghanese Seidu Abdulai, 45 anni, fosse il punto di riferimento a Palermo per l’approvvigionamento e lo smercio. Il “leader” dell’associazione criminale – secondo le indagini dei carabinieri, coordinate dal procuratore aggiunto Bernardo Petralia, e dai sostituti Calogero Ferrara e Claudio Camilleri – sarebbe stato invece Yong Zhuangxiao, che si trova nella Repubblica popolare cinese, mantenendo contatti diretti con la zecca clandestina, anch’essa in Cina.
“La qualità delle monete false – ha commentato il procuratore di Palermo, Leonardo Agueci – era ottima e per questo è scattato un allarme internazionale e sono stati coinvolti nell’inchiesta organismi europei come l’Olaf e l’Europol”.
“La buona fattura dei falsi – ha spiegato il procuratore aggiunto Dino Petralia, che ha coordinato le indagini insieme al pm Geri Ferrara – consente che essi siano accettati dalle macchinette. I tipi di conio si rifanno a monete finlandesi, tedesche e italiane. Una truffa ben congeniata visto che nessuno controlla la bontà delle monete”.
Il sequestro di ieri rappresenta “uno dei più ingenti messo a segno in Europa”, come ha spiegato anche da Giuseppe De Riggi, comandante provinciale dei Carabinieri di Palermo. Ma “l’operazione – come ha sottolineato Francesco Ferace, comandante Nucleo Carabinieri Antifalsificazione monetaria – dovrà proseguire in Cina, per bloccare la ‘zecca’ clandestina individuata a Shanghai”. “Adesso – ha concluso – spetta al Governo cinese darci una mano”.

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