Ue, la società civile catanese chiamata a contribuire - QdS

Ue, la società civile catanese chiamata a contribuire

Maria Francesca Fisichella

Ue, la società civile catanese chiamata a contribuire

martedì 16 Dicembre 2014

Sabato scorso l’incontro organizzato dal deputato etneo del Partito popolare europeo (Ppe). Salvo Pogliese: “I fondi strutturali l’unica ancora di salvezza per la Sicilia”

CATANIA – Si è svolto lo scorso 13 dicembre, presso un noto albergo catanese, l’incontro dal titolo “Bruxelles-Catania: rapporto ai cittadini”, fortemente voluto da Salvo Pogliese, parlamentare europeo del Partito popolare europeo (PPE). Obiettivo dell’evento è stato dare notizia della propria attività politica al Parlamento europeo e ricevere spunti e proposte – da trasmettere al “quartier generale” dell’Unione europea – dai rappresentati della società civile (imprenditori, professionisti, dirigenti, e cittadini) che hanno accolto l’invito.
L’incontro, moderato dal nostro direttore, Carlo Alberto Tregua, dopo l’intervento di Salvo Pogliese, ha visto alternarsi i contributi di Pietro Agen, presidente Confcommercio Sicilia, di Antonio Barone, presidente Confartigianato Imprese Catania, di Mario Bevacqua, presidente della Federazione mondiale delle associazioni delle agenzie di viaggi, di Isabella Altana, per il Codacons, di Roberto Nanfitò, per l’Autorità portuale di Catania, di Gaetano Mancini, amministratore delegato della Società Aeroporto Catania, di Vincenzo Falgares, dirigente del dipartimento Programmazione della Regione siciliana, di Rosario Lanzafame, presidente dell’Agenzia provinciale per l’Energia e l’Ambiente di Catania, di Giovanni Pappalardo, presidente Coldiretti Catania, di Giovanni Selvaggi, presidente Confagricoltura Catania, di Sebastiano Truglio, presidente dell’ordine dei Commercialisti di Catania, di Francesco Pezzella, segretario distrettuale Lions Sicilia, non ultimo del sindaco di Catania, Enzo Bianco, mentre a Dario Pettinato, docente di diritto comunitario all’Università di Catania sono state affidate le conclusioni del dibattito.
“La società civile con le organizzazioni imprenditoriali, gli ordini professionali, i sindacati deve cominciare a capire che la classe dirigente deve fare pressione sulla Regione, affinché cominci a funzionare facendo le riforme e spazzando via i privilegi”. È stato questo il messaggio che ha lanciato il nostro direttore dando così il via all’incontro.
“Troppo spesso la politica è autoreferenziale, arrogante e presuntuosa, distante dai problemi della gente. Molto spesso il politico pensa di poter fare il ‘tuttologo’”. È tempo di cambiare rotta”. Così ha esordito Salvo Pogliese, nel suo intervento. Il parlamentare siciliano ha ribadito l’urgenza del confronto costante con gli ordini professionali, con le categorie produttive per avere contezza delle criticità che sta attraversando il nostro territorio. Ciò che è emerso è la necessità di un filo diretto tra la nostra Isola e Bruxelles, ne è testimonianza – come ha ricordato Pogliese – il rapporto semestrale sulle economie regionali, recentemente divulgato e elaborato dalla Banca d’Italia, che traccia una situazione drammatica per l’Isola, che fa i conti con un tasso di disoccupazione del 23 per cento, un tasso di disoccupazione giovanile superiore al 60 per cento e con un Pil che dal 2007 ad oggi si è ridotto del 13 per cento.
Secondo Pogliese “I fondi strutturali, di fronte a questo processo recessivo, rappresentano l’unica ancora di salvezza, in un contesto in cui il governo centrale dà sempre meno trasferimenti. Ma, a fronte di ciò, l’Isola rischia di perdere, entro il prossimo 31 dicembre, 617 milioni”. Nel cambio di rotta, inoltre, certo “non aiuta l’instabilità politica amministrativa”, ha proseguito Pogliese, ossia il cambio continuo di direttori generali e di assessori. Nel nuovo governo, infatti, ci sono stati 33 assessori indicati in 24 mesi.
“Come gruppo parlamentare – ha sottolineato Pogliese -, nella scorsa legislatura abbiamo fatto uno studio andando ad individuare la percentuale di utilizzo dei fondi europei per ciascun dipartimento, scoprendo che nei dipartimenti in cui vi è stato un turn over maggiore di direttori e assessori la percentuale di utilizzo dei fondi è stata inferiore, con un continuo blocco della macchina amministrativa”.
 

 
Le proposte. Dal credito alle imprese e ai consumatori
 
CATANIA – Lo sviluppo ostacolato dalla burocrazia, la competitività frenata dalla mancanza di credito alle imprese, far della cultura economia, la necessità che l’Ue assicuri una maggiore tutela al consumatore in sede di controlli delle tariffe dei servizi pubblici, nell’ambito della sicurezza alimentare e degli acquisti online; ed ancora, la necessità che dall’Ue vengano i finanziamenti per il porto e l’aeroporto di Catania, ormai in forte crescita; le politiche comunitarie poco attente alle eccellenze dell’Isola; il valore della terra e di chi la lavora e si scontra, però, con una politica europea che non tutela e, non ultimo, la mancanza di coordinamento delle politiche comunitarie e la necessità di infrastrutture, prima fra queste la costruzione del ponte sullo Stretto, sono stati i punti messi in campo dai rappresentanti della società civile. Enzo Bianco, sindaco di Catania, dal canto suo, ha sostenuto la mancata progettualità per assenza di fondi e, viste le risorse sempre più esigue che giungono dal governo nazionale e regionale, l’Ue rimane l’ultima possibilità.
Le conclusioni sono state affidate a Dario Pettinato, il quale ha sottolineato la bontà del costante dialogo tra società civile e politica, affinché il politico si possa fare realmente rappresentante dei cittadini.

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