Trent’anni di antimafia nel Parlamento siciliano - QdS

Trent’anni di antimafia nel Parlamento siciliano

Raffaella Pessina

Trent’anni di antimafia nel Parlamento siciliano

sabato 27 Dicembre 2014

Nello Musumeci, presidente commissione Ars: “Stagioni intense, ma anche opacità e apatia”. Presentato a Palazzo dei Normanni, raccoglie gli atti ispettivi

PALERMO – Oltre 80 missioni esterne in Comuni e Prefetture, un migliaio di audizioni, 70 istruttorie aperte, 600 documenti prodotti e custoditi, 27 disegni di legge elaborati e approvati. È questo il bilancio dell’attività della Commissione regionale di inchiesta sui fenomeni della mafia dell’Assemblea regionale siciliana dal suo insediamento nel 1984, fino ai nostri giorni.
 
Le memorie e i dati sono state raccolti in un libro dal titolo  “Trent’anni di antimafia nel parlamento siciliano – i lavori della commissione d’inchiesta 1984-2014” che è stato presentato in Sala Rossa a Palazzo dei Normanni. Sono intervenuti alla cerimonia i presidenti delle commissioni delle passate legislature Giuseppe Campione, Fabio Granata, Lillo Speziale e Carmelo Incardona. Ognuno ha parlato della propria esperienza passata, raccontando obiettivi e difficoltà incontrate. Presenti anche i familiari di Angelo Ganazzoli e Alberto Alessi, figlio del primo presidente della Regione.
Il volume raccoglie gli atti normativi e ispettivi in tema di lotta alla mafia prodotti dalle otto commissioni che si sono susseguite dal momento in cui il parlamento regionale, il 3 novembre del 1983, approva all’unanimità un ordine del giorno che ne delibera l’istituzione.
La prima commissione sarà istituita l’11 ottobre dell’anno successivo, presieduta dal socialista Angelo Ganazzoli. Ad aprire i lavori, l’attuale presidente della commissione Nello Musumeci: “Un consuntivo fatto di luci ed ombre, di stagioni intense e di opacità ed apatia. Bisogna fare di più: l’investigazione politica deve prescindere da quella giudiziaria, proprio perchè la politica non può delegare tutto alla magistratura. Anzi, in alcuni casi deve arrivare prima delle Procure”. Musumeci ha denunciato “l’incapacità della classe politica di mettersi in discussione ed il rifiuto di spezzare quel cordone che tiene uniti politici onesti e politici chiacchierati”.
“Occorre applicare – ha aggiunto Musumeci – la legge 4 del 91 e poter procedere con maggiore efficacia nelle indagini sui funzionari e i dipendenti della Pubblica amministrazione che spesso si pone di fronte alle indagini con atteggiamento di sufficienza.
 
È indispensabile – ha proseguito – applicare la trasparenza non solo alla politica, ma a tutta la macchina burocratica, rimuovendone incrostazioni e arbitrii”. In sintonia il messaggio del presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone che scrive nella prefazione del volume “Per restituire qualità alla Pubblica amministrazione bisogna partire dalla prevenzione e repressione della corruzione e dell’illegalità nel settore pubblico, introducendo un ventaglio di strumenti che innalzino i livelli di trasparenza e di responsabilità in modo da generare comportamenti virtuosi nei funzionari pubblici”.

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