Partecipate comunali invisibili Così si sprecano i soldi dell’Ente - QdS

Partecipate comunali invisibili Così si sprecano i soldi dell’Ente

Lina Bruno

Partecipate comunali invisibili Così si sprecano i soldi dell’Ente

sabato 13 Dicembre 2014

Secondo il consigliere Burrascano la società ha svolto negli anni solo attività di ordinaria amministrazione
La Somer, nata nel 2000 per occuparsi di servizi ambientali, non è mai stata attiva

MESSINA – La costituzione della Somer Spa nel 2000 potrebbe far parte di quegli sforzi, reali o astratti, messi in campo nel settore dei servizi ambientali, se solo questa nuova entità avesse svolto la funzione per cui era nata. Invece della sua esistenza nessuno si è accorto, sia perché nel tempo è diventata una sorta di partecipata di Messinambiente Spa, che per la sua mancata operatività. Della Somer all’inizio facevano parte oltre Messinambiente che aveva versato 360 milioni di lire, Messina Ricicla, Ecoambiente e Italia Lavoro. Il capitale complessivo disponibile era di circa 300 mila euro.
La società nel 2004 veniva trasformata in Srl con l’uscita dal capitale sociale di Italia Lavoro e con Messinaambiente che dal 2005 è diventata la maggiore controllante, visto che le altre due componenti, Messina Ricicla ed Ecoambiente, continuavano a detenere una quota minima del 5% .
Durante tutti questi anni la Somer, ricorda in un’interrogazione Angelo Burrascano, consigliere comunale de "Il Megafono?, ha svolto solo attività di ordinaria amministrazione, visto che non sono mai stati ultimati gli impianti di Pace con la riconversione dell’inceneritore, né sono stati attivati gli interventi a Giammoro, dove era stato preso in affitto un capannone, per problemi sembra con il Comune di Pace del Mela. Non si è mai occupata inoltre di raccolta, tanto meno di differenziata, non ha dipendenti, rimanendo una sorta di scatola vuota, pronta a essere riempita al momento opportuno.
Di Somer si comincia a parlare quando, in concomitanza con la predisposizione dei bilanci comunali, si apre il dibattito sulla riorganizzazione delle partecipate e sulla mobilità, da qualcuno ritenuta illegittima, dei dipendenti da quelle società considerate una zavorra per i conti di Palazzo Zanca a quelle meno problematiche. Ma soprattutto di questa partecipata si comincia a discutere mentre si tenta di ridisegnare il futuro dei servizi di gestione e raccolta dei rifiuti nella città dello Stretto dopo la cessazione di Messinambiente, ormai da tempo in liquidazione. "è solo un’ipotesi quella di poter utilizzare la Somer – dice l’assessore all’ambiente Daniele Ialacqua – non vi è ancora nulla di concreto anche perché bisogna valutarne la concreta fattibilità?.
Ma qual è la situazione debitoria di questa partecipata e il suo assetto societario? Angelo Burrascano nel documento ispettivo chiede se non sia anch’essa in liquidazione, se sono state condotte analisi economiche e finanziarie, se si conosce in dettaglio il patrimonio mobiliare e immobiliare posseduto e chi sono i componenti del Consiglio d’amministrazione. "La Somer non ha debiti – precisa Ialacqua – non è in liquidazione e il suo amministratore unico è un dirigente di Messinambiente e non percepisce per questa funzione alcun compenso?.
Per l’assessore all’Ambiente una soluzione va trovata anche perché non si può continuare con l’affidamento in house a Messinambiente del servizio di gestione e raccolta utilizzando le ordinanze del sindaco. La Multiservizi, di cui si prospetta la costituzione, presenta non poche difficoltà e tempi non compatibili con la necessità di risanare un settore importante che deve recuperare molto del tempo perduto e che deve affrontare nuove sfide, come la realizzazione del discusso impianto di biostabilizzazione di Pace. Il commissario liquidatore di Messinambiente Alessio Ciacci si ritrova ancora, come quando lo scorso marzo ha stilato la sua relazione programmatica, con una società con oltre 60 milioni di euro di debiti, "dove il costo del personale supera il 70% dei ricavi, si legge, quando tutti i dati di gestione di aziende del settore igiene urbana collocano nel 60% il massimo possibile di tale rapporto?.
Lina Bruno

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